
Economia per Tutti - Piano Inclinato
By Alieno Gentile
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Economia per Tutti - Piano InclinatoJun 05, 2023

Educazione finanziaria, dal vivo - #EpT S03E3
Un evento di educazione finanziaria sta per svolgersi a Milano. Il nostro Alieno è stato chiamato a partecipare, ci facciamo dare qualche anticipazione da uno degli organizzatori.
Qui trovi le info sull'evento di Liberi Oltre le Illusioni: https://www.liberioltreleillusioni.it/eventi/evento/le-giornate-di-liberi-oltre-le-illusioni
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Debt Ceiling per tutti - #EpT S03E36
La questione Debt Ceiling e il "rischio default" degli Stati Uniti, affrontati in modo accessibile.
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Come far esplodere un oleodotto - #EpT S03E35
La Storia umana è piena di Rivoluzioni. Quanto ne abbiamo bisogno?
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Attivo vs Passivo: come investire? - #Ept S03E34
Cercare Alpha o seguire il Beta? Costi e benefici nel breve e nel lungo termine. Due diversi approcci all'investimento, facciamo chiarezza sciogliendo qualche equivoco tipico e offrendo uno spunto su quali siano le condizioni che favoriscono una strategia sull'altra.
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Banche Centrali pronte alle vacanze? - #Ept S03E33
I rialzi dei tassi sono finiti? Le Banche Centrali sono pronte a mettersi in pausa?
E in chiusura: che prospettive esistono di uno yuan che sostituisce il dollaro come moneta di riserva del mondo?
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Approccio tematico - #EpT S03E32
Che significa approcciare i mercati finanziari per temi, anziché per aree geografiche o per settori o magari per fattori?
E quali sono i temi d'investimento più "caldi" del momento?
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Che male c'è a essere multipolare? - #EpT s03E31
Ma se lo scenario che non ci piace, che ci sembra troppo brutto per essere vero, diventasse (magari solo in parte) reale? Non è meglio prepararsi anziché respingere in toto l'idea?
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L'illusione dell'equilibrio - #EpT s03E30
Esiste la combinazione "magica" di elementi economici che rappresenta un equilibrio efficace che soddisfa tutti gli attori economici e ci fa smettere di vivere tormentati? Scopriamolo in questa puntata che si trasforma, minuto dopo minuto, in una puntata di "Finanza per tutti"
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Monete, banconote, denaro digitale: Evoluzionismo monetario - con Alex Ricchebuono - #EpT S03E29
Come è nata la moneta? Chi ci ha pensato per primo? Come vivevamo prima di disporre del denaro (hint: il baratto è un falso storico)? E quale futuro ci aspetta, usando la Storia come strumento di lettura?
Ne parliamo con Alex Ricchebuono, docente di Storia ed Evoluzione della moneta all'Università del Piemonte Orientale.
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Il sistema cardiocircolatorio dell'economia - #EpT S03E28
Puntata numero 100 di questo podcast.
Le scoperte scientifiche possono ispirare l'organizzazione della società umana? La scoperta dell'effettivo funzionamento della circolazione sanguigna nel corpo umano anticipa di pochissimo il ridisegno della società che dalla regressività fiscale del feudalesimo passa alla progressività fiscale della democrazia, producendo come risultato una crescita economica che prima era inconcepibile.
Sono gli errori di Ippocrate, rinforzati dalle teorie di Galeno, ad aver indotto l'organismo collettivo della società umana ad organizzarsi in modo disfunzionale, o sono state le scoperte di William Harvey, medico personale di Francis Bacon (l'ideatore del metodo scientifico) a offrire uno spunto su una riorganizzazione efficiente dell'organismo "società umana"?
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La paura fa NO Banca - #EpT S03E27
Da Silicon Valley Bank a Credit Suisse (passando per Signature Bank) i fallimenti bancari tornano in auge.
Come avvengono? Cosa implicano? Perché il rialzo dei tassi è un ingrediente della vicenda?
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L'incoscienza artificiale dell'algoritmo egoista. Con Massimo Chiriatti - #EpT S03E26
Ogni innovazione, nella Storia, ha spaventato l'Uomo facendolo temere che la macchina l'avrebbe rimpiazzato, prima come lavoratore, poi come protagonista della scena. Anche con le Intelligenze Artificiali il discorso ritorno. Per alcuni sono solo database, per altri sono temibili sviluppi, specie pensando alle armi autonome, ma per fare chiarezza nella nostra testa (e magari toglierci qualche ansia) abbiamo interpellato Massimo Chiriatti, autore de "Humanless - L'algoritmo egoista" (disponibile qui: https://amzn.to/3yy66yg) e di "Incoscienza Artificiale" (che trovi qui: https://amzn.to/3yyeyO7)
La sigla di oggi è stata realizzata con @Teoxandra, la voce del podcast "Up Skill", di Sharpen Up un podcast che parla di come cambia il Lavoro (Lo trovi qui: https://open.spotify.com/show/3jARHCTFQj2vOOaES7JuhL?si=LIFFp14rTRyPf1FQts9cdQ&nd=1).
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Dottrine economiche a confronto - #EpT S03E24
Gli assiomi su cui si fonda la teoria economica neoclassica prevedono che l'individualismo faccia prendere decisioni indipendenti ad ogni persona, basate sull'interesse personale. Queste decisioni, spinte dal desiderio di massimizzare il beneficio personale, producono il miglior utilizzo possibile delle risorse disponibili, generando il massimo benessere aggregato.
Tutte le teorie economiche successive (scuola austriaca, monetaristi, Keynes, Marx...) hanno in qualche modo aggredito una parte di questi postulati.
L'Uomo è animato da spirito competitivo (non dal desiderio di massimizzare in assoluto, quindi), ma il proliferare di differenti teorie economiche cosa dimostra se non che nessuna di esse riesce a fornire risposte esaustive?
Teorie economiche che prevedono l'assenza dello Stato possono aiutarci a valutare il presente, quando anche negli USA lo Stato pesa per quasi metà dell'economia? E teorie dimostrate fallaci e dannose dalla Storia possono davvero essere la risposta?
In questa puntata disegniamo ed esploriamo la mappa concettuale delle teorie economiche cercando di fare ordine al di là di ogni partigianeria. Perché in pochi altri campi la distanza tra teoria e Realtà si dimostra così ampia.
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La puntata su Rischio e Incertezza menzionata oggi è disponibile qui: https://open.spotify.com/episode/5DMA9iPczCVeqgLmNUrjiy
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La riforma del risparmio - con Massimo Scolari - #EpT S03E23
Ma quanto paga un risparmiatore? Come paga? E per cosa paga? E in Italia la situazione è analoga o diversa dal resto d'Europa?
In che modo le "commissioni di gestione" finiscono per essere per lo più commissioni che finiscono in tasca al distributore anziché al gestore?
Ne parliamo con Massimo Scolari, presidente di Ascofind, oggi docente presso MIP Politecnico di Milano e in passato membro del consiglio direttivo dell'OCF (Organismo di vigilanza dei Consulenti Finanziari) nonché membro di ESMA (European Securities and Markets Authority).
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Economia degli alieni - #EpT S03E22
E se gli oggetti volanti nei cieli americani fossero davvero degli UFO alieni? Quali evoluzioni ci attenderebbero? Ma soprattutto, visto che non si tratta di alieni, come stanno evolvendo le cose nella corsa al predominio tra USA e Cina?
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il romanzo "l'uomo nell'alto castello" di P. Dick è disponibile qui: https://amzn.to/3IABgLa
Qui invece è disponibile la serie TV

L'economia dei Media. Con Valerio Bassan - #EpT S03E21
Alla scoperta dell'economia dei Media: in una selva di servizi gratuiti, la diritta via è smarrita? Ahi quanto selvaggia, aspra e forte è la strada della monetizzazione...
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la newsletter di Valerio Bassan è disponibile qui: https://ellissi.email/

La TOP 10 dei rischi globali - #EpT S03E20
Partendo dalla ricerca pubblicata da Eurasia Group, analizziamo i principali rischi globali per gli investitori.
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puoi trovare la ricerca estesa di Erasia Group a questo link: https://www.eurasiagroup.net/issues/top-risks-2023
il libro "pensieri lenti e veloci" è disponibile qui: https://amzn.to/3RAI2Dx

Il giro del mondo in 8 domande - #EpT S03E19
Il problema demografico del Giappone, la relazione fra crescita e autoritarismo in Cina, il passo economico in Italia, il mugugno dell'Olanda, il nerbo di Biden, la timidezza della Germania sui carri armati per l'Ucraina... tutto in una puntata.
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Le due minacce da cui guardarsi da qui al 2030 - #EpT S03E18
Una minaccia locale ed una minaccia globale ci costringono ad essere guardinghi, ragionando su cosa sia opportuno fare per difendersi.
Scopri con noi di cosa si tratta e se gli argomenti portati ti sembrano sufficientemente solidi.
Bibliografia della puntata:
- "Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita" di Banca d'Italia (https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/indagine-inflazione/2022-indagine-inflazione/12/Statistiche_iai_2022Q4.pdf)
- "Oil Leaders" di Ibrahim Almuhanna (https://www.amazon.it/dp/B095FFQHNW/?ref=idea_lv_dp_ov_d)
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Tendenze 2023 - #Ept S03E17
Quali tendenze guideranno il 2023 distinguendolo dagli anni che l'hanno preceduto?
E, soprattutto, perché dovremmo riporre ottimistiche speranze in questo nuovo difficile anno che si prospetta?
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Tutta colpa della BCE - #EpT S03E16
Proprio adesso che i prezzi aumentano, la benzina sale, le bollette crescono... arriva la BCE e alza la rata del mutuo.
Ma allora ce l'hanno con noi?
Vediamo di capirlo insieme, per vedere se il Ministro della Difesa ha identificato correttamente quali cose potrebbero attaccare il nostro Paese.
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Benedetta CO2, con Gianfranco Pacchioni - #EpT S03E15
Anno nuovo, nuovo slancio sui temi "caldi", torniamo a parlare di energia.
Che cos'è la CO2? Quali rischi comporta? Può essere usata come risorsa? Come viene affrontato il problema dalle imprese? Quanta parte del cambiamento climatico dipende dalle nostre strategie sulla gestione del problema CO2? E quali incentivi economici è ragionevole aspettarsi che verranno creati per indurre le imprese a favorire la transizione energetica? E cosa succederà al prezzo dell'energia nel frattempo?
Questi e molti altri sono gli argomenti di questa super-puntata sull'energia, in compagnia del professor Gianfranco Pacchioni, autore del libro "W la CO2. Possiamo trasformare il piombo in oro?" (https://amzn.to/3YWZ8ic).
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outlook mercati finanziari 2023 - #EpT S03E14
Cosa aspettarci sui mercati azionari e obbligazionari per i mesi a venire? Come affrontarli? Con quale atteggiamento e con quali strumenti? Max mette nell'angolo l'Alieno e lo costringe a condividere.
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Meteo Economia, con Giulio Betti - #EpT s03E13
"L'acqua e il gelo, non stanno in cielo"
Che inverno ci aspetta? Come può un aumento medio di un solo grado provocare la siccità? Che fine fa l'acqua che non scende? Solo una persona poteva rispondere a tutte queste domande senza perdere il punto: il meteorologo e climatologo del CNR Giulio Betti.
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Economia della comunicazione; con Vincenzo Cosenza - #EpT S03E12
Siamo all'ennesima crisi delle aziende tech nel settore comunicazione? Licenziamenti, crolli in Borsa, cambi di nome (da Facebook a META) e fenomeni migratori con utenti che passano da Twitter a Mastodon.
In una conversazione che fa giri immensi scopriremo insieme chi sarà il primo presidente donna degli USA, nonché cosa rappresenti davvero Twitter oggi.
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Petrolio e crisi energetica globale - #EpT S03E11
La puntata di oggi è dedicata al petrolio, perché siamo così dipendenti dal petrolio e il petrolio è così radicato nel nostro agire quotidiano che difficilmente ci fermiamo a comprenderne il significato pervasivo. È il petrolio che rende possibile il luogo in cui viviamo, il modo in cui viviamo, il modo in cui ci rechiamo al lavoro, il modo in cui viaggiamo.
Il petrolio è una delle materie prime più importanti del nostro tempo e si prevede che lo sarà ancora per molti anni. Inoltre, il petrolio sta diventando una parte importante del dibattito sul cambiamento climatico globale. È quindi indispensabile studiare questa merce in tutte le sue dimensioni.
E gli elementi in gioco che concorrono a farne variare il prezzo al rialzo o al ribasso sono molti e di diversa origine
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Diversificare nella policrisi - #EpT S03E10
Hanno ancora senso i modelli di investimento in un mondo in cui tutto crolla? Quali sono i risultati economico-finanziari di lunghissimo termine?
Facciamo un lungo giro discutendo di molte cose, ma cercando di arrivare a stringere lì.
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Quanto costa essere tecnologici? Con Alfonso Fuggetta - #EpT S03E09
Chip, #mancalaroba, tecnologia, le diverse trade war di Trump e di Biden.
Quali gli impatti economici di una proliferazione di filiere produttive nella produzione di hardware tecnologici di alta gamma? Ne parliamo con Alfonso Fuggetta, CEO di Cefriel, il centro di Ricerca del Politecnico di Milano.
I libri citati in puntata:
The Titanium Economy di Asutosh Padhi Grazie per essere arrivato tardi di Thomas FriedmanPuoi trovarci su tutte le piattaforme di podcast, inclusa la tua preferita.
