
Maceratando
By Roberto Cherubini

MaceratandoDec 02, 2023

Episodio 96 - Inaugurata la 1.a Fiera Campionaria di Macerata (1922)
Inaugurata la 1a Fiera Campionaria di Macerata.
Istituita con lodevole intento dalla Società dei Commercianti ed Industriali e ben disposta con encomiabile sollecitudine nell'ampio cortile del Convitto Nazionale la nostra Mostra Campionaria ha richiamato numerosi visitatori, che ammirando in particolar modo la ricchezza e la varietà dei prodotti marchigiani, debbono indubbiamente aver riconosciuto il progressivo e sicuro sviluppo delle nostre industrie e dei nostri commerci, raggiunto nel giro di pochi anni e considerato il tenace e meraviglioso sforzo della nostra collettività. È un primo tentativo seriamente e utilmente realizzato, che deve raccogliere il generale incitamento. Opportunamente si è continuato ad utilizzare lo stabile per la esecuzione di concerti musicali, in modo che l'avvenimento, oltre che dal punto di vista tecnico ed espositivo, è vario ed interessante.
(L'Unione, 6 settembre).

Episodio 97 - La posa della prima pietra del nuovo edificio postale (1922)
La posa della prima pietra del nuovo edificio postale.
Domenica scorsa accompagnato dal suo capo di Gabinetto comm. Sanna, è qui giunto il Ministro delle Poste on. Fulci per presenziare la cerimonia della posa della prima pietra del nuovo palazzo postale. Erano a riceverlo alla stazione il Prefetto, il Sindaco, Il direttore delle Poste cav. Martini con una larga rappresentanza del personale.
L'edificio sorgerà lungo la via XX Settembre con angolo principale prospiciente la piazza Oberdan e lungo la nuova via a gradinata che il nostro Comune ha opportunatamente in animo di aprire fra questa località ed il prossimo Corso V.E. L'Edificio che avrà la fronte nelle dette vie consterà di tre piani e di corpi secondari interni prospicienti ai cortili, ai due piani, oltre un piano sottostante. Al piano sotterraneo si accederà per due scale, una per il pubblico, un'altra per gli impiegati. Nel piano principale oltre al salone per il pubblico con gli sportelli per i servizi postali vi sono i locali di arrivo e partenza del portalettere e del capo ufficio. Al primo piano superiore il telegrafo, il telefono con le gabbie e la sala della stampa.
Al secondo piano si avrà la Direzione provinciale. Le due fronti dell'edificio sulla via XX Settembre e Nuova saranno identiche al loro raccordo angolare il partito architettonico assurgerà a maggiore significazione, con un balcone, con un grandioso fregio e stemma nazionale con un orologio luminoso. Il Comune ha acquistato il palazzo prospiciente all'ex Corte di Assise; ivi sorgerà un edificio scolastico, e con l'area che avanzerà verrà formata una piazzetta per non fare rimanere angusto l'ingresso degli uffici postali. Oltre a ciò è stata acquistata la casa Lori, prospiciente al Corso V.E., essa verrà abbattuta e vi verrà costruita una comoda scalinata che metterà a un giardino dal quale poi si accederà alla Posta. Così il nuovo edificio avrà anche un accesso dal Corso V.E., la via più centrale della città. Il progetto è opera del comm. Bazzani che non ha mancato di cercare di condurre nei modi migliori possibili nei riguardi tecnici e dello scopo cui l'edificio è destinato.
(L'Unione, 13 settembre).

Episodio 95 -La nostra non è più un'isola felice, le violenze aumentano di giorno in giorno (1922)
La nostra non è più un'isola felice, le violenze aumentano di giorno in giorno.
La nostra provincia che era rimasta fortunatamente estranea alla cruenta lotta civile che si combatte tra le fazioni armate di questa nostra povera patria e che sulle altre vantava un primato ed una superiorità morale di civismo e di libertà è stata in questi ultimi giorni funestata da alcuni luttuosi avvenimenti che diciamo subito francamente si sarebbero potuti evitare se l'autorità lo avesse voluto. Era preciso e precipuo dovere impedire il concentramento di fascisti Umbri a Tolentino, concentramento non giustificato da alcun fatto nè da alcuna provocazione.
Il Prefetto nulla ha fatto per impedirlo, ed alla sua azione negativa dobbiamo i dolorosi fatti di questa settimana. Il Prefetto già noto filosocialista nittiano, si è lasciato intimidire ed ha ceduto alla prepotenza fascista, mentre avrebbe dovuto fronteggiare la situazione con energia. Questo noi diciamo perchè, vogliamo fermamente che la nostra provincia pacifica e laboriosa non venga più oltre agitata e intimorita da bande armate che evidentemente hanno sbagliato strada e che nulla possono pretendere dal popolo Marchigiano, popolo gentile e patriotta.
(Il Cittadino, 22 luglio).

Episodio 94 - Guai a chi priva la nostra città del suo straordinario patrimonio d'arte (1922)
Guai a chi priva la nostra città del suo straordinario patrimonio d'arte.
La straordinaria apertura al pubblico della nostra Biblioteca ed annessa Pinacoteca, ha fatto nascere in parecchi cittadini il desiderio di vedere riunite in un sol luogo apposito ed adatto, non solo i quadri ed altre opere d'arte ora riunite nei locali della Biblioteca, ma tutti quegli altri che sono sparsi in palazzi e chiese della città.
Tale idea dovrebbe essere coltivata per il decoro di Macerata e noi facendocene eco, denunziamo sin da ora alle Autorità il pericolo che corrono alcune opere di pittura e di scultura esistenti in alcuni palazzi come quelli dei conti Marefoschi, Buonaccorsi. Sappiamo ad esempio che alcuni commercianti di oggetti d'arte, stanno in trattative per acquistare la bella collezione esistente nella galleria Marefoschi, sappiamo pure che dal palazzo Paoletti-Consalvi sono state già asportate alcune porte che ornavano il salone centrale, malgrado divieti che vennero fatti. Da queste colonne e quindi, mentre chiediamo alle autorità che venga impedita la minacciata emigrazione e dispersione, facciamo voti affinchè i proprietari delle opere da conservare, con atto di amore civico, agevolino la vagheggiata raccolta sotto la tutela dell'Amministrazione Comunale o di quell'ente che per opera di cittadini fosse per sorgere
(L'Unione, 22 febbraio).

Episodio 93 - Prima pietra ospedale civile e visita del Principe Ereditario (1922)
La cronaca di una «
«Macerata, 6 sera. È venuto ieri a compiersi un ardente voto lungamente vagheggiato, con la posa della prima pietra del nostro ospedale civile che sorgerà per particolare interessamento della locale Congregazione di Carità, con l'ausilio degli istituti di credito locali.
La cerimonia di ieri ha però assunto speciale carattere di solennità per l'intervento del Principe Ereditario al quale il popolo di Macerata ha reso le più entusiastiche accoglienze.
Fino dalle prime ore del mattino la città era animatissima e presentava l'aspetto delle grandi occasioni. Bandiere ed arazzi erano ad ogni finestra. Il tempo magnifico aveva contribuito alla affluenza delle rappresentanze che giungevano da ogni parte della provincia non solo, ma anche dalle altre città delle Marche.
L'arrivo. Nella stazione sono ad attendere il Principe tutte le autorità religiose civili e militari nonchè i rappresentanti della stampa. Alle ore 9 precise arriva il treno reale composto di tre vetture. Le trombe squillano e le truppe presentano le armi. Appena il treno si ferma scende S.A. il principe Umberto, seguito dal Ministro di Casa Reale conte Mattioli Pasqualini, dal vice ammiraglio Bonaldi, dal maggiore Belletti, e da altri personaggi del seguito. Il Sindaco ed il Prefetto fanno le presentazioni e quindi il Principe entra nella saletta della Stazione, dove dalla bambina Matilde Gallo gli vengono offerti dei fiori. Sua Altezza sale quindi in automobile e subito il corteo si muove per la città fiancheggiato da due fitte ali di popolo plaudente. Il Principe risponde agli applausi portando la mano al berretto. Il corteo giunge in Piazza Vittorio Emanuele sostando davanti al palazzo della Prefettura. Lungo il percorso sono schierate diverse musiche che suonano la marcia reale, mentre dalle finestre si sventolano fazzoletti e si gettano fiori.
Il ricevimento in Prefettura. In piazza il transito è difficilissimo. Appena il Principe è salito in Prefettura si rinnovano le entusiastiche acclamazioni e Sua Altezza deve affacciarsi più volte dalla Loggetta dei Mercanti, per ringraziare. Intanto nell'ampia sala gialla della Prefettura, si raccolgono le autorità e le rappresentanze. Vengono introdotti i deputati on. Gay, Mariotti, Tupini, Volpini, poi monsignore il vescovo Pasi, la magistratura, i generali e l'ufficialità, il comm. Sampieri ed i consiglieri di Prefettura, la deputazione provinciale, la giunta provinciale amministrativa, i consiglieri comunali di Macerata, i sindaci della provincia e molte altre rappresentanze, fra cui il sindacato della stampa. Mentre hanno luogo le presentazioni giunge in piazza un lungo ed imponente corteo, organizzato dalla Associazione liberale democratica con bandiere di oltre duecento municipi, associazioni e rappresentanze giunte da ogni parte delle Marche.
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(A.G., Il Resto del Carlino - La Patria, 7 febbraio).