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Il superdollaro spezzerà il mondo? - #EpT S03E08
Nel commercio internazionale e nella finanza, si parla una sola lingua: il dollaro USA. Pertanto, quando la Federal Reserve aumenta i tassi di interesse e il dollaro diventa più forte, può causare enormi problemi in tutto il mondo.
Il dollaro si è nettamente rafforzato rispetto alle valute di molti Paesi industrializzati e dei mercati emergenti, raggiungendo i massimi da 20 anni. Questo apprezzamento del dollaro è una grande sfida soprattutto per le economie di mercato emergenti. In passato, molti paesi avrebbero accettato un dollaro forte; in effetti, i paesi emergenti come la Cina sono spesso intervenuti sui mercati dei cambi nella speranza di indebolire il valore delle loro valute per ottenere vantaggi commerciali.
Ma oggi sia i Paesi avanzati che quelli emergenti stanno lottando contro il deprezzamento delle loro valute innanzitutto per evitare di importare inflazione.
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La Cina dopo il Congresso - #EpT S03E07
Xi Jinping ha raccolto i frutti del periodo dell'apertura economica cinese, segnati dall'espansione della crescita e della produttività, e ora va alla ricerca della chiusura culturale, con tutte le conseguenze del caso.
Note bibliografiche:
La trasformazione delle connessioni economiche negli anni 2000-2020
China+America: abbiamo vissuto nell'era "Chimerica"
L'impatto cinese sul mondo del lavoro in Occidente
La "trappola del reddito medio", perché la Cina ha cambiato passo
La Trade war di Trump e il suo impatto sulla Cina
Made in China 2025, il primo grande piano di Xi Jinping
L'accentramento a Pechino della politica industriale operato da Xi Jinping
Il mondo si scopre dipendente dalla sua "fabbrica"
La Grande Muraglia ideologica: come la Cina blocca l'ingresso di idee e persone straniere
Lo stop alla pubblicazione dei dati economici cinesi
La Trade War di Biden: impedire alla Cina di acquisire beni e tecnologie
Sempre più cinesi in fuga (o che progettano la fuga) dal paese
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Quando il necessario sembra impossibile - #EpT S03E06
Partiamo dalle vicissitudini dei governi Inglese e Italiano, per atterrare sui dilemmi del ciclo economico che sta nascendo.
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CBDC: non se, ma quando - #EpT S03E05
Ci allontaniamo per un po' dalle faccende che ci attanagliano (energia, geopolitica, inflazione...) e ci tuffiamo in una evasione nel futuro - un futuro concreto e non troppo lontano - con l'aiuto del prof Carlo Alberto Carnevale Maffé andiamo a scoprire il mondo delle Central Bank Digital Currency, il "bitcoin di Stato". Si apre la sfida alla moneta del futuro, e i concorrenti non sono pochi.
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Il realismo contro la paura - #EpT S03E04
Dopo la rassegna delle difficoltà in cui ci troviamo fatta nella puntata precedente, è venuto il momento di usare la forza del realismo per guardare quali siano le opportunità, colorando quel grigio che annebbia le nostre menti.
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Quanto dura la lotta all'inflazione? - #EPT S03E03
Una sequenza di avvenimenti partiti dalla pandemia del 2020 ci ha portato in un conflitto e in una estenuante lotta ad una inflazione figlia di carenze che erano visibili con largo anticipo. Quali sono le prospettive del ciclo economico e monetario globale, e quali avvertimenti possiamo trarre dagli eventi finanziari recenti avvenuti in UK?
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Nemmeno il nucleare è perfetto - #EPT S03E02
In tempi di crisi energetica è importante interrogarsi sul giusto mix di fonti energetiche.
Il nucleare è la forma di produzione energetica che costa meno vite umane eppure è ancora oggetto di grandi pregiudizi negativi. Suggestioni del passato e il sospetto istintivo che sorge sempre verso ciò che non comprendiamo fino in fondo.
Oggi scopriamo come funziona una centrale nucleare, quanto costa e quali pregi e difetti l'energia nucleare può offrire.
Con l'aiuto di un amico dagli USA che al nucleare sta dedicando la sua carriera.
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Link alle fonti dei dati:
Il costo, in vite umane, delle varie forme di energia (dati Statista) Chi e dove sta sviluppando nuovi programmi nucleari nel mondo (World nuclear) Come funziona una centrale nucleare (NEI) Come funziona una centrale nucleare (Energy Information Administration) Gli effetti post Fukushima (Sciencedirect) Gli effetti post Fukushima (NBER)
Menù dell'anno che verrà - #EPT S03E01
In questa prima puntata della nuova stagione di Economia Per Tutti facciamo il punto degli argomenti aperti che vogliamo affrontare, e qualche considerazione organizzativa.
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Compiti delle Vacanze - EPT #73
Un recap di alcuni elementi di attualità, e poi una serie di consigli di lettura per le vacanze
I libri consigliati:
The Origins of Financial Crises
Una buona economia per tempi difficili
Ci rivediamo a settembre
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Lo schema Ponzi - EPT #72
Il truffatore non è un ladro, diceva Nicholas Cage ne "il genio della truffa", perché il truffatore non prende nulla, è la vittima a dargli le cose.
Come funzionano le truffe, quali sono i comportamenti umani che vengono sfruttati? Prendiamo il più famoso dei casi di grande truffa collettiva e ne parliamo con Filippo Mazzotti, autore del libro "Lo schema Ponzi - romanzo di una truffa".
Trovi il libro qui: https://amzn.to/3zO4ySx
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Economia dell'informazione - con Oscar Giannino - EPT#71
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I superpoteri dello Stato debitore - EPT #70
Gli illusionisti conoscono bene il trucco: se il prestigiatore inserisce qualche mezza verità nel suo racconto, rende più facile credere che se metà della storia è vera, allora il resto non sia solo verosimile e che il pubblico possa legittimamente sperare in quella incredibile magia.
Allora isoliamo le mezze verità dal resto e andiamo a fondo (o dietro il sipario, se volete), così da prendere coscienza di quanto l'illusionista abbia cercato la nostra complicità per trarci in inganno e di come l'istinto -che probabilmente ci suggeriva che sembrava tutto troppo bello e facile per essere vero- avesse perfettamente ragione.
Fallimenti pubblici e come trovarli.
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Monopsonio e Monopolio - EPT #69
In una puntata pre-estiva, la conversazione inclinata viaggia ancora più libera del solito, da Taiwan alla geopolitica, dal crollo del Nasdaq alle possibili novità della federal Reserve, fino ai cambiamenti culturali di cui potremmo essere protagonisti in conseguenza del cambio di contesto economico in cui ci avviamo ad entrare.
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La stasi economica cinese - EPT #68
Nonostante sia iniziata in Cina, la pandemia l'ha risparmiata in gran grazie al successo di un brutale integralismo di chiusure. Nell'estate del 2020, la normalità era per lo più tornata, a patto di non voler entrare o uscire dal Paese. Xi Jinping ha legato il suo destino politico alla gestione della pandemia, ma forse la sta anche usando come schermo. Infatti la decisione del governo cinese di bloccare centinaia di milioni di persone per settimane per sradicare il covid appare di per sé poco comprensibile. Più che una valutazione di salute pubblica, cerchiamo di fare considerazioni sulla sostenibilità sociale, politica ed economica di questa scelta. Senza dimenticare che la Cina oggi produce il 305 della crescita globale: non produrre e non consumare produce effetti, e alcuni potrebbero essere una sorpresa.
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Come mi paghi? - EPT #67
Dai pagamenti in rubli alle vicende tra Musk e Twitter, fino allo scivolone delle crypto e al disastro tra "corpi celesti" della galassia stablecoin: Terra e Luna.
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Difficili adattamenti - EPT #66
Dopo due puntate dedicate allo scenario di mondo diviso in due, ci adeguiamo al nuovo disordine mondiale, divagando su più fronti e vari aspetti. Una chiacchierata spontanea, che è poi la nostra cifra, parlando di cambio dei trend pluridecennali, inflazione, stagflazione, mercato delle materie prime e settori che stano beneficiando di questa fase.
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Il mondo diviso - EPT #65
La guerra potrebbe generare un mondo diviso in due, le cui conseguenze è interessante esplorare, perché -dal punto di vista finanziario, ad esempio-la lezione che questa guerra ha dato è che avere riserve in titoli USA espone al rischio di essere colpiti dal freeze delle riserve nazionali.
Una gigantesca riallocazione di capitale potrebbe essere la conseguenza di usare l'arma dell'economia. Proprio mentre gli investitori hanno comunque perplessità per il rischio tassi.
Quali gli effetti di una fuga di capitale? E quali le possibili destinazioni?
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Il mondo di Putin - EPT #64
Che obiettivo ha la Russia?
Davvero sta sbagliando tutti i calcoli? Dove sta andando l'inerzia mondiale? Che scenario si prospetta? Che fine faranno le riserve delle banche centrali mondiali se detenere dollari diventa pericoloso?
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Come ti ribalto il ciclo economico - EPT #63
Lo scenario di un nuovo ciclo economico guidato dall'investimento del capitale in eccesso sembra frantumarsi sullo scoglio di un conflitto le cui conseguenze e sviluppi potrebbero essere ben lungi dall'essersi manifestati. Cercando di vedere lo scenario da più punti di vista possibili, gettiamo le basi per una puntata più approfondita sul tema delle sanzioni economiche attraverso il dollaro: la nuova arma deterrente che gli USA hanno deciso di utilizzare senza remore e da cui il resto del mondo potrebbe decidere di doversi difendere. Per questo e per tutto il resto, vi aspettiamo come sempre:
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L'economia del Teatro. Con Andrea Pennacchi - EPT #62
Non vi proponiamo una scanzonata chiacchierata con Pojana, né con lo scorbutico padre del "divin codino" Roberto Baggio, ma un Andrea Pennacchi inedito, con cui facciamo riflessioni ponderate sull'industria del teatro, sull'infrastruttura che lo Stato offre, i come e i dove degli investimenti in Cultura, con qualche pennellata su come queste cose funzionano all'estero.
Una chiacchierata in amicizia
I libri di Andrea Pennacchi:
- Pojana e i suoi fratelli amzn.to/3rbjkhf
- La storia infinita del Pojanistan amzn.to/3DRdW8d
- La guerra dei Bepi amzn.to/37wuExh
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Economia della Giustizia - EPT #61
Fare divulgazione di una materia "pesante" in modo leggero e allo stesso tempo profondo, restando "potabile" ai più, è la nostra linea guida. In questa puntata proviamo a farlo con la giurisprudenza.
Patrimonializzare le condanne. E' questo lo sviluppo più recente della Giustizia, quando si parla di deterrenza.
Perché accade, e cosa succede in confronto a Paesi dove si è consolidata la consuetudine di lasciare uscire su cauzione gli imputati, anziché fare della custodia cautelare uno strumento.
Ne parliamo con l'avv. Stefano Putinati, docente di Diritto Penale all'Università di Parma.
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L'economia del cinema - EPT #60
Cosa sta accadendo ai contenuti cinematografici? Come cambiano le logiche di produzione al cambiare delle preferenze di distribuzione e di fruizione degli utenti? Piattaforme, TV a palinstesto, cinema, hardware casalingo... Una sfaccettatura della grande ondata di digitalizzazione: i film nascono sempre più spesso con un percorso già predefinito (e perciò vengono scritti diversamente).
Ne parliamo con un ospite competente, col consueto mix di profondità e leggerezza.
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Il respiro del ciclo economico mondiale - EPT #59
Anche noi, qui ad “Economia per tutti”, abbiamo i nostri anni del cuore e sono i, per noi mitici, Nineties. Come per tutti, il criterio fondamentale di scelta, per nulla obiettivo s’intende, è quello che porta a ricordare come età dell’oro quella della propria gioventù, con la sua musica, i suoi film, i suoi rituali identitari collettivi. Ma, a ben vedere, c’è anche una ragione squisitamente economica che ci porta a prediligere quel decennio.
Gli anni Novanta infatti, a prescindere dalla tumultuose e anche drammatiche vicende italiane, furono anni in cui l’ideale polmone del ciclo economico globale dovette dilatarsi a dismisura per riempirsi di tutta l’aria nuova allora prepotentemente entrata in circolo: era appena finita una guerra fredda quanto opprimente, erano caduti tutti i muri, le società aperte dominavano, il dividendo della pace si traduceva in vorticosa mobilità di beni, persone, capitali, il mondo si affermava come perimetro, cornice, campo da gioco delle nostre esistenze. Era la globalizzazione, bellezza, e con essa la crescita.
Il ricordo di quegli anni sta facendo capolino in queste settimane. Un ricordo accompagnato dal tarlo della nostalgia, certo, ma ancor più dall’amarezza, e persino dalla rabbia, nel confronto con il mondo nel quale siamo ripiombati dal fatidico 24 febbraio. Perché questa guerra è odiosa non solo perché guerra, ingiusta e tragica, ma anche perché terribilmente vecchia, impregnata com’è dell’odore stantio di cose non antiche, ma solo irrimediabilmente obsolete: aspirazioni neoimperiali, revanscismi, sfere di influenza.
Un clima asfittico, ammorbante. Esattamente come i cascami ideologici di opposto colore che congiurano nel determinare l’ennesima anomalia italiana nel panorama internazionale: il diffuso giustificazionismo, sebbene non certo a livello governativo, verso l’invasore Putin. Un clima che non può, per giunta dopo due anni di pandemia, non contagiare l’economia.