Episodio 92 - Il fascismo del Colonello dei carabinieri e del vice Questore (1921)
Il fascismo del Colonnello dei Carabinieri e del vice Questore è provato.
L'Avanti! dell'11 settembre in una corrispondenza da Macerata ha riportato le due eloquentissime frasi pronunciate dal tenente colonnello dei carabinieri Bartoli e dal vice Questore Menna, la sera di domenica 4 settembre a due dei nostri amici che ad essi si erano rivolti lamentando le provocazioni di alcuni fascisti. Queste due frasi: la prima del colonnello .
Ora a quel che sappiamo noi, è inconcepibile che siano eccitati un colonnello dei carabinieri e un questore che in una sera di festa, mentre suona la musica, passeggiano per le vie della città a godersi la festa come tutti gli altri cittadini. La tentata difesa è più cretina di quanto si possa immaginare. Attenuanti non ce ne sono, non ce ne possono essere per questi due signori che devono essere senza più nessun indugio allontanati da Macerata, se si vuole che la tranquillità e la pace non vengano turbate nella nostra laboriosa provincia.
(La Provincia maceratese, 25 set- tembre).

Episodio 91 - Il grande comizio comunista! (1921)
Il grande comizio comunista!
Lunedì sera 2 maggio ebbe luogo l'atteso comizio avanti lo Sferisterio. Diciamo «> perchè tutti eran curiosi di sentire e conoscere il programma dei successori di Quarantini. E l'aspettativa non è andata delusa. Salì per primo sopra un tavolo un giovincello con larghe pretese di eleganza: gilet fantasia, colletto alto, garofano all'occhiello. Intorno a lui si strinsero venti o trenta ragazzetti dai nove ai dodici anni e i pochi comunisti maceratesi. Più indietro si assiepava la folla dei curiosi.
Per la cronaca diremo che i vari oratori che si susseguirono di tutto parlarono meno che di rivoluzione e di violenza. Sentimmo parlare di «necessità storiche» di «Spartaco» di < di <
(L'Unione).

Episodio 90 - Il primo convegno fascista di Macerata (1921)
Al grido di Eia! Eia! Eia! Alalà! il primo convegno fascista di Macerata.
Domenica 10 aprile nella nostra città si è tenuto l'annunziato e tanto temuto (chissà perchè?) Convegno fascista. Sono convenuti nella nostra regione, dall'Abruzzo centinaia di baldi giovani con i loro gagliardetti, armati del rituale bastone, esuberanti di vita e che han fatto risuonare Macerata dei loro canti e delle loro grida di evviva e di abbasso. Gli edifici pubblici e molti privati hanno esposto il tricolore. Si è formato subito il corteo il quale si è recato al Piccinini e dopo mezz'ora di grida e di infiniti eia, eia, alalà all'Italia, a D'Annunzio, a Mussolini, è sorto a parlare il Segretario generale dei fasci Pasella. Salutato da formidabili applausi, Pasella fa la storia del fascismo, ricorda le date in cui ebbe origine a Milano il Fascismo, inneggia a Benito Mussolini creatore dei fasci. Spiega il programma dei fascisti: difendere l'ultima guerra, valorizzare la vittoria, resistere ed opporsi alle degenerazioni teorico pratiche del socialismo politicante. E Pasella fra grida di viva l'Italia e abbasso Cagoia inneggia alla guerra nazionale e perfino al Generale Graziani. Per il secondo punto ha delle amare parole per i teneri alleati. Si dilunga a sferzare i socialisti che hanno insozzato la nostra patria, insanguinato le nostre piazze e adottato il sistema della violenza e del ricatto. La borghesia è stata abbassata ma si è elevato alla sua altezza il proletariato. Non ha nessuna pregiudiziale sulla forma di Governo, nè repubblicani nè monarchici, solo italiani.
E qui si lancia contro la borghesia parassitaria e politicante che succhia il sangue del proletariato. Il fascismo protegge, difende la borghesia, ma la borghesia produttrice non parassitaria. Ed esalta l'opera del nostro agricoltore, difende la piccola proprietà. (Silenzio profondo: i pescicani presenti nicchiano ma da un palco alcuni popolari applaudono e seguono allora scroscianti applausi). Il comizio termina al canto di Giovinezza giovinezza primavera di bellezza. Si è formato il corteo che senza incidenti è arrivato fino in Piazza Vittorio Emanuele dove si è sciolto. Nessun incidente anche perchè la razza dei socialisti domenica a Macerata non esisteva.
(Il Cittadino, 17-18 aprile).

Episodio 89 - La nuova rampa cittadina nel progetto dell'ingegnere comunale (1921) ...attuale Rampa Zara
La nuova rampa cittadina nel progetto dell'ingegnere comunale.
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Bisognerà intanto valersi di provvedimenti di altro genere, disciplinando e limitando il traffico degli autoveicoli pesanti a norma della resistenza delle strade. Nella nostra città l'inconveniente prodotto dal passaggio degli omnibus dei servizi pubblici nelle strade interne furono tali e tanti da costringere l'amministrazione a vietare l'ingresso di tutti gli autoveicoli eccedenti un certo limite di peso. I servizi pubblici dovettero quindi fermarsi alle porte con notevole incomodo dei viaggiatori. A facilitare l'accesso al centro e alle sue vicinanze sorse dunque l'idea di aprire un nuovo ingresso nella località più opportuna e cioè nella Via Armaroli tra il Mattatoio e il Seminario.
A concretare questa idea provvede il presente progetto, che riguarda appunto la costruzione di una rampa carrozzabile la quale metterà in comunicazione il viale Leopardi con la via Armaroli sboccando di fronte al tratto di questa, che mette in via Carlo Alberto, il che permetterà con opportune precauzioni di fare eventualmente giungere gli autoveicoli fino alla Piazza Vittorio Emanuele. La rampa avrà una lunghezza di circa M. 70,00 con la pendenza del 7,20 per cento, di poco superiore a quella della via Armaroli nel tratto avanti il mattatoio. La larghezza sarà di circa M. 10,00 all'imbocco del viale Leopardi e di M. 9.00 alla risvolta di arrivo in via Armaroli. Essa è stata fissata in tale misura sia per facilitare la voltata dei veicoli, sia per permettere una futura regolarizzazione della via Armaroli, spostando l'attuale linea delle mura castellane in modo da portare la larghezza della strada a M. 8,00. Questo spostamento non è però compreso nel progetto presente per ragioni di economia. Per le stesse ragioni non vi è nemmeno compresa la costruzione di una scala nell'angolo presso il Seminario, che riuscirebbe di comodità ai pedoni e della quale si presenta il disegno.
Il muro di sostegno avrà la scarpa esterna del 20%, lo spessore in sommità di cent. 60 crescente alla base a seconda dell'altezza fino al massimo di M. 1,80. Sarà formato con rivestimento da ambo le parti di due teste di mattoni e interno di muratura di ciucame o calcestruzzo di ghiaia.
La spesa totale, compresi tutti i lavori di rifinitura e di assestamento, escluso però il trasporto della terra di riempimento che si potrà ottenere dagli sterri della Provincia nel giardino della Prefettura, da quello dell'erigendo edificio Menichelli ed eventualmente dallo scarico pubblico, ammonterà secondo il preventivo a L. 60.000, in cui sono comprese L. 2.675,85 di imprevisti. Tale spesa potrà forse ridursi di qualche cosa per il materiale utilizzabile che si potrà avere a disposizione. Per questa stessa ragione, oltre quella più volte ricordata della variabilità dei prezzi del materiale, si propone di assegnare il lavoro a licitazione privata per la sola parte, che riguarda la manodopera, riservando all'Amministrazione la diretta provvista dei materiali.
Macerata li 8 Marzo 1921. Ing. R. Pignotti»>.

Episodio 88 - Accorrano le fanciulle ad incoraggiare i baldi campioni! (1921)
Accorrano le fanciulle ad incoraggiare i baldi campioni!
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Episodio 87 - I funerali di Ghino Valenti (1920)
I funerali di Ghino Valenti.
Sono riusciti degni dell'illustre scomparso, se non per numero di intervenuti, per la profondità del rimpianto e per la importanza delle rappresentanze. Dalla stazione la salma fu trasportata al camposanto alle ore 15 di venerdì scorso. Il feretro, preceduto dai vigili urbani, scortato da numerose autorità cittadine e provinciali, seguito dalle ban- diere della Regia Università, dell'Istituto tecnico, del Regio Liceo, della F.U.C.I. e da numerose corone, fece sosta dinanzi all'atrio del cimitero.
Parlarono il prof. Ricci, quale sindaco di Macerata, a nome del Comune, commemorando il defunto come uomo e come cittadino, con parole vibranti e commosse.
Il prof. Lorenzoni, della nostra Università, commemorò quindi l'illustre scomparso a nome dell'Università, a nome della scienza e come amico suo personale. Parlò di lui come insegnante, come scienziato e come uomo. Ricordò che «
Parlò infine il prof. Romano con nobili parole piene di sincerità e di commozione, deponendo sul feretro l'ultimo bacio di rimpianto e di venerazione.
(Italia nova, 20 novembre).

Episodio 86 - Evviva! Anche da noi c'è il Fascio di combattimento (1920)
Evviva! Anche da noi c'è il Fascio di combattimento.
Plaudiamo alla costruzione nella nostra città di un fascio di combattimento. Noi non incitiamo le classi sociali alla guerra civile, non vogliamo fomentati gli odi, i rancori, non alimentiamo le cupidigie insensate, le utopie, le chimere disastrose; non invochiamo le reazioni cieche, le sopraffazioni, gli arbitrii; deprechiamo ogni movimento fazioso; noi vogliamo insomma l'ordine, la giustizia rigorosa ed uguale per tutti, l'impero attivo ed energico del patto sociale convenuto, il rinnovamento continuo e risoluto di esso come i tempi, le nuove coscienze, le condizioni sociali ed umane richiedono.
E a tutto ciò vorremmo che provvedesse il governo con la forza dell'autorità conferitagli, con le leggi emanate e da emanarsi in nome della sovranità del popolo demandatagli.
Ma da qualche tempo il governo non ha più nè l'autorità, nè la capacità, nè la volontà di assicurare ad ognuno l'esercizio del proprio buon diritto al rispetto, alla pacifica ed operosa convivenza sociale alla vita.
E siano benedetti allora quei cittadini ben nati e ben pensanti, che, animati e guidati soltanto dalla loro coscienza retta ed onesta di italiani, non già agli stipendi del governo, nè di alcuna parte faziosa ed interessata, prendono il loro posto di combattimento contro minoranze fanatiche ed ubbriache, incoscienti dello scopo di bene o di male che si prefiggono, baldanzose per la pazienza e l'acquiescenza delle maggioranze, in crisi di coscienza e di orientamento, e dello Stato, perchè esse minoranze pensino almeno due volte quello che si propongono di fare e sappiano che la società non è poi interamente formata da vili, da addormentati, da aquiescenti e da pazienti all'infinito, che rinunciano alla loro dignità di uomini, ai loro interessi collettivi e particolari e cedono il campo ad un manipolo di forsennati che non sanno quel che vogliono e quel che si fanno.
(Italia nova, 14 novembre).

Episodio 85 - Via le donne dagli uffici, che lascino il posto agli smobilitati (1920)
Via le donne dagli uffici, che lascino il posto agli smobilitati.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo: «Siamo finalmente sulla buona via: negli uffici per le pensioni di guerra ed in quello di Annona a Roma, il ministero ha incominciato a spazzar via moltissime signorine che si erano fatte degli uffici una comoda nicchia per rallegrare gli ozii di innumerevoli commendatori a riposo sperperatori del pubblico denaro, e la cui opera era semplicemente negativa. Quasi tutte queste eleganti e raffinate creatrici di moda hanno fatto cattiva prova fuori delle pareti domestiche, e hanno portato negli uffici i loro mali costumi, e proprio su queste si è manifestata la colpevole indulgenza degli uomini che non hanno saputo eliminare tanto corrotto contagio, e sono proprio queste che devono cedere il loro posto agli smobilitati. Per molte di queste l'ufficio era divenuto il salotto mondano in cui spandevano grazie e profumi agli adoratori. Per queste non devesi ancora attendere a prendere gli opportuni provvedimenti; come per le maritate che han dovuto trascurare i doveri di madri per servire in ufficio, rendendo poco o nulla. Torino tutte costoro ai domestici focolari e si renderanno più proficue alla società e a loro stesse, e cedano il posto a coloro che 5 anni di dolori, di sacrifici inauditi hanno ridotto di tanto la loro capacità produttiva. Essi sono il simbolo vivente della Patria dolorante, ed hanno tutto il diritto alla pietà e ad ogni affettuoso conforto, e reclamano giustizia essi che hanno visto e sopportato tante iniquità. Alcuni reduci».
(La Gazzetta sociale, anno 1o, n. 1, Macerata, 15 agosto).

Episodio 84 - Saper dipingere con la macchina fotografica (1920)
Saper dipingere con la macchina fotografica.
Abbiamo notato un'esposizione di bellissimi saggi fotografici del Sig. Alfonso Balelli e non possiamo fare a meno di congratularci con lui. Vi è un paesaggio svolto con una fotografia riproducente un tratto del Viale Puccinotti con sfondo il Convitto Nazionale, in cui si nota una vivacità di riflesso nel fantastico delle ombre! Due ritratti rappresentanti «
Altri ancora tipo Rembrandk, in cui la luce si allunga con dolcezza sulle figure. Vi sono poi dei tipi di ritratti a luce diffusa con silhouettes ed un ingrandimento fotografico colorito ad olio, con una lodevole maestria. Al bravo artista gli auguri di meritati trionfi nei prossimi concorsi internazionali di fotografia.
(L'Unione, 26 maggio).

Episodio 83 - Tanti guai per la città se non si provvede alla riapertura dell'orfanotrofio maschile (1920)
Tanti guai per la città se non si provvede alla riapertura dell'orfanotrofio maschile.
Abbiamo più volte lamentato l'indecente spettacolo dato dalla solita accolta di ragazzacci che scorrazza per le vie della città stazionando specialmente all'arrivo e alla partenza delle automobili pubbliche, ed ogni sera per il Corso V.E., presso il Cinematografo, ove disturba i passanti e la pubblica quiete con schiamazzi, corse pazze, pugilati, spintoni e così via.
Ed abbiamo saputo come gran parte di essi siano orfani e privi di chi attenda alla loro educazione. Chiudendosi qualche anno fa l'orfanotrofio maschile, la Congregazione di Carità li affidò a persone o famiglie che dovrebbero funzionare da tutori, corrispondendo loro a titolo di quota di mantenimento la tenue somma di L. 20 mensili. Ora, in fatto, la tutela non è per molti in alcuna maniera esercitata e d'altra parte l'esiguità dell'assegno se tale inadempienza non giustifica, in qualche modo la spiega. E questi ragazzi, lasciati in balia di se stessi, gironzolando fino ad ora tarda per la città nell'ozio più completo senza dedicarsi ad alcun mestiere o seria occupazione dissipando nel giuoco o nel fumo i soldi che guadagnano nel loro vagabondaggio portando valigie a forestieri ecc. ecc.
È necessario pertanto porre subito riparo al dilagare di queste cattive abitudini e reprimere con ogni mezzo lo sconcio, indegno di una città civile come la nostra nella quale la carità pubblica è stata sempre sollecitata per il bene della società diseredata. La riapertura dell'Orfanotrofio maschile si impone; soltanto in esso gli orfani potranno, come per il passato, trovare quell'assistenza e quell'educazione necessarie per fare di essi dei bravi operai e degli onesti cittadini. Noi facciamo quindi appello alle Autorità ed alla cittadinanza per la rinascita della provvida istituzione confidando che il nostro richiamo, e per il suo altissimo scopo e per il decoro della città, non rimarrà inascoltato.
(L'Unione, 7 gennaio).

Episodio 82 - Per una linea tranviaria che congiunga Macerata a Loreto (1919)
Per una linea tranviaria che congiunga Macerata a Loreto.
Da qualche giorno si parla con insistenza di un progetto di tram elettrico che, per iniziativa del Comune di Recanati, dovrebbe partire da Macerata-stazione, attraverserebbe la città e quindi proseguirebbe per Recanati, Portorecanati, Loreto. Questi comuni avrebbero già stabilito un contributo annuo di L. 20.000, 5.000 e 10.000 - rispettivamente. Da parte sua il nostro dovrebbe concorrere con un sussidio di L. 10.000 annue.
Noi crediamo che l'iniziativa meriti tutta la considerazione e il maggior appoggio; tanto più che - con la costruzione dei nuovi quartieri di case e villini popolari, di cui parliamo in altra parte della cronaca, e che dovrebbero sorgere nelle adiacenze dei Viali Indipendenza e Sasso d'Italia e della strada traversale Manicomio - Via Flaminia - la linea tranviaria potrebbe prolungarsi sino a quelle località, con vantaggio grande della popolazione e dell'azienda.
Desidereremmo conoscere ciò che ne pensano i nostri Amministratori.
(L'Unione, 5 ottobre).