La conversazione inclinata di questa settimana è allora dedicata al racconto e all’analisi di come il polmone del ciclo economico, al contrario degli anni Novanta, oggi si svuoti, si rimpicciolisca, incarni il respiro corto e affannoso dell’attuale congiuntura bellica. Il respiro corto della sfinge cinese, interessata esclusivamente a fare affari, del tutto incurante della natura dei suoi interlocutori, ossessionata solo dalla loro stabilità, poco importa se trattasi della stabilità mortifera di autocrazie, peraltro avvertite come affini; il respiro corto di un commercio internazionale in cui materie prime cruciali ( dal grano al petrolio, dal gas al neon) non circolano più, non si riversano più sui mercati mondiali innescando, in un colossale #mancalaroba, cortocircuiti di vario genere; il respiro corto della politica monetaria di banche centrali che hanno apparentemente inserito il pilota automatico per domare l’inflazione secondo protocolli tradizionali, incuranti della peculiare eziologia dell’inflazione da guerra che è basilarmente connessa al calo della produzione.
Di questi ed altri affanni vi raccontiamo nella puntata in onda. Ancora una volta, temi che avremmo preferito non affrontare. Ma del resto, per chi coltiva l’ambizione di essere una piccola bussola nella navigazione economica, la negatività è sfidante: stimola a decifrare meglio le situazioni, a cercare un modus vivendi con la situazione, a prendere le misure alla new normality per quanto ostica sia.
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musica di Enrico Marani; Sigla d'apertura "Change the world" di E.Clapton; sigla di chiusura by K. MacLeod Lic.: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Mettete la bilancia commerciale nei vostri cannoni - EPT #58
Quale scenario globale si va realizzando con l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia?
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musica di Enrico Marani; Sigla d'apertura John Lennon - Give Peace a chance; Sigla di chiusura by K. MacLeod Lic.: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Economia (di guerra) per tutti - EPT #57
In questa puntata parliamo di sanzioni e degli effetti delle stesse sui due lati del fronte.
Una precisazione, però, relativa alla scorsa settimana: La settimana scorsa #EconomiaPerTutti non ha proposto alcuna puntata. Avevamo in programma una cosa, ma i nostri toni usuali non sarebbero stati appropriati al momento che stiamo vivendo.
È urgente, tuttavia, esprimersi con chiarezza, lucidità, fermezza e trasporto, sulla vicenda Ucraina, perché il silenzio rischia di non essere, non aver valore, non saper generare reazione, riflessione, partecipazione, condivisione.
L'economia sta nella concordia, nella serenità, nell'interazione tra persone, nel supporto reciproco, nella prossimità, nella gratuità, nella fruttuosa e amorevole relazione tra noi.
L'economia quindi è un elogio della pace. E' così che diventa "per tutti" come da nostro claim.
La scorsa settimana, quindi, niente podcast, niente leggerezza nell'analisi di un angolo dell'economia. Vi proponiamo di "fare economia" nelle nostre azioni: quando ci incontriamo, lavoriamo, studiamo, ci relazioniamo, amiamo, discutiamo..
E poi ne parliamo, se vi va, proviamo a celebrare la pace come una piccola-grande comunità, tutti insieme! Potete raccontarcelo poi via mail (redazione@pianoinclinato.it) con un audio @alienogentile su telegram o con un DM su twitter.
Raccogliamo emozioni, le condividiamo, vi va?
Ricordiamoci delle mille condizioni di pace che CI APPARTENGONO. E teniamocele strette. Difendiamole.
Possiamo non essere l'Uomo come lo descrive il protagonista di "memorie dal sottosuolo" di Dostoevskij e ricordarci cosa sia la gratitudine.
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Il nuovo ciclo economico: inflazione e capex - EPT#56
L'arrivo dell'inflazione degna la fine di un'era o l'inizio di un'altra? Torniamo a bomba sui nostri temi più caratterizzanti con una conversazione tutta economica incentrata su una analisi a volo d'uccello sullo scenario macroeconomico corrente e prospettico. Ci aspetta il ciclo del capex, e non tutti sono pronti.
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musica di Enrico Marani; Sigla by K. MacLeod Lic.: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

L'economia della Natura - EPT #55
E' San Valentino, e il nostro Grande Amore è l'approccio interdisciplinare e allora eccoci qui ad omaggiare Charles Darwin e a provare ad applicare l'Evoluzionismo nell'economia e nella finanza.
Partiamo omaggiando "Il caso e la necessità" di Jacques Monod, una lettura essenziale per approcciare la biologia contemporanea, e andiamo ad esplorare la biosfera e gli ecosistemi, ricordando innanzitutto che il capolavoro di Darwin è intitolato "L'origine delle specie" e non "Le origini dalla specie" perché il darwinismo, la selezione, è speciazione come proliferazione di nuove specie, non un malinteso "ne resterà solo uno", che idee criminali come l'eugenetica hanno tentato di utilizzare per appropriarsi di uno dei più grandi geni dell'Umanità.
Tra scimpanzé, cornacchie, gorilla e picchi, guardiamo insieme al comportamento "economico" di tutta la biosfera: degli animali, delle piante e persino dei fiumi
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Sigla iniziale "The circle game" - Buffy Sainte Marie; sigla di chiusura by K. MacLeod Lic.: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

La Cina è fuori dalla bolla? - EPT #54
Accendi la TV ed è subito Pechino.
Archiviati i due principali podi nostrani in lizza in questo inizio d’anno (il Colle e Sanremo, in ordine istituzionale per fortuna ancora decrescente), i Giochi olimpici cinesi, con il contributo sempre galvanizzante delle prime medaglie azzurre, possono finalmente irrompere nelle nostre case.
Non è solo sport, ovviamente. E’ panem et circenses in versione 2.0, è raffinata geopolitica, è metodico esercizio di window dressing dopo mesi di appannamento del "modello Frankenstein" cinese (turbocapitalismo di corrotta derivazione occidentale gestito dal partito unico con la sua rigorosa liturgia paramarxista).
Qui ad “Economia per tutti” abbiamo pensato allora di ricambiare la visita. Se la Cina entra nelle nostre case, ci siamo detti, perché non andare a sbirciare cosa sta accadendo alle case dei cinesi?
La trasferta è metaforica, d’accordo, ma solo fino ad un certo punto. Perché è il settore immobiliare cinese il focus della “conversazione inclinata” di questa settimana. Tra piante carnivore e kimono d’ordinanza, non senza un pizzico di legittimo orgoglio per aver intuito già ad ottobre scorso che Evergrande era solo la più classica e scontata punta dell’iceberg, vi raccontiamo la febbrile corsa al mattone dei cinesi. Roba, per intenderci, da far impallidire anche quell’immobiliarismo genetico, quell’inveterata fissazione per il “mattone” che è una sorta di italico carattere nazionale.
Una storia davvero interessante per raccontare la quale siamo partiti da due numeri: 90%, la percentuale di famiglie cinesi che vivono in casa di proprietà, e 22%, il vertiginoso tasso annuo di crescita fatto registrare per dieci lunghi, folli anni, dal 2011 al 2021, dal settore immobiliare nel suo complesso.
Cosa si nasconde dietro queste due percentuali?
Come e perché la straordinaria potenza di fuoco generata dalla miscela di urbanizzazione, crescita demografica e crescita economica si è riversata sugli immobili?
Come è potuto accadere che, mentre almeno i primi due fattori si arenavano, il settore, per giunta dapprima totalmente deregolamentato, entrasse in una compulsiva dimensione virtuale in cui gli acquirenti compravano sulla carta case che non c’erano e le società immobiliari si facevano anticipare dal sistema bancario questi futuri incassi per costruire abitazioni?
Quale ruolo cruciale hanno giocato, nel gonfiare la bolla, gli enti locali cinesi con il loro complicato rapporto finanziario con il governo centrale?
Cosa sono e quali scorie finanziariamente tossiche nascondono gli LGFV?
Perché un regime tradizionalmente poco propenso a tollerare moti di piazza ha deciso non di sedare la protesta con la violenza, ma di placarla con l’intervento di società di proprietà statale munite dell’inquietante privilegio di poter generare debito occulto?
Se vi interessa srotolare insieme a noi questa storia, e insieme valutarne i riflessi sull’attrattività della Cina e sul suo profilo internazionale nell’attuale, delicatissima fase geopolitica, dovete solo raggiungerci sulla vostra piattaforma preferita, ad esempio qui. Kimono gradito, ma non tassativo.
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Investimenti: attivi vs passivi - EPT #53
Ci siamo lasciati, una settimana fa, quasi cullati dal racconto del nostro amico Massimo Scolari. Un ritratto della figura, del ruolo e del futuro del consulente finanziario che ha riscosso parecchio successo, sancito dal flusso di ulteriori quesiti e curiosità che abbiamo registrato.
Tranquilli: Massimo è già opzionato per tornare a farci visita.
Nel frattempo, abbiamo pensato che l’ideale sequel del racconto di Massimo consistesse nell’andare a sbirciare nel negozio del consulente finanziario: cosa c’è in vendita sugli scaffali di questo professionista?
Che genere di prodotti finanziari arrivano alla clientela retail, gli investitori di base che transitano attraverso il canale degli sportelli bancari?
Chi sono i gestori che confezionano e aggiornano quotidianamente la composizione di tali prodotti?
La conversazione inclinata di questa settimana muove quindi dalla filiera di intermediari che consentono l’approdo degli investitori ai mercati finanziari: il consulente, appunto, ed il gestore di fondi, professione quest’ultima con la quale, by the way, qualcuno qui in redazione ha, eufemisticamente parlando, una certa familiarità.
Ma al centro della nostra chiacchierata ci sono loro, i prodotti. Su tutti, lo strumento finanziario che più di ogni altro incarna il concetto stesso di risparmio gestito, quello che ha reso di massa l’accesso ai mercati, quello che traghettato l’italico Bot people nel mare aperto della diversificazione e della volatilità: il fondo di investimento.
Se qualche quota di un fondo alla fine è nel portafoglio di quasi tutti, ci siamo detti, ecco una manifestazione tangibile di economia, rectius di finanza per tutti della quale ci dobbiamo necessariamente occupare.
Ma si fa presto a dire fondo.
I prodotti attivi garantiscono il funzionamento del mercato, mentre quelli passivi stanno via via prendendo spazio, e rappresentano ormai la scelta più frequente, visto che raccolgono oltre il 50% dei flussi.
Affidarsi alle strategie, che possono ovviamente rivelarsi azzeccate o meno, di team di gestori che giorno per giorno decidono e dosano quali titoli, come gli ingredienti di una ricetta, debbano andare a comporre il fondo oppure rimettersi a fondi passivi la cui composizione replica pedissequamente quella di un indice di mercato, senza spazio per il ruolo del gestore e quindi per le categorie di giusto o sbagliato?
Fondi aperti, con capitale e numero di quote suscettibili di variazioni, o fondi chiusi a capitale predefinito, nei quali si può entrare o uscire solo a condizione di trovare un corrispondente venditore o compratore di quote?
Fondi tradizionali, per i quali il valore della quota viene fissato solo una volta al giorno e al termine delle trattazioni, oppure Etf, fondi quotati e scambiati sul mercato cosicché in ogni momento possono essere oggetto di compravendita?
Ancora: da dove origina e quali effetti distorsivi produce il fatto che, sul mercato dei fondi, sia l’offerta, in misura davvero anomala, a determinare, condizionare e incanalare la domanda?
Quanto costano i fondi, quali soggetti della filiera produttiva e distributiva ne traggono guadagno e quanto è trasparente la composizione dei costi che l’investitore deve affrontare?
Tutto quello che avreste voluto sapere sui fondi di investimento, ma non avete mai osato chiedere, compreso che cosa sia il “rischio idiosincratico”.
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Come si sceglie il consulente finanziario? - EPT #52
Fare consulenza finanziaria è molto di più che intuire il trend di mercato e generare rendimenti attraverso delle asimmetrie informative. Comportamenti di investimento coerenti, consapevoli e razionali sono perfettamente in grado di generare rendimenti.
Smerciare delle “dritte” per investire, oltre che pericoloso per tanti versi, è anche piuttosto sterile: passato l’effetto della “dritta” nulla rimane nel paniere della consapevolezza, e tocca ripartire da zero. Mentre la ricchezza più grande che potete acquisire da questo podcast, dal sito Pianoinclinato e in molti altri blog è quella di apprendere il “come” più che il “cosa”. Per partire ogni volta da cento, invece che da zero.
Se non sai dove andare, finirai per trovarti dove non volevi stare.
Nel rapporto che ognuno di voi costruisce con il proprio consulente finanziario di fiducia verificate l'esistenza del Triangolo Alieno, si tratta una rappresentazione fisica della struttura di un rapporto di consulenza finanziaria, che si basa su tre aspetti: la preparazione del consulente, il livello di delega dell’investitore e la sua consapevolezza di ciò che sta facendo.
Questo triangolo deve il più possibile tendere ad essere equilatero, per evitare che si sbilanci. E’ banale dire che se il lato debole è la competenza del consulente ci si ritrova in difficoltà; la reazione spesso è quella di cercare di sopperire a queste carenze applicandosi sulla materia, col risultato di sentirsi progressivamente più frustrati nel constatare quanto sia scadente il servizio che si riceve. La via da percorrere in questo caso è invece quella (straordinariamente più facile tra l’altro) di cambiare interlocutore.
Più interessante è il caso del triangolo sbilanciato per mancanza di delega: l’investitore consapevole sa quello che sta facendo ed ha la fortuna di avere al suo fianco un consulente valido, tuttavia lo usa come un esecutore, o un filtro cui sottoporre le proprie idee d’investimento, non permettendogli di “prendere il volante“. Spesso si finisce per considerare che una banca on-line permette di avere un esecutore più economico e si sceglie di rinunciare al consulente, mentre la via giusta (e di nuovo straordinariamente più semplice) è quella di concedere la delega, nel senso di lasciare l’iniziativa al professionista, anziché farsene carico.