Episdio 81 - L'ospedale militare ed il suo funzionamento (1919)
L'Ospedale Militare e il suo funzionamento.
Col 31 agosto questo magnifico luogo di cura che è stato fra i più importanti del Corpo d'Armata, nel tragico ma glorioso periodo della guerra, è stato definitivamente chiuso. Qui alcune notizie statistiche: Esso cominciò a funzionare 1'11 luglio 1915 con la sola sezione Convitto, a cui si aggiunsero gradamente le sezioni Seminario il 5 settembre, De Amicis il 12 novembre e i Salesiani il 4 dicembre 1915, con una complessiva capacità di 642 letti, che il Direttore T. Colonnello Perrotti dott. Antonio presto portò prima ad 800 poi a 1000, quando furono occupati anche i locali del Liceo Ginnasio. Dopo la sventura di Caporetto l'Ospedale, dichiarato contumaciale e di primo sgombro, fu arricchito di altre due Sezioni, Scuola Normale e Ricovero raggiungendo la capacità di 1600 letti.
Allora fu dotato, per la genialità e lo spirito d'iniziativa del T. Colonnello Perrotti, di una magnifica Stazione di disinfezione che sorge alle spalle del Ricovero, munita di una grande sterilizzatrice Abba Rastelli, a carrello girevole, e di tutti gli apparecchi e accessori, che costituisce, anche per la Città a cui resta, il più potente presidio contro le malattie infettive. I fondi occorsi (L. 25000), furono forniti dalla generosità dell'ing. Gaido Pantaleoni. In origine l'Ospedale era impiantato quasi tutto a sole brande, ma presto il Perrotti ne ottenne il cambio in letti e comodini in ferro. Fu anche impiantata una splendida sala operativa, munita dei più moderni mezzi d'indagine e di cura. Per la iniziativa del Capitano Medico Cav. Dott. Bruno Marchetti e per l'illuminato interessamento del Direttore Perrotti, fu presto impiantato un magnifico Gabinetto Kinesiterapico, fornito dei più moderni apparecchi del genere, nonchè un ottimo Gabinetto Radiologico. La munificenza dell'ing. Pantaleoni, del Conte Giovanni Lauri e di altri, ha largamente contribuito alla benefica istituzione, destinata anch'essa a rimanere a beneficio dei poveri e dei militari abbisognevoli di cure. Per le indagini microscopiche e di chimica fisiologica il Capitano Leoni dott. Cesare, Caporeparto in Medicina, creò un Gabinetto di sua proprietà. L'Ospedale così non è mancato di nessun mezzo di cura e d'indagine clinica.
I morti su 28085 ricoverati sono stati 236, una media dell'8,40 per mille cioè meno dell'uno per cento. In esso sono entrati 28085 malati, cioè nel 1915 entrati 2471, nel 1916/8559, nel 1917/9164, nel 1918/5188, nel 1919/2703. Di essi 27215 sono italiani e 870 prigionieri di guerra austro-ungarici. Il trasporto degli ammalati a Macerata, oltre che coi treni ordinari, è stato fatto con treni attrezzati e treni Ospedale, in numero di 44. Gli ultimi due treni portavano soltanto prigionieri austro-ungarici in numero di 610. Nell'Ospedale si sono eseguite 4424 visite di rassegna, e ad esso facevano capo negli ultimi tempi anche gli Ospedali di Camerino, Urbino, Fabriano, Cupramontana, Sassoferrato e Fermo.
Vi sono stati quattro Direttori: 1° T. Col. Cacchione dott. Francesco, dal 24 maggio 1915 al 17 agosto 1915. 2° T. Col. Arcangeli dott. Alfonso dal 18 ag. 1915 al 15 genn. 1916. 3° T. Col. Buccino dott. Tobia dal 16 genn. al 9 febbr. 1916. 4° T. Col. Perrotti dott. Antonio dal 9 febbr. 1916 al 31 ag. 1919.
E doveroso, infine, ricordare con simpatia, con ammirazione e riconoscenza l'opera pietosa assiduamente spesa dalle Dame infermiere della C.R.I. del Comitato di Macerata, una delle poche sezioni che abbia, abbastanza miracolosamente, resistito fino all'ultimo. Esse sono state recentemente onorate di un lusinghiero attestato di benemerenza di S.E. il Comandante del Corpo d'Armata.
(L'Unione, 3 settembre).

Episodio 80 - Ballare di questi tempi è proprio da scostumati (1919)
Ballare di questi tempi è proprio da scostumati.
Il Sig. Prefetto comunica che per quest'anno anche per ragioni sanitarie viene mantenuto il divieto delle maschere, dei veglioni ed in genere dei balli pubblici. Siamo proprio lieti di questa disposizione la quale si basa non solo sulle ragioni sanitarie, ma anche su altre ragioni ben più delicate. La guerra delle armi è finita ma l'ordine ancora non è ritornato normale. Si vive ancora sotto l'incubo di una guerra diplomatica. Non sappiamo quindi con quanta opportunità si cominciassero ad organizzare feste da ballo. Francamente ci sembra un insulto a chi soffre quello di dare spettacoli simili anche per beneficenza.
(Il Cittadino, 1 febbraio).

INTITOLAZIONE A FRANCO TORRESI DELLA TERRAZZA DELLA BIBLIOTECA MOZZI-BORGETTI - 16 OTTOBRE 2023
Propongo alcune righe della sua introduzione al secondo dei 4 volumi de “La città sul palcoscenico” perché credo che queste parole raccontino molto il carattere e la Modestia di Franco Torresi: Se di questo doppio volume che vede la luce a sei anni e più di distanza dal primo, il lettore potrà servirsi come di uno strumento, sia pure fragile e sgangherato, per orientarsi in qualche modo nella “nebbia sì folta" che avvolge il paesaggio del nostro passato cittadino anche recente, io sarei già felice. E dovrei scusarmi un po' meno per l'enorme ritardo accumulato, ritardo del resto dovuto a quella colossale inesperienza che è propria dei non addetti ai lavori, aggravata nel mio caso da una altrettanto colossale quanto dispersiva curiosità che mi ha obbligato a girare senza regola da un fondo archivistico all'altro, a non trascurare polverosi scantinati o anguste soffitte, a immergermi tra mille e mille docUmenti, tutti ugualmente interessanti, ma non tutti necessari alla mia ricerca. Spostarsi senza metodo è come camminare al buio, e la fame sconsiderata di notizie propizia brutte indigestioni. Malattia grave, anzi gravissima, quella della curiosità, dalla quale può guarire soltanto chi è "in confidenza con la storia" ed ha per sua immunizzazione "tutte le cose (del passato) innanzi agli occhi come coloro che sono stati presenti: che è proprio el fine della istoria". Io dunque, almeno da questo lato, non corro il rischio di guarire: sono e resto malato, sconsolatamente malato. Un piccolo premio, però, vorrei guadagnarmelo ugualmente, e il perché lo dico subito. Non è di regola, guai a noi se fosse così, ma purtroppo qualche rara volta accade, a causa forse della sterminata produzione editoriale dalla quale con scarse possibilità di difesa siamo giorno dopo giorno aggrediti, che si legga con attenzione un libro, ci si soffermi sulle pagine di un periodico poco patinato, o si sfoglino con interesse le pagine centrali di un quotidiano serio, senza che un grammo di conoscenza vada ad arricchire la mente del povero lettore. Ecco, mi piacerebbe che in premio di una lunga ancorché scombinata fatica, e proprio per questo maggiormente dolorosa, la medesima sorte non toccasse a questo lavoro dal titolo La città sul palcoscenico. Ma se, nonostante tutto, mi capitasse di sprofondare in quella orribile buca del nulla per aver richiamato o prodotto parole che come fresche acque saltellano scendendo allegre sulla dura roccia senza lasciar traccia del loro passaggio, allora, prima di dolermene, direi a quei maceratesi che, senza averne colpa, dovessero trovarsi tra le mani questi volumi, di guardar bene in ogni spigolo di pagina, anche il più riposto: forse potrebbero vedervi sollevato un lembo sottile della loro vita passata, o se, fortunati loro, non fossero ancora in età matura, di quella dei loro padri o dei loro lontani scendenti. Perché questi volumi, a dire il vero, almeno per quanto riguarda lo spazio da me impegnato, non hanno la pretesa di assomigliare a rigorosi testi di storia: sono soltanto un doveroso atto d'omaggio alla città in cui ci troviamo a vivere, che è la protagonista incontrastata di un "racconto" sessant'anni lungo, e a tutti i suoi abitatori di ogni tempo, quasi sempre meritevoli di essere ricordati. Quanto poi all'obbligo morale che incombe su tutti, storici e assemblatori di notizie, e cioè quello di far emergere personaggi e vicende nella loro dimensione reale, badando solo alla nuda essenzialità e non all'enfasi che spesso come aureola santificatrice accompagna il resoconto delle cose passate, e tanto meno ai toni accusatori di chi pretende di giudicare aspetti del lontano ieri con il metro (corto) dell'oggi, posso dire di aver fatto tutto il possibile per rispettarlo, anche a costo di far inghiottire grossi rospi alle mie radicate convinzioni e al mio sconfinato settarismo.

Episodio 79 - Avremo presto in città i magazzini popolari (1919)
Avremo presto in città i magazzini popolari.
Per iniziativa dei commercianti locali si sta costituendo a Macerata una vasta azienda che prenderà il nome di Magazzini Popolari, dove verranno vendute a prezzi ridotti merci di largo consumo come stoffe, scarpe, cappelli, mercerie, biancherie, ecc. La nuova Azienda verrà diretta ed amministrata dai commercianti stessi, i quali ne assumeranno la responsabilità materiale e morale. I magazzini popolari saranno provvisoriamente impiantati nei grandi locali a pianterreno del Palazzo della Biblioteca in Piazza Ricci.
(La Provincia maceratese, 20 luglio).

Episodio 78 - Tante lapidi murate a Macerata il 20 dicembre 1918
Tante lapidi murate a Macerata il 20 dicembre.
Ieri è trascorsa una giornata di vibrante patriottismo per l'inaugurazione della artistica lapide ai martiri, antico e nuovissimo della indipendenza, Guglielmo Oberdan e Cesare Battisti, finiti entrambi per mano del carnefice austriaco. Così pure ieri, alla base della Torre comunale, per iniziativa del Comune, veniva scoperta la lapide riproducente l'epico bollettino Diaz del 4 novembre. Alle 14, la Piazza Garibaldi è già affollata di pubblico e di rappresentanze. Il corteo, con a capo la musica militare e i gonfaloni del Comune e della Provincia, muove per la Via Garibaldi alle ore 14,30, al suono degli inni patriottici e fra evviva fragorosi, e giunge nella Piazza De Vico, gremita di popolo, dinanzi alla inaugurazione della lapide, opera egregia del concittadino Giuseppe De Angelis, il cui lavoro è molto ammirato. Il ricordo marmoreo riproduce in due medaglioni accoppiati le sembianze degli eroi fra una decorazione simbolica appropriata. L'epigrafe è stata dettata dall'avv. Carlo Giuliozzi. Legge il discorso inaugurale il prof. Zacchetti, socialista. In Piazza V.E., che presenta uno splendido colpo d'occhio, il corteo sosta ai piedi della Torre civica. La grande targa recante il Bollettino Diaz, viene scoperta dai vigili comunali. Parla il Sindaco Bourbon del Monte che rievoca felicemente l'epopea del 1° e del 2° Risorgimento. Alle ore 18 al Teatro Comunale, gremito di pubblico, l'on. Colaianni ha tenuto la commemorazione ufficiale. Sempre nello stesso pomeriggio, al Palazzo Torri sono state scoperte, nelle nicchie laterali al portone, due lapidi in ricordo del Re Gioacchino Murat e del passaggio del Primo Console Napoleone, prima della pace di Tolentino.
(L'Unione, 21 dicembre).

Episodio 77 - Fortuna che è stata impiantata la Cucina popolare!
Fortuna che è stata impiantata la Cucina popolare!
La cucina popolare organizzata a cura di una Commissione speciale, emanazione del Comitato profughi, acquista nella nostra città sempre maggior favore ed oltre l'enorme convenienza economica che le classi meno abbienti e proletarie trovano nell'usufruire ie di tale istituzione, la soddisfazione per la quantità e la confezione delle vivande esitate dalla Cucina popolare è davvero generale. In Via Berardi dove la Cucina ha sede è un sempre più numeroso accorrere di cittadini che vanno a provvedersi del pranzo, ad un prezzo, a questi chiari di luna, addirittura insperato. Un'ottima minestra in brodo è venduta a L. 0,20 e a L. 0,10 per i poveri, e a L. 0,35 una abbondante minestra asciutta (la domenica), un piatto di carne o di pesce salato a L. 0,65. Specie le famiglie non numerose, trovano la più grande convenienza nell'approfittare della Cucina popolare. Il successo della benefica istituzione, cui non dovrà mancare ogni possibile aiuto materiale e morale, è dimostrato dalle cifre dei piatti venduti in un mese: minestre in brodo 10500, asciutte 1000, pietanze 3500. Inoltre, con un servizio a parte per il Comitato profughi, la cucina ha fornito in un mese circa 4000 porzioni ai profughi poveri ospiti della nostra città.
Presiede al funzionamento e alla amministrazione, come abbiamo detto, uno speciale Comitato composto dai Signori Senigallia-Trevi Adelaide, Severini Clelia, Severini avv. Giuseppe, Romagnoli Federico, Giuliani Agide, Olivieri Oliviero, Zanconi Narsete, rag. Eugenio Pasetto, Affede Mario cassiere. Encomiabilissima opera, meritevole di ogni gratitudine, per il sacrificio di tempo e di attività che la non lieve impresa richiede. Specialissima lode alla Signora Senigallia-Trevi Adelaide, che sopraintende alla cucina, alla Signora Severini e all'avv. Giuseppe Severini, che non risparmiano fatiche perchè la benefica opera continui a recare, in questi tempi difficili, un sollievo effettivo alle meno agiate famiglie cittadine.
(L'Unione, 4 aprile).

Episodio 76 - Da domani in vigore la tessera del pane.
Da domani in vigore la tessera per il pane.
Con la data del 1° novembre p.v. andrà in vigore in questo Comune il razionamento obbligatorio del pane, della farina di grano e del grano, mediante la istituzione della tessera annonaria.
Il servizio è regolato dalle seguenti norme:
1. La tessera avrà la validità di giorni novanta, e sarà munita di tanti buoni o tagliandi, indicanti le razioni complessive dei generi (pane, farina di grano o grano) assegnati giornalmente ad ogni famiglia.
2. La tessera è il solo documento che dia diritto ad acquistare il genere razionato; gli esercenti debbono rifiutare qualsiasi somministrazione a chi ne è sprovvisto.
Essa non è cedibile e la illecita cessione è soggetta alle penalità di legge.
3. Ogni tagliando serve per i prelevamenti giornalieri occorrenti ad ogni famiglia.
Tali prelevamenti però possono essere fatti giornalmente oppure comulativamente per più giorni, ma in ogni caso non oltre i giorni 30.
A tal fine ogni serie costituita di 30 tagliandi sarà di colore diverso; ed ogni colore avrà riferimento alla durata di validità della serie.
Colore verde dal 1° al 30 novembre 1917. Colore celeste dal 1° al 30 dicembre 1917. Colore giallo dal 31 dicembre 1917 al 29 gennaio 1918.
I prelevamenti debbono essere fatti nella quantità corrispon- dente al numero delle razioni fissato nei rispettivi tagliandi.
A questo effetto resta stabilito che ogni razione deve corrispon- dere alle seguenti quantità di merce:
Per ogni razione di pane gr. 300. Per ogni razione di grano gr. 270. Per ogni razione di farina di grano gr. 260.
(Manifesto).

Episodio 75 - Finalmente completato lo splendido tempio di Corso Cavour (1917)
Finalmente completato lo splendido tempio di Borgo Cavour.
Per la inaugurazione della facciata della chiesa votiva di Maria Immacolata che si farà domani gli esecutori testamentarii del benemerito Mons. Iacoboni hanno chiesto è ottenuto dal S. Padre una speciale benedizione per sè e per quanti hanno contributo alla edificazione di un così splendido tempio.
I medesimi hanno per la circostanza pubblicato il seguente manifesto:
<<
Il lieto avvenimento, che per ragione dei tempi si compie in forma modesta, richiama nondimeno la comune letizia, e rafferma pubblicamente la pietà nostra alla Vergine Immacolata; onde numeroso sarà il concorso alla religiosa cerimonia. In quel giorno si potrà ammirare, eseguito su disegno e sotto la direzione del valente architetto Giuseppe Rossi, il prezioso lavoro, vero splendore dell'arte cristiana con lo stile del secolo decimoquinto, ricco di marmi, di ceramiche, di sculture, di mosaici, con le singole parti bellamente armonizzanti al tutto. La Città di Macerata viene arricchita di un nuovo monumento, il quale, se onora gli esimi maestri dell'arte e la memoria di Colui che lo ebbe ideato e voluto, ne illustra parimenti la storia civile e religiosa. A questo ed a quelli vadano l'ammirazione e la perenne nostra riconoscenza.
In questo momento di tanta trepidazione e di grandi speranze la Santa Vergine, tutta pura, sia nuova iride all'Italia ed all'Europa, di pace feconda e serena, la quale rallegri gli animi sconfortati, e riunisca i popoli nel dolce vincolo della carità cristiana! Macerata 30 luglio 1917. Gli esecutori testamentari
(II Cittadino).