Infine il terzo caso: molto spesso lo sforzo di un risparmiatore è incentrato nel trovare una persona competente a cui affidarsi, con il più o meno inconscio programma di affidarcisi ciecamente. Della serie:
“Mi tolgo il problema”.Questo genere di rapporti -che talvolta derivano da un approccio del consulente sullo stile “lasci fare a me“- è quello più pericoloso.
Ringraziamo Massimo Scolari, presidente di Ascofind (https://www.ascofind.it) e membro direttivo dell'OCF per questo approfondimento sul ruolo della consulenza finanziaria.
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Incentivi e Sanzioni - EPT #51
Lo dice Rob Morgan, nei panni del dottor “Teddy” Oglethorpe, in una scena di “Don’t Look up”, affermatosi per distacco come il film di Natale ai tempi di Netflix e, purtroppo, del Covid.
Nella redazione di “Economia per tutti” abbiamo amato e discusso molto quella pellicola. Critici e fan ci siamo comunque ritrovati d’accordo nel cogliere in quella battuta la chiave “economica” del film: i comportamenti delle persone, le scelte, le reazioni degli individui dinanzi al profilarsi di nuovi scenari, tanto più se dirompenti, sono il fattore che può inceppare l’apparente, implacabile ineluttabilità di ogni previsione economica, il granello di sabbia che puntualmente frustra le aspettative (da incubo) di quanti non riescono ad accettare che no, l’economia non è affatto una scienza esatta.
Ma, lungi dal rappresentare necessariamente l’elemento irrazionale od emotivo del ciclo economico, i comportamenti umani rispondono a loro volta, fra le altre, ad alcune leve squisitamente economiche. Mentre scorrevano i titoli di coda di ”Don’t look up!”, abbiamo dunque pensato di dedicare la conversazione inclinata di questa settimana alla scoperta di due fondamentali motori economici dell’agire umano: incentivi e sanzioni.
Da sempre nella cassetta degli attrezzi di chi governa,per indurre od imporre comportamenti, incentivi e sanzioni disegnano continuamente, in base alla prevalenza degli uni o delle altre, l’oscillare del pendolo della politica tra le tentazioni intrusive del Big Government, lo Stato pesante ed interventista, e la “spinta gentile”, il "Nudge" di cui all’ omonimo ed illuminante saggio di Thaler e Sunstein.
In tempi di pandemia e relative conseguenze economico-finanziarie, nei quali quindi diventa cruciale orientare i comportamenti delle persone, la cronaca è generosa di storie di questo genere.
E’ una storia di Nudge prima e di sanzioni poi quella dell’obbligo vaccinale, contraddistinta da una sanzione il cui irrisorio contenuto economico cela in realtà un ben altro valore simbolico (lo stigma dell’illegalità).
E’ una storia di incentivi illusori e pericolosi quella dei provvedimenti adottati da governo ed autorità monetarie turche nel tentativo di fermare la corsa, da parte dei cittadini, a convertire in dollari lire turche ogni giorno di più colpite da una drammatica svalutazione.
E’ una storia di coazione a ripetere quella che ciclicamente e quindi anche oggi, vede riemergere la fallace idea dirigista secondo la quale sanzioni sotto forma di controlli e blocco dei prezzi sarebbero il toccasana rispetto all’impennarsi dell’inflazione.
Per ascoltare queste e altre storie e capire perché, da queste parti, a conti fatti si nutra spiccatamente un debole per gli incentivi, per ciò che in genere rende conveniente un comportamento atteso, vi aspettiamo, come sempre, sulla vostra piattaforma di podcast preferita.
Libro citato in trasmissione: "Nudge, la spinta gentile" https://amzn.to/3qpEOa2 di Richard Thaler e Cass Sunstein
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Cos'è la moneta digitale? - EPT #50
La digitalizzazione del denaro e dei pagamenti è oggetto di discussione di tutte le principali istituzioni politiche e monetarie mondiali. Perché la digitalizzazione sta cambiando il modo in cui lavoriamo, interagiamo, consumiamo, passiamo il tempo. Fino a cambiare la cultura. Bonifici online, app e carte di pagamento ci abituano ai pagamenti digitali; l'€ digitale porterà ripercussioni finanziarie, nuovi tool di politica monetaria, impatti geopolitici e minacce a diritti individuali (come la privacy).
In questa prima conversazione inclinata del 2022 (a proposito: Buon Anno!) abbiamo deciso di non limitarci all’orizzonte, angusto e velleitario nel contempo, di dodici mesi, ma di parlare davvero di futuro: il futuro della moneta.
“Il futuro è digitale “può suonare in generale come un luogo comune, come tale scontato e tuttavia dotato di un nucleo di irriducibile fondatezza, ma quando si parla di monete è in realtà futuro che già bussa prepotentemente.
Per noi di EPT, lo sapete, back to basic è una filosofia editoriale e quindi, in questa prima incursione nel mondo della moneta digitale (il tema, in varie declinazioni, ci farà spesso compagnia in questa stagione), abbiamo voluto partire proprio dall’inizio della storia. Cosa sono veramente le monete digitali? Hanno a che fare con le modalità di trasferimento del denaro o piuttosto con l’essenza stessa del denaro? Sanciscono la definiva smaterializzazione del denaro o, al contrario, con il fondamentale ausilio della crittografia, sono la replica più evoluta, sicura e meno falsificabile del denaro vero e più tradizionale, quello, per intenderci, delle fruscianti banconote?
Venendo alla cronaca (il futuro è qui, ve lo abbiamo detto) lo yuan digitale che debutterà alle Olimpiadi di Pechino, avviando una formidabile gara geopolitica che segnerà i prossimi anni, a quali obiettivi risponde? Controllo pervasivo di privati ed operatori economici attraverso quell’indicatore chiave che è la modalità di utilizzo del denaro? Conferimento alla moneta cinese dell’agognato status di standard internazionale, indispensabile per segnare inconfondibilmente i confini dell’area di influenza di Pechino?
E l’euro digitale, invece, come si caratterizzerà? Soppianterà il contante, o più probabilmente, si limiterà a mandare in crisi “solo” esistenza e funzione del conto corrente? Come si spiega il paradosso per cui l’euro digitale, a differenza dell’omologa valuta cinese, potrebbe far recuperare ai suoi possessori margini di privacy?
Non poteva mancare, infine, alla nostra carrellata il confronto tra le monete digitali in arrivo e le “cugine” già sulla bocca di tutti e, seppur tra paurose oscillazioni, pure nelle tasche di molti: le criptovalute.
È curioso, l'ingrediente essenziale di bitcoin è che è decentralizzato, ma la maggior parte di chi ne compra usa piattaforme, etf e altre forme di centralizzazione. Può essere che sveli che a pochi interessa l'ingrediente essenziale, ma c'è anche un'altra lettura: le monete digitali centralizzate (CBDC) ancora non ci sono. Quando saranno realtà saranno certamente "comode" e avranno ampia diffusione. Ma, in tema sicurezza, la "non-hackerabilità" della struttura decentralizzata (oggi non considerata) potrebbe assumere improvvisamente valore.
Tra valute centralizzate e decentralizzate, profili di legalità e di anonimato e scenari distopici, vi condurremo a scoprire la più eclatante ed inaspettata differenza tra divise digitali e crypto.
Vi aspettiamo sulla vostra piattaforma di podcast preferita.
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5 Nightmares Before Christmas - EPT #49
Ultima puntata dell’anno e, insieme agli auguri e a un corale “grazie “a quanti hanno accettato la nostra compagnia in questi mesi, potrebbe fare capolino la tentazione di formulare previsioni sull’ anno che verrà. Del resto, il nostro bilancio 2021 registra all’attivo anche qualche brillante anticipazione di trend poi puntualmente avveratisi (su tutti l’ormai virale #mancalaroba), cosicché sbilanciarsi potrebbe anche apparire non troppo velleitario. Ma, qui ad “Economia per tutti”, preferiamo rimanere umili e, avendo letto Galbraith, sappiamo che “l’unica funzione delle previsioni economiche è quella di far apparire rispettabile l’astrologia”.
Bandite le divinazioni, quindi, nell’ultima conversazione inclinata di questo 2021 abbiamo deciso di scartare con voi 5 pacchetti regalo: ognuno è un event trigger, una situazione che va attenzionata perchè, insieme a ciascuna delle altre, può contribuire in maniera decisiva a dare impronta e direzione al 2022. Insomma, non abbiamo la presunzione di dirvi quel che accadrà, ma il gusto, quello sì, di fornirvi qualche idea su dove si deve guardare.
Inflazione, Cina, situazione sanitaria, mercato del lavoro e tensioni geopolitiche. E’ lunghissimo, a tratti terrorizzante a tratti affascinante, l’elenco delle incognite che il 2022 dovrà sciogliere.
Assodato, almeno dall’altra parte dell’oceano, che la grande revenant del 2021, l’inflazione appunto, è qui per restare, come si comporterà nei prossimi mesi? Come reagirà alle mosse delle banche centrali e quali effetti produrranno queste mosse nel sistema economico globale?
Come sarà la Cina che, dopo marzo e l’investitura per il terzo mandato, sarà più che mai la Cina di XI? Il consolidamento di una sorta di leadership a vita darà il semaforo verde a quali riforme?
Il 2022 sarà l’anno della fine della guerra contro il Covid? Omicron ci farà riprecipitare nell’incubo o sarà invece proprio la via alla deospedalizzazione del virus?
Cosa si muove, nel mercato del lavoro, sotto la superficie delle tradizionali dinamiche di domanda e offerta? Forse l’economia digitale sta preparando una colossale disruption, destinata a far impallidire le nostre anguste discussioni sullo smart working e basata sulla globalizzazione della prestazione lavorativa, sulla delocalizzazione di persone che si spostano, al pari di capitali ed imprese, con un click, quello che consente di connettersi e prestare la propria opera a datori di lavoro sparsi in giro per il mondo rimanendo a casa propria?
Infine, Taiwan,Ucraina, Iran: si tratta di scenari troppo terrificanti per esplodere? Di escalation, di sfide che si consumano nell’atto stesso di venir realizzate perché gli attori, dietro la retorica bellicista, hanno consapevolezza di non poter andare oltre? Probabilmente sì, ma questo non esclude la possibilità di un incidente idoneo a travolgere simili calcoli.
C’è infine un sesto pacchetto regalo: non contiene uno scenario da monitorare, ma un impegno, il nostro impegno a raccontarvi l’anno che verrà, ad analizzare, sempre in chiave economica e sempre con lo sguardo laterale che è un po' la nostra cifra, il dipanarsi o l’avvilupparsi di queste situazioni. Di queste, ma soprattutto di quelle che più ci intrigano: le questioni, le situazioni che in questa puntata non vi abbiamo suggerito per la semplice ragione che non le vediamo, non le conosciamo: le unknown unknowns, le cose che non sappiamo di non sapere
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I tesori delle economie emergenti - EPT #48
Natale è alle porte e qui ad “Economia per tutti” abbiamo pensato di farci un regalo. Certo, sotto il nostro albero virtuale c’è già un voluminoso quanto gradito cadeau (abbiamo sbirciato sotto la carta regalo ed intuiamo trattarsi di qualcosa del genere “travolgente aumento di ascolti”), ma c’è un altro regalo che abbiamo voluto condividere con i nostri ascoltatori nella puntata di questa settimana.
Si tratta della voce gentile e competente di una nostra amica, Francesca Cassano. Economista, un’esperienza ventennale alla BERS (Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, l’istituzione finanziaria internazionale creata trent’anni orsono per favorire la transizione dei paesi dell’ex blocco sovietico verso l’economia di mercato).
Francesca ha molto in comune con EPT: anche lei, innanzitutto, oscilla tra Italia e UK, ma soprattutto condivide con noi una modalità di narrazione del fatto economico in cui l’analisi e l’inquadramento rigoroso dei temi si accompagnano sempre alla traduzione nel quotidiano, là dove si palesa che l’economia è davvero di tutti per la semplice ragione che impatta e condiziona la vita di tutti. Muovendosi su questo duplice registro, Francesca Cassano è una grande esperta di paesi emergenti.
Da lei ci siamo fatti condurre, quindi, in un viaggio dentro a questa sigla, forse logora nella sua genericità, ma straordinariamente attuale nel momento in cui l’imperativo della transizione ecologica delle economie mature scatena la corsa a materie prime, metalli in primis, delle quali sono ricchissimi paesi per il resto mancanti di tutto.
Previa sistematizzazione della formula “paesi emergenti”, per distinguere all’interno di essa almeno tre tipologie di paesi, siamo partiti con Francesca per il Congo, con le sue ricchissime miniere di cobalto e rame, che con la transizione energetica diventeranno i nuovi petrolio e gas. Il "caso Congo" (2/3 della fornitura mondiale di cobalto), dove 15 delle 19 miniere di cobalto sono di proprietà, o finanziate (linee di credito per 124 mld$), da banche/aziende cinesi è paradigmatico dell’approccio della Cina verso questi paesi: sfruttamento intensivo delle materie prime in cambio di finanziamenti e creazione di infrastrutture, ma il tutto nel quadro di accordi capestro che rendono la Cina creditore privilegiato, quando non esclusivo, al quale il paese in questione di fatto si consegna e si lega indissolubilmente.
I congolesi ora vogliono ora rivedere i contratti minerari con l'aiuto finanziario degli USA. Un racconto chiaro e affascinante, come quello dei tentativi, anche qui vissuti in prima persona dalla nostra ospite, di introdurre in paesi poverissimi creative forme di erogazione creditizia (non potete immaginare quanto creative, dovete ascoltarlo).