Episodio 74 - La Brigata Macerata decorata al valore
La Brigata «Macerata» decorata al valore.
La Brigata Macerata partì dalla nostra città per la guerra, nel giugno 1915, poco dopo l'inizio delle ostilità, accompagnata dall'augurio e dalla fede dell'intera cittadinanza.
Ancora è in noi vivo il ricordo delle balde schiere sfilanti attraverso le vie imbandierate fra la folla commossa, e ci pare ancora di sentire le belle parole incitatrici dette in quell'occasione dal Colonnello Robert, Comandante il 122° Fanteria, caduto in seguito alla fronte in un eroico assalto.
Sapemmo poi delle valorose gesta della Brigata nelle prime avanzate oltre il vecchio confine, della strenua resistenza sul Monte Sei Busi, delle azioni offensive compiute nella zona di S. Martino sul Carso, fino alle memorande giornate di Gorizia, nelle quali i valorosi 121° e 122° Fanteria incalzarono il nemico oltre il Vallone, dimostrando particolare slancio offensivo e straordinario sprezzo del pericolo.
Ora il Re ha conferito alla Brigata Macerata l'alta onorificenza della medaglia d'argento al valore della quale registriamo con giusto orgoglio, in queste colonne, la semplice ed eloquente
motivazione:
«Alle bandiere dei regg.ti della Brigata Macerata (121° e 122°) Medaglia d'argento al valor militare. - Con energia e tenacial mirabili conquistarono e saldamente mantennero importantissime posizioni sul Carso, prima, ad oriente di Polazzo e di Castello Nuovo, e poi, vigorosamente ricacciato il nemico, ad oriente del Vallone (luglio-novembre 1915; agosto-novembre 1916)».
I valorosi reggimenti 121° e 122° che formano la Brigata portante il nome della patriottica città nostra, figurano così fra i 38 reggimenti testè decorati dal Re ed hanno segnato con il loro sangue purissimo il proprio nome nella storia del nuovo risorgimento.
(L'Unione 10 gennaio 1917)

Episodio 73 - Intitolata una piazza al martire Battisti (1916)
Intitolata una piazza al martire Battisti.
Il Consiglio comunale su proposta della Giunta ha inviato alla vedova dell'ultimo martire Cesare Battisti il seguente telegramma: «Il Consiglio Comunale di Macerata, mentre si unisce all' immenso dolore di V.S., si inchina commosso e riverente alla memoria di Cesare Battisti, il martire che con l'olocausto della vita irradiò di gloria le vie della redenzione e della vittoria».
Ci auguriamo però che non si fermi qui soltanto la manifestazione che Macerata, città patriottica come si vanta, dedichi alla memoria di tanto martire per la libertà della patria. Ricordiamo che Reggio Emilia ha preso l'iniziativa di un grandioso monumento da erigersi a lui e che occorre partecipare largamente alla sottoscrizione.
Intanto con deliberazione della Giunta di ieri sera al suo nome è stata intitolata la piazza già della Caserma, lungo il viale Trieste. (L'Unione, 26 luglio 1916).

Episodio 72 - Ademaro, ovvero il poeta Mario Affede, nalla Capitale (1916)
Ademaro, ovvero il poeta Mario Affede, nella Capitale.
Mario Affede, sciogliendo un'antica promessa, sabato scorso nelle sale ospitali del Circolo Marchigiano a Roma gremitissimo di gentile e colta folla disse le sue poesie.
Togliamo dall'Ordine quanto ne dice, in relazione, la scrittrice Fiducia:
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Udimmo, così, quelle graziosissime Impressioni di guerra che l'Affede aveva cominciato a stampare nel nostro Ordine con tanta soddisfazione degli studiosi di cose dialettali, e che tralasciò quando si vide troppo servilmente imitato: udimmo quel dialogo tra la mamma e il bambino, assalito da' primi dubbi circa l'origine della creatura, vero gioiello di osservazione schietta e vivace: udimmo Le laudi, soffuse di sorprendente spontaneità, come La visita dei padroni, Le sbornie, Pro lana, Dopo il terremoto della Marsica..., La gita al mare...
Ma che vale questa scolorita relazione? L'arte di Mario Affede ha da passare i confini della regione e deve farsi conoscere in tutta Italia. Egli ha vittoriosamente dimostrato - come il Passarini e lo Scandali - che il dialetto marchigiano può assumere forma di poesia e incantare larghi uditori». (L'Unione, 22 marzo 1916).

Episodio 71 - Macerata rende omaggio all'eroe Filippo Corridoni (1916)
Macerata rende omaggio all'eroe Filippo Corridoni.
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Oggi Filippo Corridoni non è più l'uomo di parte; non è soltanto il soldato; è il simbolo della nuova anima italica fervida di fede nei destini della Patria e della civiltà. Condottiero generoso di folle, assertore impavido del diritto degli umili, sempre primo nella lotta e nel sacrificio, la Sua figura e la Sua morte superano il breve limite del tempo che fugge e rimangono nobile attestazione della grande virtù che fu luce della Sua vita, lo sforzo continuo verso forme più alte di pensiero e la coerenza perfetta tra le idee e l'azione.
Cittadini! Nessuno manchi alla patriottica cerimonia. La vostra presenza dirà che nella gloria di Filippo Corridoni si raccoglie la gloria di tutti i combattenti; nella Sua fede la certezza della nostra vittoria. Macerata, 28 gennaio 1916. Il Comitato di Mobilitazione Civile e le Associazioni Cittadine».

Episodio 70 - Arrivo di treno ospedale (Macerata 1916)
Arrivo di treno ospedale.
Ieri mattina arrivò alla nostra stazione il treno della Croce Rossa N. 98 di Reggio Emilia. Alla stazione di Castelraimondo scesero per gli ospedali di Camerino 98 ammalati, a Macerata ne furono condotti 109 che con la solita precisione e rapidità furono distribuiti fra i diversi ospedali. Il servizio di scarico e trasporto oltre che dalla locale Croce Verde fu disimpegnato con barelle a cavalli ed a mano dalle Pubbliche Assistenze di Pausula, Montecassiano, Pollenza e Sforzacosta, appositamente invitate.
Un'altra volta dobbiamo richiamare l'attenzione della cittadinanza sull'opera assidua, pronta e disciplinata che presta da mesi la nostra Croce Verde - opera che richiede tempo, sacrifici e spese da parte dell'Associazione - e dei singoli militi. Sarebbe bene però che la cittadinanza stessa non si limitasse per questo a tributare una sterile ammirazione, ma concorresse con più tangibili segni di incoraggiamento all'accrescimento, alla perfezione ed alla sicura vitalità della benemerita associazione. Primo esempio di ciò è stato dato dalla Cassa di Risparmio che ha aumentato l'annuale sussidio per la Croce Verde da L. 100 a 200. (L'Unione, 5 gennaio 1916).

Episodio 69 - Breve resoconto dei fatti accaduti in città nei primi sette mesi di guerra (Macerata 1915)
2 giugno. Domenica scorsa, 30 maggio, alle ore 18, ad iniziativa della direzione Diocesana fu tenuta nella Cattedrale una solenne funzione per la salvezza e la vittoria della nostra patria. Alla funzione intervennero le rappresentanze dei corpi militari, un numeroso stuolo di ufficiali con a capo il Colonnello comandante la Brigata Macerata Cav. Nob. Prata ed il comandante il Distretto Colonnello Gigliotti. Tutta la navata centrale era così gremita di militari, mentre nelle navate laterali si pigiava una massa enorme di pubblico. Il Canonico Scarponi lesse un vibrato e patriottico discorso terminato coll'invocazione della benedizione sui soldati d'Italia. Il Vescovo S.E. Mons. Sarnari celebrò quindi la funzione impartendo la benedizione.
5 giugno. Arresto sensazionale. Stamattina è stato arrestato il Sig. Bellomo, capo ufficio al nostro telegrafo, sotto grave accu-sa di spionaggio politico. La città è enormemente impressionata della cosa e attende con ansia i risultati della perquisizione e dell'inchiesta. Siamo certi che la competente autorità agirà con rapidità e, se i risultati confermeranno l'accusa, con inesorabile severità.
16 giugno. Il prof. Maffeo Pantaleoni mette a disposizione della Croce Rossa Villa Isabella, la magnifica costruzione in prossimità delle Vergini, perchè venga trasformata in ospedale.
23 giugno. Nei passati giorni il nostro Vescovo Mons. Raniero Sarnari offrì, mediante patriottica lettera diretta al Sindaco ed al Prefetto la disponibilità completa dei locali del Seminario da adibirsi a secondo Ospedale Militare. La nobile offerta è stata grandemente apprezzata dalle nostre autorità e da S.E. il Presidente del Consiglio che ha fatto vivamente ringraziare Mons. Vescovo.
18 agosto. Sala di scritturazione. Sono state aperte per cura del Comitato di Mobilitazione Civile sale di scritturazione per soldati, una in Piazza del Duomo ed un'altra nella Chiesa di San Paolo in Piazza V.E.
I soldati trovano in esse ogni comodità per redigere la loro posta, per leggere, e per coloro che fossero illetterati dei giovani segretari a loro disposizione per tradurre in iscritto i propri pensieri.
20 agosto. Riattivate dalla Ditta Perogio, che ha potuto fornirsi dalla Fiat di Torino di nuove vetture-omnibus, le linee automobilistiche Macerata-Ancona e Macerata-Recanati.
15 settembre. È arrivato da Alessandria il Treno-Ospedale della Croce Rossa n. 14 con 204 tra feriti e malati. I feriti ricoverati all'ospedale del Convitto e i malati in quello del Seminario. Trasporto dalla stazione eseguito con mezzi messi a disposizione dai privati: Landeau-omnibus a cavalli-automobili dei servizi di linea e dell'Hotel Europa.
18 settembre. Ieri sono giunti a Macerata il Sig. Bellomo, capo ufficio al telegrafo e la sua signora, arrestati tempo addietro sotto la grave accusa di spionaggio a base di segnalazioni. II Tribunale Militare di Ancona, al quale era stata deferita la causa, li assolveva per inesistenza di reato. All'egregio funzionario ed alla sua signora, che per lunghi mesi hanno sopportato la prova del dolore, i rallegramenti nostri sinceri per la riconosciuta loro innocenza.
13 ottobre. Arrivo del secondo Treno-Ospedale proveniente da Venezia con 205 feriti, una parte dei quali verranno ricoverati nell'ospedale sussidiario di Villa Pantaleoni. L'imponente folla accalcatasi alla stazione viene tenuta a freno dalla truppa comandata dal tenente Magner.
23 ottobre. La serrata dei contadini. Per l'ordinanza diretta a regolare i prezzi emanata dalle autorità comunali, la piazza delle erbe da giovedì mattina resta deserta: i nostri ortolani e contadini hanno fatto la loro serrata e non portano più al mercato i prodotti dei loro campi.
30 ottobre. Giochi di prestigio. Lunedì pomeriggio i Signori Leo e Frizzo diedero nell'atrio dell'Ospedale del ............