Noi avremmo continuato ad ascoltare Francesca per ore. Se volete viaggiare anche voi per una mezz’ora insieme ai suoi racconti, vi aspettiamo come sempre sulla vostra piattaforma podcast preferita.
ospite della puntata: @UKITAEU
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Quanto costano i soldi? - EPT #47
E’questo l’imperioso memento di quanti aspirano ad arginare la deriva mercatista del nostro modo di vivere, a contrastare l’idea che tutto alla fine possa avere un prezzo, in denaro of course, al quale venir scambiato.
E’vero: esiste ancora, e per fortuna, una priceless zone nelle nostre esistenze. Ma essa non riguarda il denaro: non tutto si può comprare, d’accordo, ma di certo si possono acquistare i soldi.
Il denaro non come strumento di pagamento, ma come oggetto di acquisto: su questo particolare profilo si posa lo sguardo inclinato della nostra settimanale conversazione tra Milano e Manchester.
Quanto costano i soldi? Come e dove ci si approvvigiona di questo carburante fondamentale della nostra vita quotidiana e del sistema economico complessivo?
Il nostro viaggio nel mercato del denaro parte dal Monopoli, il gioco da tavolo che per generazioni di noi ha segnato il battesimo, in ambiente protetto, del rapporto con i soldi. Finti finché si vuole, tanto da diventare sinonimo di un rapporto con il denaro illusorio e poco responsabile, ma i soldi del Monopoli sono, in realtà, già provvisti di tutto l’apparato simbolico del denaro vero: soldi che si trasformano in patrimoni più tangibili, nei mitici “mattoni”, soldi sempre esposti all’aggressione dei “cigni neri” rappresentati dalle carte sbagliate, soldi che si incrementano ad ogni passaggio dal “via” in un plastico esempio di spirale inflazionistica indotta da una banca centrale strutturalmente dovish.
Lasciato il tavolo del Monopoli, ci spostiamo sullo shopping di denaro dei principali attori economici. Quanto costa, ad esempio, il denaro a chi ogni giorno incassa il nostro denaro, cioè ad un commerciante?
Quanto costano i soldi alle imprese? Come funziona il ciclo economico delle banche, principali intermediari della materia prima chiamata denaro: dove si approvvigionano, a quali costi, cosa include il prezzo al quale rivendono i soldi?
Infine, al centro del nostro racconto settimanale, non possono mancare i mercati dei capitali, i rutilanti megastore del denaro: come e perché si raccolgono soldi con emissioni obbligazionarie e come e perché, invece, con quotazioni azionarie? Quali differenze comporta, per una società che si quoti in Borsa, offrire in vendita azioni esistenti anziché offrire in sottoscrizione azioni di nuova emissione? Ma soprattutto: quali promesse, quali aspettative sono incorporate nel prezzo delle azioni? Cosa sono i flussi di cassa e come può accadere talvolta che il loro incremento sia insieme obiettivo di un aumento di capitale e genesi di uno successivo in un’esasperata escalation di finanziarizzazione dell’economia?
Se insomma, prima degli acquisti natalizi, volete ascoltare la storia di come si compra ciò che (quasi) tutto compra, vi aspettiamo come sempre sulla vostra piattaforma preferita
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Manca la gente - EPT #46
"In Italia le dimissioni si chiedono, non si danno"
L’abrasivo aforisma di Roberto Gervaso era evidentemente riferito alla sfera della politica e del Potere in genere, non al mondo del lavoro, ma chissà quale caustico commento formulerebbe oggi Gervaso davanti all’ultima “moda” importata dagli USA.
Ebbene sì, ora nel mercato del lavoro gli abbandoni volontari cominciano a fioccare, seppur certo non con il ritmo, invero impressionante, che il fenomeno fa registrare Oltreoceano.
Al #mancalaroba, sul quale vi abbiamo intrattenuti a più riprese nelle ultime settimane, si aggiunge dunque il #mancalagente. Mentre i complottisti novax e i negazionisti del Covid, al seguito di pifferai magici travestiti da intellettuali e monsignori, si baloccano con lisergici scenari sul genere Gran Reset, nel mondo reale, quello nel quale gli Usa conservano ancora una straordinaria energia anticipatrice di trend e fenomeni, va in scena la Great Resignation: il fenomeno delle dimissioni di massa, milioni di lavoratori che lasciano volontariamente il posto di lavoro.
Alcuni per spuntare retribuzioni maggiori altrove, altri per reinventarsi professionalmente, e con ciò ridisegnare anche la propria relazione con la sfera lavorativa, altri per abbandonare tout court il perimetro del mondo del lavoro.E’ una storia di massicci sussidi alla disoccupazione mediante i quali il Big Government , dal quale metteva in guardia una recentissima copertina dell’ Economist, si è di fatto per mesi sostituito ai datori di lavoro, ma è anche una storia che va oltre l’aspetto meramente pecuniario, investendo profili più profondi, incisive modifiche che la pandemia ha impresso alla scala valoriale di molti individui: bisogno di superare la dimensione totalizzante del lavoro, suggestione di trasformare hobby o passioni in mestieri, meno assorbenti e talora del tutto inediti.
In ogni caso, un fenomeno troppo imponente e rivelatore perché qui ad Economia Per Tutti, dove parecchi mesi fa ne raccontammo le prime avvisaglie a stelle e strisce, lo si possa ignorare. La conversazione inclinata tra Milano e Manchester di questa settimana è dedicata a tentare di capire come e perché #mancalagente
Come sempre, poi, è anche una storia di teorie economiche che si scontrano con la realtà e, più di tutto, con il “fattore umano”, il comportamento concreto degli attori fondamentali dell'economia: le persone.
Del resto, come sapete, ci piace in ogni chiacchierata sminuzzare, alla maniera nostra, qualche pillola della “scienza triste” con l’ambizione di mostrare come possa, al contrario, risultare intrigante. Questa volta è il turno della “Curva di Phillips”, con la quale negli anni Cinquanta ci si illuse di aver immutabilmente incardinato in una relazione inversa tasso di inflazione e tasso di disoccupazione, e dell’indice Nairu (non accelerating inflation rate of unemployment) con il quale la Federal Reserve cercò, con faticosi e controversi risultati empirici, di ricostruire una cornice entro la quale spiegare il rapporto inflazione/disoccupazione dopo che la stagflazione degli anni ’70 aveva traumaticamente dimostrato che, in barba alla suddetta Curva, potevano ben coesistere, con pessimi effetti, inflazione alta e altrettanto alta disoccupazione.
Se volete prendervi un break dal vostro lavoro, anche senza necessariamente dimettervi, per ascoltare questa storia o se anche siete alla ricerca di argomenti invincibili per strappare un aumento di stipendio, vi aspettiamo sulla vostra piattaforma preferita.
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Dove finisce la fiction ed inizia la realtà - EPT #45
"L'inflazione è transitoria". Se l'avesse scritto Tolstoj, sarebbe molto diverso. Invece a dirlo sono Jerome Powell della Federal reserve e Christine Lagarde della BCE. Con questa narrativa le Banche Centrali cercano di condizionare lo sviluppo degli eventi e il comportamento delle persone, qual è allora il confine tra realtà e finzione, se l'una può compenetrare l'altra? E in che modo dedicare del tempo alla lettura di un romanzo può fornirci delle chiavi per capire l'essere umano e intuirne i comportamenti nello sviluppo dello scenario e nella continua insorgenza di diversi incentivi.
Chi meglio di Leonardo Dorini, curatore della rubrica "letture inclinate" ( http://www.pianoinclinato.it/category/lettore-inclinato/ ) può aiutarci ad entrare in un argomento così affascinante ma nebuloso?
Una conversazione a tre, dunque, saltando lungo un filo rosso tra Roth, Brexit, autori russi, banche centrali, Mc Ewan e inflazione. Per stare al passo con gli eventi, in modo non convenzionale
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Manca la roba (parte seconda) - EPT #44
Ogni promessa è debito. Come era implicito nel titolo della puntata di un paio di settimane orsono, rieccoci a parlare della “roba che manca”.
Ci torniamo sopra nella “conversazione inclinata” tra Milano e Manchester di questa settimana per diversi motivi: perché la roba continua a mancare, perché talora manca sì ma in modo peculiare (magari è stipata in magazzini), perché infine, ora che tutti hanno scoperto il #mancalaroba, ci sono alcuni effetti non scontati del fenomeno che meritano di essere capiti.
Per farci largo nel grande ingorgo planetario di container, tir, navi e auto che non vengono consegnate – ingorgo conseguente a quello che definimmo due settimane fa “l’infarto della supply chain” – ci siamo aiutati questa settimana con un oggetto apparentemente eccentrico: una frusta.
Tranquilli: la agiteremo solo nella direzione di quel colossale ingorgo logistico e, se avrete la pazienza di seguire questa volta anche i nostri movimenti oltre che il filo del ragionamento, cercheremo di capire insieme quale mondo ci aspetta una volta che l’ingorgo stesso, come è giocoforza che avvenga, si sarà sciolto. Le domande, infatti, a differenza della roba, non mancano affatto.
E’corretto, innanzitutto, e banalmente lineare il link che tanti instaurano tra #mancalaroba e ripresa inflazionistica? Carenza di beni uguale innalzamento dei prezzi, cosicché persino chi, come noi, da mesi mette in guardia sullo shortage globale potrebbe essere tacciato di contribuire all’inflazione come “profezia che si autoavvera”? Oppure il nesso è meno scontato e la carenza di beni, lungi dal produrre prezzi necessariamente e solo in incremento, produce prezzi, per così dire, “strani”? Che cos’è, appunto, l’”effetto frusta” in cui risiede l’origine di questa stranezza? Perché immaginare il movimento oscillatorio di una frusta, quanto più si allontana dalla mano che la impugna, ci aiuta a capire gli effetti sui prezzi di una amplificazione anomala ed irregolare della domanda?
Ma l’introduzione di un concetto prettamente economico, come sapete, qui ad “Economia per tutti” non mette mai in ombra la fondamentale variabile rappresentata dal “fattore umano”, dai comportamenti cioè degli individui. Una variabile quanto mai decisiva ed indecifrabile all’indomani di un’esperienza finora unica nella storia moderna.
Come reagirà, come sta reagendo la gente al rimettersi in moto di un mondo che letteralmente si era fermato? Praticherà il revenge spending, la spesa quasi compulsiva volta a compensare un lungo periodo di mancati acquisti e gratificazioni? Ma, in tal caso, è pensabile sia una spesa che replichi passivamente quella di “prima”, oppure, come già si intravede da un certo strabismo dei consumi, sarà una spesa inevitabilmente diversa?
L’ingorgo, lo abbiamo detto, si scioglierà, la roba gradualmente cesserà di mancare, la complessa catena che la porta fino a noi recupererà, ad un certo punto, i suoi oliati quanto delicati meccanismi, ma tutto ciò scorrerà ordinato in un panorama radicalmente cambiato: prezzi, salari, consumi, tutto si modificherà perché in economia, come nella vita, non si torna mai da nessuna parte o comunque non lo si fa mai essendo gli stessi di prima.
Se volete gettare con noi uno sguardo oltre l’ingorgo, vi aspettiamo sulla piattaforma podcast che preferite.
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Storia di due monete - EPT #43
“Taluni ritengono la moneta un non senso, una semplice convenzione legale senza alcun fondamento in natura, perché, cambiato l’accordo tra quelli che se ne servono, non ha più valore alcuno e non è più utile per alcuna necessità della vita…”. Nella “Politica” il sommo Aristotele aveva già messo a fuoco l’intrinseca inconsistenza, la forza meramente convenzionale della moneta.
Ma questa congenita gracilità non ha impedito alla moneta di arrivare fino ad oggi. Miracolo? Forse no.
Forse la spiegazione risiede piuttosto nell’affascinante teoria mediante la quale Yuval Noah Harari spiega, nell’ormai celeberrimo “Da animali a Dei”, come l’Homo sapiens è riuscito a dominare il mondo: sono la forza dell’immaginazione e la capacità di creare storie a cui tutti credono, secondo Harari, gli elementi che hanno reso gli uomini dominatori incontrastati. Ecco, tra queste storie, la moneta è una delle più potenti ed antiche, una narrazione che si rinnova, ma non si estingue, radicata com’è in alcuni incomprimibili bisogni del vivere associato.
Ad “Economia per tutti”, lo sapete, amiamo le storie. Le storie laterali rispetto al fatto economico, certo, quelle con le quali ci piace arrivare a parlare di economia attraverso percorsi trasversali e (ci auguriamo) sorprendenti, ma anche le storie che illuminano direttamente il nocciolo duro delle vicende economico-finanziarie.
Questa settimana, quindi, abbiamo scelto di dedicare la “conversazione inclinata” tra Milano e Manchester a ripercorrere, alla maniera nostra, la storia della moneta.
Se avrete voglia di unirvi a noi, vi condurremo in un viaggio che muove dal palazzo del Re Creso, che ha forse visto il conio della prima moneta, e attraverso le note di banco, aka banconote partorite dal genio mercantile toscano, arriva fino al Ferragosto forse più gravido di conseguenze della storia economica recente. 15 agosto 1971: Nixon annuncia la fine della parità aurea e inaugura una nuova fase della storia della moneta.
Che cosa significò quella svolta? Come e perché da allora la fiducia riposta nelle Banche Centrali, che emettono denaro e ne fissano il valore, è diventata elemento basilare e intrinseco della moneta?
Ed ora, con l’avvento delle criptovalute - strumenti basati sulla trustless, cioè sulla sostituzione dell’elemento fiduciario con l’algida blockchain - stiamo vivendo una disruption paragonabile a quella svolta? Ma sono davvero da considerarsi nuove monete le criptovalute? Possono essere riserve di valore con la loro esasperata volatilità? Possono fungere come unità di conto e mezzo di scambio finché beni e si scambiano e si prezzano sulla base delle valute tradizionali? O forse sarà proprio la versione digitale, ormai incombente, delle monete tradizionali a sdognare le criptovalute e a rendercele meno esotiche? Ma come si concilia, infine, questa corsa alla digitalizzazione della moneta con l’idea antica e geniale, che profuma di Banca di ferro di Braavos in Game of Thrones, di far coniare dal Tesoro Usa, in unico esemplare, una moneta da un trilione di dollari per uscire dallo stallo politico sulla medievale regola del debt ceiling?
Se vi incuriosiscono alcune delle risposte che abbiamo abbozzato, non occorrono né euro né bitcoin. Basta scegliere di ascoltarci sulla piattaforma che preferite
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Manca la roba (prima parte) - EPT #42
Per primi cominciarono a mancare i wafer di silicio. I semiconduttori furono, nella scorsa primavera, una sorta di paziente zero del "Covid delle cose": l’epidemia di scarsità che ben presto si è propagata alle merci più svariate, cosicché oggi sembra mancare tutto: dalle auto, le cui consegne registrano tempi biblici, alla carta su cui stampare i libri, fino persino ai tacchini del giorno del Ringraziamento.
#mancalaroba, insomma, e potremmo avere la tentazione di cavarcela con la soddisfazione di aver creato noi questo hashtag, che oggi dilaga su Twitter per sintetizzare nella maniera più asciutta e realistica un’intera fase economica, e di avervi avvisati, già in una “conversazione inclinata” dei primi di aprile, che i wafer erano finiti e ciò era solo un’avvisaglia di quel che si preparava.
Ma qui ad “Economia per “tutti” sappiamo, con Popper, che “all’uomo irrazionale interessa solamente avere ragione. All’uomo razionale interessa imparare”.
Ora quindi che il #mancalaroba è deflagrato, è ormai un vissuto comune a tutti e sembra allungare un’ombra sinistra anche sul nostro Natale, quasi non bastasse un virus ancora non del tutto domato, abbiamo ancora più voglia di esplorare insieme le cause, ma ancor più la rete di nessi, di implicazioni economico-finanziarie di questa situazione.
Tra Milano e Manchester, dunque, questa settimana siamo andati dentro e oltre il #mancalaroba.
Da dove questo scaturisce questo vero e proprio infarto, cui stiamo assistendo, della supply chain, ossia di quella delicatissima e complessa catena di approvvigionamento su scala planetaria che di fatto, in tempi normali, serve a farci arrivare la roba che oggi latita?
Ha davvero senso l’ostinata narrazione di un’inflazione temporanea in una simile situazione di totale squilibrio tra domanda ed offerta con consumatori che ricercano beni e prodotti che non vengono forniti in tempi e quantitativi adeguati, cosi da far scattare anche autentiche corse all’accaparramento?
Quale nesso c’è tra questa congiuntura e la sempre più sguarnita cassetta degli attrezzi delle Banche Centrali, intrappolate in una sorta di dilemma del prigioniero, divise tra la necessità di continuare a tenere sotto controllo i rendimenti (quindi il costo del debito al quale tutti i governi hanno fatto ampiamente ricorso per fronteggiare le ricadute della pandemia) e al tempo stesso di dismettere strumenti monetari non convenzionali che, continuando a pompare liquidità in un sistema già surriscaldato, avrebbero un effetto vieppiù inflazionistico?
Che c’azzecca con tutto ciò il mantra dell’indifferibile transizione ecologica?
Qual è il paradigma classico della moneta e di che genere sarà il dazio da pagare alla realtà quando l’inversione di tale paradigma si rivelerà, con l’inflazionata tornata tra noi per restarci, un clamoroso abbaglio collettivo di questi ultimi anni?
Come vedete, mancherà pure la roba, ma abbondano le domande, la materia prima “priceless” alla quale ci piace maggiormente attingere. Se volete saccheggiarla insieme a noi, vi aspettiamo come sempre.
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Squid Game e le disuguaglianze - EPT #41
Le serie tv hanno preso il posto prima occupato dalla letteratura? Alcuni lo pensano con infantile nuovismo, magari misto a senso di colpa per non riuscire più a dedicare ad un classico il necessario spazio di silenzio e dedizione interiore, altri respingono l’ipotesi con uno sdegno che tradisce il più intimamente conservatore tra tutti gli atteggiamenti, ossia quello che antepone il contenitore al contenuto.
Qui ad “Economia per tutti”, parafrasando una celebre affermazione di Baricco, pensiamo che non sei fregato finché hai qualcuno che ti racconti una buona storia e, aggiungiamo, poco importa quale sia il mezzo scelto per raccontartela. Siamo dunque consumatori di non modiche quantità di serie tv, ma non rinunceremmo mai, per dire, all’ultimo Piperno.
Così, nei giorni scorsi, abbiamo alternato le pagine di quel romanzo alla “serie del momento”, espressione solitamente abusata, ma che in questo caso corrisponde ad un numero provvisorio quanto impressionante: 142 milioni di utenti Netflix incollati a “Squid Game”.
Tranquilli: vi garantiamo il “no spoiler” e potete quindi continuare a leggere tranquilli queste righe, ma soprattutto, quel che più conta, potete godervi senza timori la “conversazione inclinata” di questa settimana. Non subirete rivelazioni a tradimento sul plot della distopica serie coreana, ma vi troverete proposte alcune piste interpretative di “Squid Game” elaborate sul consueto asse Milano-Manchester.
Perché, sì, alla fine “Squid Game” è una storia economica nel senso più viscerale del termine, chiama cioè in causa il rapporto e i comportamenti dell’individuo rispetto al denaro, dimostra come davvero l’economia è “di” tutti.
E’una storia che ha a che fare con il tema delle diseguaglianze, divenuto centrale nella politica economica odierna dopo che ci si è accorti che anni di poderose iniezioni di liquidità nel sistema hanno gonfiato terreni già irrigui e lasciato immutati quelli aridi; è una storia che coinvolge l’educazione finanziaria basilare, intesa come capacità di gestire il denaro e di gestirsi rispetto ad esso; è una storia che parla delle più illusorie e rovinose scorciatoie nel rapporto con i soldi.
In quei giochi che profumano insieme di antico e di crudeltà, noi abbiamo visto questo, ma anche tanto altro, riconducibile pure alla più stretta attualità economica: l’idea di politiche redistributive, con rischi e limiti connessi, la necessità di interventi sulla falsariga del nostrano reddito di cittadinanza, concettualmente condivisibile ma fatto deragliare da una declinazione in chiave puramente elettoralistica. Last but not least, abbiamo scorto un insospettato, ma lampante, nesso tra la lotta alle diseguaglianze, che pare imposta dalla visione di “Squid Game”, e quel #mancala roba con il quale da mesi, qui e su @piano_inclinato, vi stiamo raccontando il drammatico corto circuito domanda/offerta che sta sconvolgendo l’economia reale.
Se quindi volete intervallare gli episodi della serie o prepararvi alla visione in modo originale, non perdetevi questo viaggio nell’ “economia del calamaro”. Vi aspettiamo come sempre, con una puntata più leggera, a metà strada tra recensione della serie e le consuete rfilessioni su Economia e Finanza.
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Bonus track - come nasce un podcast (anzi due) di successo
Economia per Tutti incontra EduFin.
L’iniziativa si inserisce nei progetti di ottobre, mese dedicato all’educazione finanziaria, un episodio “spare” erogato su entrambe le piattaforme. Sia EpT che EduFin svolgono, in modo diverso, un ruolo di divulgazione di cui c’è grande bisogno: ci è sembrato naturale che le due iniziative si potessero in qualche occasione ibridare. Dunque questa potrebbe essere solo la prima, introduttiva, puntata di una serie.
Motivazioni comuni spingono a questa opera di “impegno civile”, forse necessaria in un paese come il nostro in cui l’educazione economico-finanziaria latita e l’alfabetizzazione è bassissima (non solo nei giovani, ma su tutte le generazioni). Per rendere il tutto più appealing tiriamo fuori le differenze di approccio, metodo, comunicazione e costruzione delle puntate tra #EPT e #EduFin.
Che -vi anticipiamo- non sono in conflitto, ma anzi si integrano.
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Speciale Cina 2021-2030 - EPT #40
Noi e la Cina.
È un misto di ammirazione, timore, stupore quello con il quale ormai da qualche decennio in Occidente si guarda al gigante cinese, a quel miliardo e mezzo di uomini e donne condotti dai loro timonieri di turno a sparigliare completamente i termini del tradizionale confronto tra capitalismo e socialismo reale, prima impari e manicheo, a favore di un modello assolutamente inedito.
Un modello in cui è lo Stato centralista a far proprio il sistema capitalistico per applicarlo, grazie al potere assoluto del partito unico e dietro l’apparenza di una vuota quanto ferrea liturgia paramarxista, in tutto il suo potenziale di crescita e di disruption, senza dover venire a patti con la democrazia e i diritti, senza la necessità di armonizzarlo con alcuna forma di welfare, di mitigazione sociale dei suoi effetti.
Un modello “Frankenstein” che sembra averci scippati del sistema economico che identificava le nostre società per mostrarci come lo stesso può trasformarsi, senza le “pastoie” democratiche alle quali non rinunceremmo mai, in una macchina da guerra che, non da oggi, mira a soggiogare e colonizzare proprio quella porzione di mondo, la nostra, che pure ha visto nascere il capitalismo.
Sarà davvero questo, come tanti preconizzano, “il secolo cinese”, cioè quello dell’affermarsi della definitiva supremazia dei nipotini di Mao?
Ad “Economia per tutti “, come per tutti coloro che cercano di decifrare i fatti economici, la Cina è pane quotidiano. Questa settimana, però, abbiamo deciso di dedicare un’intera conversazione inclinata tra Milano e Manchester al gigante asiatico. Ne è valsa la pena, crediamo.
Complici, infatti, look e colonna sonora adottati per l’occasione, ne è venuta fuori una chiacchierata intrigante nella quale abbiamo unito i puntini rappresentati da alcune notizie recenti e abbiamo messo in ordine, alla Sherlock Holmes, una serie di indizi.
Cos’è Evergrande? Come è diventata Evergrande e cosa c’è dietro il rischio di un suo default? Qual è il filo rosso che unisce il peculiare mercato immobiliare cinese, popolato anche di città fantasma, le regole di bilancio degli enti locali cinesi e la politica centralistica del figlio unico? Cosa si nasconde dietro lo strano timing del governo cinese che introduce regole draconiane, proprio mentre l’economia sta uscendo dalla crisi pandemica, su un settore, appunto quello immobiliare, che vale da solo almeno il 28% del pil nazionale? Cosa lega, al di là motivazioni moralistiche e pedagogiche, queste regole con l’introduzione di quelle relative alla limitazione dell’uso quotidiano di videogames? Cos’è la common prosperity? Una politica economica realisticamente perseguibile attraverso un’economia rigidamente centralizzata o un’ammissione di fallimento per un sistema che non dovrebbe neppure contemplare diseguaglianze?
Dalle risposte che abbiamo abbozzato a questi e altri interrogativi deriva l’ipotesi che vi sottoponiamo nel podcast: forse qualcosa scricchiola nella macchina da guerra cinese, forse qualcosa che va oltre la brusca frenata del pil a tutti nota. Se, parafrasando Churchill, avete spesso l’impressione che anche la Cina sia
e volete imbarcarvi sulla navicella aliena per questo viaggio intorno al pianeta Cina, vi aspettiamo!
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Quanto costa diventare green? - EPT #39
Economia Per Tutti - Stagione 2 Episodio 2
Nell’agenda economico-politica internazionale, segnatamente in quella occidentale, il verde è invece destinato a mantenere tale primato per anni e, forse, decenni a venSenza voler invadere il campo degli storici di professione, si ha comunque l’impressione che nessuna delle generazioni che ci hanno preceduto si sia mai preoccupata quanto noi, almeno a parole, del futuro della Terra, della sostenibilità del proprio modello economico e del correlato stile di vita.
Forse, come insinua qualcuno, è una moda, forse è la neoreligione di società che hanno inseguito, ma ora non reggono, la secolarizzazione, o forse più semplicemente è la percezione che nessuna delle generazioni precedenti ha mai stressato in misura pari alla nostra il pianeta, le sue risorse, il suo ecosistema.
Se il climate change, il più allarmante indicatore di questo stress ambientale, abbia natura antropica, ed in che misura, è tema ancora dibattuto, così come, più prosaicamente, è vivace lo scontro sulla pretesa, da parte dell’Occidente, di fischiare la fine della ricreazione sviluppista mentre altre economie si sono da poco accomodate al tavolo della crescita.
Ma, al netto di tutto ciò, restano l’oggettività del problema e l’imperativo di una transizione ecologica finalizzata a scongiurare che la storia dell’umanità faccia segnare quella sesta estinzione di massa che già qualcuno preconizza.
Qui ad “Economia per tutti” siamo molto sensibili al tema e, come sempre, ai suoi risvolti economici. Risvolti tutt’altro che indifferenti perché diventare green non è un pasto gratis, la decarbonizzazione costa. Convinti come siamo, quindi, che anche alle buone cause, anzi soprattutto ad esse, si debbano fare i conti in tasca (onde evitare che vengano rovinosamente abbandonate a metà del guado dopo la tardiva scoperta del prezzo che comportano), abbiamo dedicato la settimanale “conversazione inclinata” tra Milano e Manchester proprio ad indagare questi conti.