Episodio 68 - Cittadini attenzione, la guerra è alle porte (Macerata 1915)
Cittadini attenzione, la guerra è alle porte.
Nell'ora grave che volge, quando la tutela dei supremi interessi può da un momento all'altro trarre l'Italia sui campi di battaglia, è necessario preparare in una fattiva concordia d'animi e di intenti i mezzi adatti a rendere, ove la guerra sia dichiarata, meno gravi i turbamenti che si produrranno nel ritmo della vita civile e ad assicurare la continuazione normale dei servizi pubblici, delle industrie e dei commerci.
A questo scopo i sottoscritti, seguendo l'esempio già dato da altre città, si fanno promotori di una adunanza - a cui, senza distinzioni di parti politiche, sono chiamate tutte le Amministrazioni locali e le Società cittadine - per la costituzione del Comitato maceratese per la mobilitazione civile.
L'adunanza, alla quale abbiamo l'onore di invitarvi, sarà tenuta sabato 20 del corrente mese di marzo alle ore 17 nella sala del Palazzo comunale.
I Promotori: Lamberto Antolisei - Arturo Ciotti - Mario Mariottini - Ezio Micozzi - Mario Moschini Antinori - Socrate Tomassini.

Episodio 67 - Il nemo propheta in patria vale anche per Oreste Calabresi (Macerata 1915)
Il nemo propheta in patria vale anche per Oreste Calabresi.
Lunedì scorso a Lecco, dove trovavasi con la propria Compagnia Drammatica «Calabresi-Sabatini-Ferrero» e dopo la consueta rappresentazione al Teatro Sociale, spirava, colpito da apoplessia, il grande attore, nostro concittadino, Oreste Calabresi.
Oreste Calabresi, celebre in tutta Italia, godeva di una particolare predilezione da parte del pubblico di Roma, che lo riteneva un suo figlio. In realtà la famiglia Calabresi era di Macerata, dove Oreste era nato il 7 maggio 1857; e solo in seguito a rovesci di fortuna essa si era trasferita in Roma alcuni anni più tardi, essendo Oreste ancor ragazzo.
Di Roma egli prese subito il bell'accento energico e virile; e in Roma, ch'era allora la città delle filodrammatiche, mosse i primi passi nell'arte sua. La filodrammatica "Pietro Cossa" era diretta in quel tempo dal vecchio dilettante Eugenio Gerbino, notissimo alla buona società romana dell'epoca: il Calabresi vi fu accolto. Di lì uscì alla ribalta sui pubblici teatri.
Prima come amoroso con lo Stenterello Mori a Pitigliano; poi generico primario con Regoli e Cappelli, con Cuneo e Villa, con Lollio, con Alessandro Salvini, con Ernesto Rossi e Tommaso Salvini. La sua maschia e schietta figura, il suo accento vigoroso scuotevano le folle: quando morì il Vestri che recitava con la Marini, Calabresi fu invitato a sostituirlo, e al suo posto restò cinque anni.
Da allora il Calabresi fu tra le prime figure del nostro teatro comico. Il suo nome figurò accanto a quello dei più illustri attori: Paladini e Zampieri, Claudio Leigheb e Virginia Reiter, ecc. ecc., finchè, essendosi la sua figura fisica inquadrata con l'età, egli passò al ruolo di caratterista che tenne con grande onore nell'ultima buona Compagnia italiana, la Talli-Gramatica-Calabresi, dove incarnò stupendamente Lazzaro di Roio nella Figlia di Jorio, e in altre successive di cui fu proprietario e capocomico.
Da anni era malato, e senza speranza di scampo. Pure, non abbandonava il palcoscenico; dove ancora gli accadeva di riaffermarsi, nei momenti felici, con l'antica genialità.
A Macerata vi fu con la sua primaria compagnia di cui facevano parte la Mariani ed il Biagi circa 14 anni or sono, ma ebbe dai suoi concittadini ben poche soddisfazioni; e dopo due o tre recite al Politeama Marchetti abbandonò la piazza. Tornò a tempo dell'esposizione, ma ben pochi conoscevano l'illustre attore e la sua modestia era tale che non amava certo cercare ammirazioni e plausi se non spontaneamente tributategli. La sua visita passò quindi inosservata.
Il Sindaco ing. Amodei ha inviato oggi alla sig.ra Celestina Calabresi il seguente telegramma:
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È stato poi pregato il sig. Sindaco di Lecco a voler rappresentare l'Amministrazione alle onoranze funebri.
(L'Unione, 17 febbraio).

Episodio 66 - Il Dirigibile M3 a Macerata (1915)
Il Dirigibile M 3......
Per la prima volta dalle 10.20 alle 10.30 di ieri venerdì 15 gennaio volò sul nostro cielo a m. 150 d'altezza dalla croce della torre di Piazza proveniente da Tolentino e pilotato da 9 aereonauti. Passò dapprima sull'Istituto Salesiano e venne salutato da centinaia di giovani usciti con bandiere ad ammirare la bella nave aerea, che rispose al saluto, poi sul Borgo Cairoli, indi dal Duomo a San Giovanni, per due volte. I giovani del Regio Liceo e del Convitto Nazionale usciti acclamarono con entusiasmo. Infine con grande velocità si diresse ad Ancona. Tutta la città ha sentito un palpito grande e profondo alla inattesa e cara visita della nave di alluminio, sventolante la bandiera d'Italia nel cielo purissimo.
(Il Cittadino).

Episodio 65 - Si vota per il nuovo Consiglio Comunale (1914)
Presto si tornerà a votare per il nuovo Consiglio Comunale.
Le elezioni amministrative a Macerata avranno luogo il 19 luglio, cioè nell'epoca in cui la città rimane semi-deserta per l'esodo dei maceratesi, ricchi e poveri, nelle vicine sorridenti spiaggie marine.
Quanto allo svolgimento di esse, sino ad oggi, niente di preciso. Si dice soltanto che qualcuno, smanioso di arrivare alla sedia sindacale, che questa volta sarà più che mai imbottita di spine, si dia molto da fare per chiamare a raccolta i fedeli.
Si dice pure che parecchi influenti cittadini, data la difficoltà dei problemi da risolvere, vorrebbero tentare la formazione di un'amministrazione di affari cioè un consiglio composto di uomini adatti, da scegliersi nei più opposti partiti.
Vi è anche una discreta corrente, che vorrebbe un consiglio formato nella quasi totalità di cittadini maceratesi.
Quanto ai socialisti, essi, prima di decidersi per l'astensione o per una lista di minoranza, hanno incaricato alcuni compagni di esaminare la situazione del bilancio.
Non sappiamo quello che avverrà. Ad ogni modo è certo che dato l'attuale disinteressamento dei partiti democratici e la scabrosa situazione del Comune, non solo non vi sarà ombra di lotta, ma probabilmente la giornata elettorale passerà tra la sonnolenza e gli sbadigli.
(La Provincia maceratese, 17 giugno).