Il tema è sfidante e sconfinato perciò la chiacchierata in argomento non è stata la prima e, di certo, non sarà l’ultima. In questa puntata, dunque, vi racconteremo innanzitutto come funziona il mercato dei “carbon credit”, in pratica i diritti ad emettere CO2 e altri agenti inquinanti che le aziende debbono comprare e che possono rivendere nella misura in cui non li hanno utilizzati, cioè non hanno inquinato.
Eh si’, è alla fine sempre il mercato il meccanismo attraverso il quale indurre comportamenti virtuosi. Un mercato, in questo caso, che mira a rendere rari e tanto più costosi i titoli oggetto di scambio. Ma la scaletta di questa settimana contiene molto altro. Nucleare si o no? Il rapporto costi/benefici è ancora quello della stagione referendaria e post Chernobyl o i dati suggerirebbero un ripensamento? Ancora: posto che il fabbisogno energetico è in costante crescita, è realistico pensare ad una sostituzione integrale dell’energia fossile con le rinnovabili? La sfida non è forse anche quella di rendere meno inquinante l’energia fossile? Come si spiega l’impennata del prezzo del gas che troviamo certificata nelle nostre bollette? Che c’azzecca la transizione ecologica con il PNRR? L’auto elettrica sarà davvero il futuro e quali cambiamenti richiede? Se avete il cuore verde, ma nel contempo, per dirla con Gianni Agnelli, pensate che “non si può essere più verdi delle proprie tasche “, vi aspettiamo, come sempre
Il libro "La Sesta Estinzione" di Elizabeth Kolbert: https://amzn.to/3lUm52Z
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Riformare il sistema calcio? - EPT #38
Economia Per Tutti Stagione 2. “L’autunno è una seconda primavera, quando ogni foglia è un fiore.”
Mai come quest’anno le parole di Albert Camus risuonano in sintonia con uno stato d’animo generale. Se “prima” (sì avete capito “prima” di cosa, di quella roba lì che noi ormai siamo troppo spossati per continuare anche solo a nominare), se “prima”, insomma, l’autunno aveva spesso il sapore amaro e un po’ malinconico di un ritorno ai doveri (scuola, lavoro), di un’interruzione brusca e precoce di vitalità, sancita dal drammatico accorciarsi delle giornate, quest’anno è tutto diverso. Aule, uffici, ma anche cinema, teatri, palestre... I luoghi del nostro vivere associato sembrano attenderci tutti per la più rivoluzionaria ed entusiasmante ripresa autunnale mai vissuta: quella all’insegna della normalità dimenticata, o quantomeno all’insegna di ciò che più si approssima ad essa.
Ma su tutti un luogo contribuisce più degli altri a restituire questa sensazione di agognata normalità: lo stadio, con cori e boati tornati finalmente a sovrastare quelle urla dal campo e da bordo campo che, a spalti deserti, trasmettevano invece un desolante senso di match amatoriale.
Anche “Economia per tutti “, dopo un’ estate di operoso silenzio e, si maligna, di significative vacanze (mentre voi avete fatto registrare un boom di ascolti della prima stagione: grazie!), ha deciso quindi di riprendere il suo racconto laterale della dimensione economica proprio da lì, dagli stadi e dall’industria calcistica.
Con una nuova sigla e l’immutata voglia di capire insieme a voi, inauguriamo quindi le “conversazioni inclinate” della nostra seconda stagione con una chiacchierata sui fondamentali economici del pallone. Tra Milano e Manchester, non per caso due città che traboccano di glorie calcistiche, vi proponiamo un racconto non convenzionale dell’industria del pallone.
Dalla metamorfosi e dalla smarrita centralità dei club, ridotti a mere infrastrutture organizzative funzionali ad ospitare le performance dei campioni, allo strapotere dei procuratori, ormai assurti a veri padroni del calciomercato, tanto che molte delle operazioni di compravendita alle quali tanto si appassionano i tifosi sono in realtà realizzate nell’esclusivo interesse dei nuovi “zar” del calcio.
Dalla perversa cosmesi di bilancio, che spinge le società alla continua rotazione dei giocatori nella foga di generare plusvalenze, alla matematica insostenibilità di un modello di business in cui tutte le entrate finiscono a pagare gli ingaggi e questi ultimi, variabile indipendente ed impazzita, vanno onorati anche quando le prime si inabissano.
Sullo sfondo, il convitato di pietra che da mesi imbarazza e inquieta i vertici calcistici europei, cioè quella SuperLega tanto demonizzata ad aprile e sulla quale, invece, i numeri, che hanno notoriamente la testa dura, stanno favorendo numerosi ripensamenti. Se siete pronti, quindi, per il calcio di inizio di “Economia per tutti” e per una nuova stagione di racconti su come l’economia ci riguardi tutti, vi aspettiamo!
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#37 Le bolle finanziarie - Economia per Tutti
Cosa sono le bolle finanziarie? Esistono o sono una spiegazione a posteriori? I mercati in questo momento sono in bolla?
In questa ultima puntata della prima stagione di Economia per Tutti andiamo a scoprirlo.
I libri menzionati:
'The adjustment of stock prices to new informations' di E. Fama, L. Fisher, M. Jensen, R. Roll 'Irrational Exuberance' di Robert Shiller href="https://amzn.to/3xB9nuO 'L'evoluzione creatrice' di Henri Bergson https://amzn.to/36rupQn 'Il caso e la necessità' di Jacques Monod https://amzn.to/3xzETJk 'I principi del successo' di Ray Dalio https://amzn.to/3hxtdS8web: http://www.PianoInclinato.it
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#36 CBDC vs Crypto. Regolato o decentralizzato? - Economia per Tutti
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#35 La differenza fra Rischio e Incertezza - Economia per Tutti
Come mai quando siamo davanti alle probabilità il nostro cervello va in cortocircuito?
Oggi scopriamo la differenza tra rischio e incertezza, e come questo influisce nelle scelte d'investimento
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#34 I Segnali della FED e...la Coca Cola - Economia per Tutti
La Banca Centrale Americana lancia dei segnali utili per capire l'andamento dell'economia per i prossimi mesi. E poi qualche curiosità sull'attualità con la Coca Cola al centro dell'attenzione in questi giorni.
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#33 Quanto Vale Un'Azienda? - Economia per Tutti
Come si stabilisce il valore di un'azienda? Quali sono i parametri con cui si stabilisce il reale valore di un'azienda?
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#32 Che Cosa Sono Gli Investimenti Sostenibili ESG? - Economia per Tutti
Cosa vuol dire ESG? Qual è il significato e quali sono i criteri per definire un investimento sostenibile?
Nel gran circo mediatico esiste una sorta di star system semantico, un meccanismo che promuove e consacra l’irresistibile successo di alcune parole rendendole tassative parole d’ordine, imprescindibili ingredienti di ogni narrazione, ineludibili pedaggi liturgici per chiunque ambisca a mostrarsi up to date.
Trascinate al successo dalla retorica COVID correlata, le regine del podio sono ora indiscutibilmente due: sostenibilità e resilienza.
Il mondo della finanza, invece, di questi concetti ragiona da un po’ più di tempo. Sostenibilità e resilienza sono infatti il cuore e il senso di un acronimo che contribuisce non poco ad intasare le mail di quanti operano professionalmente sul mercato dei capitali: ESG, che sta per Environmental, Social, Governance.
Un acronimo per addetti ai lavori, non privo di un’aura vagamente iniziatica, quindi un target perfetto per “Economia per tutti” dove ci piace rendere "per" e "di" tutti quel che sembra riservato alla competenza di pochi.
La “conversazione inclinata” di questa settimana, dunque, vi conduce al disvelamento dell’ESG. Tra Milano e Manchester sappiamo bene che il modo migliore per sottrarre un concetto alla ristretta cerchia degli addetti ai lavori è affidarsi ad uno di essi. Così abbiamo arricchito il ramo milanese della nostra chiacchierata con il prezioso apporto di Fabio Crosignani, portfolio manager e analista ESG presso Eurizon.
Con cristallina chiarezza, approccio pragmatico e quella giusta dose di intrigante riserbo, tipico di chi emette pagelle sulle società che si contendono il consenso degli investitori, Fabio ci ha condotti lungo le logiche, le complessità e le incognite dell’ESG.
In altre parole, ci ha spiegato cosa diavolo sia ESG, raccontandoci il suo lavoro: scoprire come attribuire un punteggio alla resilienza di lungo termine di una società rispetto a problematiche di natura ambientale, sociale e di governance, arrivare cioè ad esprimere in un rating la sua attitudine a generare nel tempo una crescita sostenibile sotto quegli stessi aspetti.
Per parte nostra, non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione per tempestare Fabio con tante domande e qualche bonaria provocazione.
L’ESG serve davvero? E per quale motivo? Serve a chi gestisce risparmi o è solo una moda? Che differenza c’è tra un investimento ispirato all’ ESG ed un investimento “etico”? Perché, mentre gli scoring creditizi attribuiti dalle principali agenzie di rating sono tendenzialmente omogenei tra loro, le pagelle in tema di ESG esprimono valutazioni tanto divergenti? Quali aspetti vengono concretamente valutati rispetto a ciascuna delle lettere che compongono l’acronimo? Che cos’è il “greenwashing”? Le attuali metodologie di valutazione ESG sono in grado di stanarlo e neutralizzarlo? Geograficamente, quali mercati sono più all’avanguardia in quella che potremmo chiamare la cultura ESG?
Fabio non si è tirato indietro. Se volete ascoltare le sue risposte e depennare ESG dalla lista degli “oggetti non identificati” della finanza, l’appuntamento è -come sempre- sulla vostra piattaforma di podcast preferita.
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#31 Come Funziona il Sistema Pensionistico? - Economia per Tutti
Come si finanziano le pensioni? Con quale meccanismo si calcola la pensione e qual è l'età in cui si va in pensione?
Simone de Beauvoir era indecisa: non sapeva se la pensione dovesse considerarsi “come una specie di grande vacanza o come una caduta tra gli scarti”.
Qui a “Economia per tutti” siamo certi di una cosa: l’argomento è tossico e insieme universale. Tocca tutti , in ogni momento della vita.
Coinvolge i più giovani ai quali il tema suona sì remoto, come natura vuole, ma anche sinistramente estraneo, accompagnato com’è dalla sgradevole sensazione che il trascorrere del tempo consumerà pure le briciole di una torta già oggi di risicate dimensioni; angustia gli anni di chi bordeggia ormai tra la stagione lavorativa e il “dopo”, lungo un confine in cui le inquietudini esistenziali devono fare i conti pure con più prosaici conteggi, immaginifici “scivoli” verso l’ignoto e continue modifiche legislative; e non può lasciare infine indifferenti neppure loro, i pensionati in carne ed ossa, se appena consapevoli che gli introiti odierni non hanno a che vedere con i contributi a suo tempo versati, bensì con il lavoro, sempre più minacciato e precario, di quanti sono ancora là, nel mondo produttivo.
Tra noci di cocco e schema Ponzi (le prime vi faranno sognare spiagge assolate mentre il secondo forse vi inquieterà un po'), vi proponiamo dunque un viaggio nel pianeta pensioni.
Ci troverete tutte le tessere del puzzle previdenziale: il sistema retributivo e quello contributivo, i numeri dell’INPS (solo due, tranquilli, ma sono belli rotondi e tanto rivelatori), i fondi pensione e le altre forme aggiuntive di previdenza, la formula segreta di una asset allocation finalizzata ad un piano previdenziale, gli “scaloni” e chi ci è inciampato, Quota100 e l’illusione tutta novecentesca della staffetta generazionale.
E ancora: i diversi riflessi del combinato disposto di allungamento dell’aspettativa media di vita e denatalità, i pensionati di oggi così lontani dallo stereotipo del “retired” e infine le suggestioni di nuovi strumenti di welfare che possano, in un futuro non troppo lontano, mandare in pensione pure la pensione.
Se anche questa settimana volete esorcizzare il più pericoloso “trattamento” previdenziale, quello che non guarda la carta d’identità e manda in quiescenza la curiosità ed il gusto di capire, vi aspettiamo
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#30 Qual è il Momento Giusto per Investire? - Economia per Tutti
Esiste il momento giusto per investire il proprio denaro? Quali sono le condizioni migliori per farlo?
Timing.
È tutta questione di timing. Che si tratti della borsa o della vita, il tempo in cui si operano le scelte si rivela spesso più cruciale persino del contenuto delle stesse.
Di certo, c’è una domanda che chi opera nella finanza si è sentito rivolgere, più di una volta, da tutti, indistintamente tutti gli investitori: quando investire, quando “entrare”?
È vero che qui ad “Economia per tutti” ci piace, di solito, precorrere i tempi e anticipare le domande che ancora pochi si pongono, ma non per questo disdegniamo i quesiti che da sempre assillano tutti. È, per così dire, una questione di fedeltà alla nostra ragione sociale.
Questa settimana, quindi, la “conversazione inclinata” tra Milano e Manchester oscilla tra le lancette dell’orologio interiore che alberga in ogni investitore. Vi racconteremo il dilemma del timing. Un dilemma che ha a che fare, certo, con il trend dei mercati, ma ancor più con la psicologia e con un sentimento fondamentale: la paura.
Paura che sia troppo presto, che sia troppo tardi o che comunque non sia il momento perfetto. Buona l’ultima: non è mai il momento perfetto per la semplice ragione che il magic moment, in finanza, non esiste. Ma la scelta del timing ha molto a che vedere anche con natura, orizzonte temporale, aspettative di un’ipotesi di investimento.
La nostra chiacchierata non ha quindi potuto fare a meno di svariare su tutto ciò. Dalla ragionevole prevedibilità degli investimenti a lungo termine alla logica corsara del breve termine, dal concetto di rendimento atteso medio alla distinzione fondamentale tra rendimento nominale e rendimento reale. Ancora: le differenze tra investimento immobiliare e finanziario, il rapporto rischio-rendimento (avviso ai naviganti: sui mercati “non esistono pasti gratis”), la necessità di guardare oltre l’angusto perimetro di Piazza Affari, l’incidenza del fattore “inflazione”, i pro e contro dell’acquisto di blue chips e molto altro.
Alla fine , vi sveleremo pure che, se non esiste il momento perfetto per investire, esiste comunque, per ciascuno, un momento giusto per farlo. Per scoprirlo, dovete solo scegliere il momento adatto per ascoltarci.
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#29 Sta Arrivando la Stagflazione? - Economia per Tutti
È tornata.
Dopo un quarto di secolo che è parso confermare l’audace dichiarazione di morte contenuta nel titolo di un famoso libro dell’economista inglese Roger Bootle (“La morte dell’inflazione”, 1996), l’inflazione ha fatto un rumoroso rientro sulla scena economica nella settimana appena trascorsa.
Tra Milano e Manchester, per la verità, non ci siamo particolarmente scomposti, non foss’altro perché da mesi avevamo avvertito che le componenti dell’innesco si stavano inesorabilmente assemblando. Era solo questione di tempo: ora quella peculiare “forma di tassazione che può venire imposta senza legislazione“, come Milton Friedman definiva l’inflazione, è di nuovo tra noi.
Una fiammata per riaffermare l’esistenza in vita, come provano a rassicurarci le banche centrali, o una plateale rentrée per rimanere tra noi? Nel dubbio, e nell’attesa di poter tornare a viaggiare per davvero, la “conversazione inclinata” di questo lunedì vi offre un viaggio nel tempo. Un po’ “ Ritorno al futuro” e un po’ “Dark”, distopica serie tv tedesca, nella chiacchierata di questa settimana abbiamo fatto una spericolata cavalcata nei periodi storici che più di recente ci hanno imposto di fare i conti con una massiccia inflazione.
Le analogie, lo anticipiamo, sono impressionanti e se a tratti vi parrà di confondere flashback e racconto del presente non prendetevela con il vostro livello di attenzione: sono fili che davvero si somigliano fino a sovrapporsi.
Dopoguerra, anni ‘70, epoca del COVID: tre fasi, mille ricorsi storici. Dall’altissima propensione al risparmio ai faraonici piani di spesa pubblica, dai sussidi di disoccupazione talmente generosi da scoraggiare la ricerca di un lavoro alla rottura della curva di Phillips, con conseguente fine della relazione inversa tra inflazione e disoccupazione.
Dall’inflazione come meccanismo autoavverante in cui le aspettative di inflazione sono già esse stesse inflaziogene alla capacità dei grandi brand di scaricare sui prezzi persino l’inflazione futura, con buona pace del matching domanda - offerta come criterio principe di formazione dei prezzi.
Si snoda così il nostro viaggio e, ora come allora, ha un’unica destinazione, metaforica ( ma non troppo): una diga, l’enorme diga in cui le dinamiche prima descritte, e altre che vi raccontiamo, hanno raccolto un’impressionante liquidità.
Con quale velocità questa massa di denaro prenderà a circolare nel sistema economico? Con irruenza tale da rompere la diga? E quando la crescita economica post COVID si esaurirà, che ne sarà dell’inflazione? Rimarrà tra noi per contribuire a formare il micidiale combinato disposto della stagflazione (stagnazione più inflazione , appunto)?
Le risposte non le abbiamo perché il bello dei viaggi nel tempo in economia è che il futuro, legato com’è ai comportamenti di ciascuno di noi e alla nostra reazione agli scenari preconizzati , è sempre tutto da scrivere.
Per ascoltare intanto un po' di passato e presente dell’inflazione, la grande revenant di questi giorni, vi aspettiamo con l'analisi di un passato (gli anni '50) che sembra ritornare con tante analogie. E se arrivasse la stagflazione come ne potremmo uscire?
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#28 Conversazione con Mafe De Baggis sul Mondo Digitale - Economia per Tutti
Puntata Speciale con la presentazione del libro: "Libera il Futuro - Quindici Lezioni dal Digitale per Migliorare il Nostro Mondo".
Massimo L'Abbate e l'Alieno Gentile conversano con l'autrice Mafe De Baggis.
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#27 Tasse e Risparmio. Il dilemma dello Stato invadente - Economia Per Tutti
Perché, dopo aver pagato le tasse sul lavoro, dobbiamo pagare le tasse anche sui nostri risparmi?
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#26 SuperLega: nascita e morte in 48 Ore - Economia per Tutti
Che cos'è la Super Lega di calcio? Perché 12 squadre europee la volevano e quali sono le ragioni per cui invece è naufragata.? Un'analisi economica di un progetto che poteva rivoluzionare il calcio e che svela anche lo stato di salute dell'economia calcistica europea.
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#25 BTpFutura, Che Cosa Sono i Buoni del Tesoro? - Economia per Tutti
Un'analisi su cosa sono, a cosa servono e come funzionano i buoni del tesoro e la differenza tra BOT e BTP.
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#24 Crisi a Confronto: Pandemia 2020 vs Crisi Finanziaria 2008 - Economia per Tutti
Quali sono le prospettive di crescita economica mondiale dopo la crisi dovuta alla pandemia del Covid 19? Quale confronto possiamo fare tra la crisi economica del 2020 e quella del 2008?
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#23 L'Importanza dei Semiconduttori Nell'Economia Mondiale - Economia per Tutti
Che cosa sono i semiconduttori e perché al momento scarseggiano sul mercato? Quali sono i motivi per cui sono così importanti oggi per l'economia mondiale e la geopolitica internazionale?
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#22 Karl Marx vs Adam Smith - Economia per Tutti
I Padri del Comunismo e del Libero Mercato, rispettivamente Karl Marx e Adam Smith, sono i protagonisti della nostra seconda puntata dedicata ai personaggi che hanno fatto la storia del pensiero economico.
Il Manifesto del Partito Comunista - Karl Marx https://amzn.to/3rulyph La Ricchezza delle Nazioni - Adam Smith https://amzn.to/3rB8ui4http://www.PianoInclinato.it - Newsletter: https://tinyletter.com/PianoInclinato
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#21 La Cina Diventerà la Più Ricca del Mondo? - Economia per Tutti
La Cina continuerà a crescere anche nei prossimi anni? Addirittura, come di dice, potrebbe superare gli Stati Uniti come Nazione più ricca del mondo? Quale ruolo avranno i cinesi nel futuro panorama mondiale? E l'Europa, l'Italia che rapporti avranno con la Cina?
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#20 Un Futuro con Meno Lavoro e più Tempo Libero? - Economia per Tutti
Gli USA hanno appena approvato un mega piano per l'economia, compresi sussidi alle famiglie. Dobbiamo pensare ad un futuro in cui lavoreremo meno per dedicarci al tempo libero? E' il lavoro a dirci chi siamo nella società?
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#19 Ansia, Rabbia, Noia - cosa ci dicono le nostre emozioni? - Economia per Tutti
Perché ci annoiamo? Cosa succede al nostro cervello quando sopraggiunge la noia? Annoiarsi può anche tornare utile a qualcosa? Ma soprattutto cosa c'entra la noia con un podcast che parla di economia? Proviamo a scoprirlo in un episodio un pò diverso dal solito.
https://www.rand.org/content/dam/rand/pubs/working_papers/2009/RAND_WR711.pdf
Nel paper si analizza il declino delle facoltà mentali correlato all'interruzione delle attività lavorative.
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#18 Moneta Digitale e "Bitcoin di Stato" - Economia per Tutti
Che cos'è la moneta elettronica? E il Bitcoin, la Blockchain? Cambierà il nostro modo di utilizzare il denaro? #Economia #EconomiaPerTutti #Pianoinclinato
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#17 Perché l'economia è "la Scienza Triste"? Andiamo nel 1800 a scoprirlo - Economia per Tutti
Perché l'economia si chiama scienza e perché è una scienza triste? Siamo nel 1800 in Inghilterra e scopriamo le figure di Thomas Robert Malthus e David Ricardo.
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#16 Che Cos'è l'Inflazione? - Economia per Tutti
Dopo un lungo periodo di disinflazione o addirittura di deflazione, dobbiamo prepararci al ritorno dell'inflazione?
E cosa vorrebbe dire?
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#15 Cosa Dobbiamo Aspettarci da Mario Draghi? - Economia per Tutti
Che cosa cambia con Mario Draghi alla guida dell'Italia? Davvero possiamo pensare che ad un tratto tutto possa cambiare? Cosa possiamo aspettarci da un Governo guidato da una personalità così prestigiosa e stimata nel mondo?
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#14 Musica, News e Tecnologia: intrecci inattesi - Economia per Tutti
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#13 L'agenda dei primi 100 giorni del Presidente Joe Biden - Economia per Tutti
Come cambiano gli Stati Uniti con il nuovo Presidente Joe Biden? Quali saranno i primi provvedimenti della nuova presidenza? E Trump chi fine ha fatto?
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#12 Come funziona la Crescita Economica? - Economia per Tutti
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#11 Regolare i Big Tech e i Social Media? - Economia per Tutti
Ne discutiamo con l'ospite Nicola Giocoli, Professore di Economia all'Università di Pisa.
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#10 Complotti e Teorie della Cospirazione - Economia per Tutti
Dalla congiura contro Cesare alle scalate per conquistare le aziende, le teorie del complotto sono sempre esistite. Ma cosa distingue quelle realmente avvenute da quelle false che sembrano durare per sempre? Come nasce e come si sviluppa una teoria del complotto nella mente delle persone?
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#9 Buoni Propositi per il 2021 - Economia per Tutti
In questo episodio vi sveliamo gli argomenti che affronteremo nel 2021 e soprattutto perché abbiamo deciso di realizzare questo podcast.
Libri suggeriti nell'episodio:
Il secolo breve 1914-1991 - Eric J. Hobsbawmhttps://amzn.to/3b0mEo8 Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni - Jared Diamond
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#8 Da Dove Nasce il Progresso dell'Umanità? - Economia per Tutti
Da dove nasce il progresso? Alla scoperta dei recenti avvenimenti che hanno definitivamente cambiato il corso della Storia.
Libri suggeriti:
"Too Big Too Fail" (Il crollo) - Andrew Ross Sorkinhttps://amzn.to/3roEMxL Spillover. L'Evoluzione delle Pandemie - David Quammen
https://amzn.to/3nP7GVx L'Albero Intricato - David Quammen
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#7 E se vincessi la lotteria? - Economia per Tutti
Se un giorno vinceste tanti soldi alla lotteria, 1 milione di euro o magari 5 o 50 milioni, cosa ne fareste? Come si gestisce tanto denaro? Il denaro davvero rende liberi? I suggerimenti di Alieno Gentile
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#6 I Tassi di Interesse - Economia per Tutti
Quanto era il tasso di interesse di un mutuo negli anni '80 e quanto è oggi? Come funzionano e come incidono i tassi di interesse nelle nostre vite?
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#5 La Patrimoniale pulp - Economia per Tutti
E' giusto far pagare una tassa patrimoniale ai più ricchi? Ma soprattutto è tempo di aumentare le tasse? Come far abbassare l'alto debito pubblico italiano?
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#4 Il Cenone di Capodanno - Economia per Tutti
Gli Ingredienti e una Ricetta per il Cenone di Capodanno. Cosa aspettarsi dall'economia mondiale per la fine del 2020 e i primi mesi del 2021 tra Brexit e l'insediamento del nuovo Presidente degli USA Biden.
Libri suggeriti:
Factfulness. Dieci ragioni per cui non capiamo il mondo. E perché le cose vanno meglio di come pensiamo - Hans Rosling
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Qualcosa sui Lehman - Stefano Massini
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#3 Che cos'è il Debito Pubblico? - Economia per Tutti
Che cos'è il debito di una Nazione? Come funziona? Si può cancellare il debito pubblico?
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#2 Che cos'è il Sovranismo? - Economia per Tutti
Cosa hanno in comune Donald Trump in USA, Boris Johnson in UK, Salvini in Italia, Bolsonaro in Brasile e Orban in Ungheria? Si definiscono tutti "sovranisti".
Cos'è il Sovranismo? Tutto è iniziato con la crisi economica del 2008...
#EconomiaPerTutti #Sovranismo #Europa #Brexit #Economia
PIano Inclinato
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#1 "Gli amori estivi" - Economia per Tutti
Cosa ne rimarrà dei quattro anni di Donald Trump?
L'economia americana è cresciuta o no? Come funziona il sistema elettorale negli USA?
Qual è stato l'impatto di Trump sulla cultura americana?
L'Alieno Gentile da Milano e Massimo L'Abbate da Manchester discutono su questi temi nella Prima Puntata delle Conversazioni Inclinate
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Qual è l'importanza dell'educazione finanziaria?
Nel curriculum scolastico italiano vi è attualmente una mancanza di elementi basilari di finanza, eppure la finanza, e in generale le questioni economiche, fanno parte della nostra vita di tutti i giorni.
Quali sono i nostri limiti che derivano dall’ignorare un’alfabetizzazione finanziaria di base? Cosa dovrebbe tenere a mente una persona giovane quando deve amministrare le proprie finanze?
Qualche riflessione in questo contributo di Andrea Boda per “Liberi Oltre le Illusioni”:

COVID-19 e mercati finanziari
I crolli dei mercati finanziari sono un elemento ricorrente. Quello causato dal #Covid-19 è stato particolarmente repentino. Qualche spunto sul funzionamento dei mercati finanziari può aiutare a capire dove si trovano delle opportunità