Episodio 64 - Per la prima volta passa il Giro ciclistico d'Italia a Macerata (1914)
Per la prima volta passa il Giro ciclistico d'Italia a Macerata.
Ieri mattina, provenienti da Aquila e diretti a Lugo, son passati per la nostra città i corridori del VI giro d'Italia, indetto dalla Gazzetta dello Sport di Milano. Il traguardo, era collocato innanzi all'Auto Palace ed ivi pure era il posto di rifornimento e firma. Numerosa folla assisteva per Via Cavour e per il Viale Puccinotti all'arrivo dei ciclisti che dalle 7, si è protratto alle 9,30 quasi. Ecco l'ordine di arrivo
1. ore 9.20'54" Albini (Glogo)
2. » Lucotti (Maino) 3. >> >> Calzolari (Stucchi)
In gruppo Lombardi, Canepari, Sala, Ripamonti, Pratesi, Albani. Alle 10,25 Durando. In tutto dieci corridori, gli unici rimasti in corsa dei settanta e più iscritti e partiti da Milano ritiratisi sul percorso. Precedevano i corridori, le automobili della Gazzetta dello Sport e delle varie case di ciclisti. Ad iniziativa del Comitato formatosi qui si darà al 1. arrivato un premio di L. 50 ed un ricordo al 3. arrivato, Calzolari, che nel 1911 giunse primo nella corsa della Coppa delle Marche.
(Il Cittadino, 15 maggio).

Episodio 63 - Casa di meretricio a Macerata (1914)
Anche in tema di prostituzione la regola non cambia: chi la dura la vince.
«Prefettura di Macerata/Ufficio Provinciale di P.S./Oggetto: Per la casa di meretricio al Vicolo Casarino. Ill.mo Signor Commissario Prefettizio Macerata. Con decreto prefettizio in data 31 luglio scorso fu ordinata la chiusura della casa di meretricio, tenuta da Cini Teresa al Vicolo Casarino N. 5 di questa città.
Il provvedimento fu adottato in seguito a reiterati ricorsi degli abitanti delle strade adiacenti al detto locale, per gli inconvenienti, negli ultimi tempi, verificatisi, e più specialmente per la inopportunità che una casa di prostituzione esistesse nei pressi della R. Scuola d'arti applicata all'industria, della Chiesa di S. Lucia e della Caserma delle Guardie di Città.
Ora la Cini ha avanzata istanza per la riapertura del detto locale, dichiarando di sottostare a quelle limitazioni e condizioni che piacesse all'Autorità di P.S. di imporle. Sebbene le condizioni di fatto e di ubicazione siano rimaste immutate, anzi, a mio modo di vedere, si sieno aggravate con l'apertura, nella vicina strada Berardi, delle scuole femminili, pure, prima di emettere un provvedimento sulla istanza della Cini, prego la S.V. Ill.ma di manifestarmi anche il suo parere sulla opportunità, nell'interesse della moralità pubblica, di mantenere chiusa la casa di meretricio. 2 gennaio 1914, il Prefetto Bertagnoni».

Episodio 62 - L'inaugurazione del "Salone Elena"
L'inaugurazione del «Salone Elena».
È stato un avvenimento. Tutta Macerata giovedì sera gremì dalle 17 alla mezzanotte il meraviglioso Salone Elena che apriva per la prima volta i suoi battenti. E gli spettatori rimasero ammirati dinanzi alla grandiosità del locale, alla sobria eleganza, alla sfarzosa illuminazione, alla comodissima disposizione dei posti, alla sicurezza delle uscite, alla fissità e luminosità del quadro, alla magnificenza del programma.
Il Salone Elena ebbe così il più lieto battesimo con l'approvazione incondizionata, spontanea e sincera di tutto il pubblico nostro, di quel difficile pubblico così propenso alla critica. Il magnifico Salone - che difficilmente si ritrova in grandi centri - è stato costruito sotto la direzione solerte e geniale dell'egregio ingegnere Pignotti, dalla nota Ditta Compagnucci. La vasta sala sulla quale sono disposti circa cinquecento comodissimi posti, è anche fornita di una grande ed elegantissima galleria. Il soffitto un vero gioiello d'arte è stato eseguito dal pittore Pagliari di Tolentino, che, non appena le pareti saranno completamente asciutte, ultimerà i lavori di decorazione. Per tutta la sala e la galleria è una profusione di luce disposta ed impiantata dalla Società Imprese Elettriche sotto la direzione del valoroso ing. Meca. Le sale d'aspetto per la galleria, un fumoir a vetrate colorate, sono dei simpaticissimi ambienti, dove si fa sfoggio di eleganza e di luce.
I programmi delle migliori case nazionali ed estere, dalla Pathè, alla Gaumont, alla Pasquali, all'Ambrosio, alla Celio, sono di primissimo ordine ed il pubblico che con entusiasmo è accorso in queste prime sere, non potrà fare a meno di affluire sempre numeroso in questo simpatico ritrovo serale.
Ci rallegriamo ancora una volta con gli ottimi amici Mazzini, Pignotti, Balestra e Santini ai quali formuliamo l'augurio sincero di ottimi affari.
Questa sera: Amore e Psiche, magnifico lavoro a colori della S. C. A. G. L. di Parigi interpretato dalla Napierkowstca; I Mataros - dal vero - Beoncelli ed il casco coloniale - comicissima.
Domani grandioso spettacolo variato: Il Voto della Casa Ambrosio; Le Pagode di Madura a colori: Tartufini e la spilla comica.
Quanto prima: Il Re dell' Aria, una film teatrale maravigliosa, edita dalla Casa Pathè, che ha destato ovunque ed ultimamente in Ancona dove si è replicata per più sere al «Goldoni»>, enorme successo; La scoperta del Polo Sud per il capitano Scott, film documentaria di grande interesse ripetuta in questi giorni a Torino per 20 sere consecutive fra il delirante entusiasmo del pubblico.
E poi l'impresa promette grandi cose...

Episodio 61 - Corse ciclopodistiche allo Sferisterio (1913)
Corse ciclopodistiche allo Sferisterio.
Domenica scorsa si svolsero allo Sferisterio le annunciate gare ciclistiche e podistiche indette allo Sferisterio dalla Società Helvia Recina. La folla considerevole che presenziò le gare, dimostrò il suo vivo interessamento per la bella competizione sportiva.
Corsa ciclistica per batterie (giri 12 m. 2040) riservata ai dilettanti non classificati: 1. Perugini Raul; 2. Moretti Gino: 3. Antolini Alfredo; 4. Tomassini Augusto. Grande corsa ciclistica di mezzo fondo libera a tutti (giri 60 m. 10200) che suscitò vivo interessamento specie per parte del giovane bersagliere Luigi Dubini il quale fu perseguitato dalla guigne, diede la seguente classifica: 1. Castellani Emidio; 2. Anzuinelli Alfredo; 3. Dubini Luigi; 4. Luzi Alfredo; 5. Ciccarelli Iolando.
Nella corsa podistica (giri 3 m. 610) riuscì 1. Mariani Mario, 2. Fabi Valerio, 3. Balelli Lucio.
Gara ciclistica di velocità (giri 6 m. 1020): 1. Palmieri Gino; 2. Anzuinelli Alfredo; 3. Dubini Luigi; 4. Castellani Emidio. La corsa ciclistica lumaca (giri 2 m. 340) portò ultimo al traguardo Palmieri Gino seguito da Castellani Emidio.
(La Provincia maceratese, 1 ottobre).

Episodio 60 - Tanti drappi colorati alle finestre per il battesimo della "Pro Cairoli"
Tanti drappi colorati alle finestre per il battesimo della "Pro Cairoli"
Favorita da una magnifica giornata, la festa inaugurale della «Pro Via Cairoli» non poteva certo riuscire più grandiosa e solenne. Il bel rione imbandierato in tutte le sue parti con sfarzo e con gusto singolari, sin dalle prime ore della mattina, quando la Banda Lauro Rossi dette il segnale del principio della festa, apparve animatissimo. E tale si mantenne in un crescendo notevole sino a tarda notte quando le ultime note di uno sfrenato galop, segnarono al Politeama Marchetti la fine della bella giornata, che rimarrà indimenticabile a tutti i borghigiani ed ai solerti organizzatori ai quali van fatte le lodi più calorose e sincere. La bandiera un bel drappo finemente ricamato in oro - ebbe il suo battesimo la mattina alle 11 nel teatrino dello Sferisterio, in presenza di moltissimi soci.
La Signora Proia Matteucci in nome del comitato delle dame che ha offerto il vessillo, disse poche parole di saluto.
Il presidente della nuova Associazione, prof. Sigismondo Martini, prendendo in consegna la bandiera, ringraziò chi con tanta gentilezza l'aveva offerta e tutti quanti vollero cooperare alla costituzione della Pro Cairoli, di cui accennò anche gli scopi nobilissimi. L'avv. Elio Perogio, oratore ufficiale, parlò brevemente per salutare la nuova Società che sorge sotto i migliori auspici, e per augurare ad essa una vita lunga e feconda di bene per gli interessi del Borgo che si riconnettono strettamente a quelli di tutta la città. Fu calorosamente applaudito. Presenti alla cerimonia i rappresentanti del Comune e della altre società di divertimento. Alle ore 13 pranzo sociale al Marchetti. Alle 18 in Piazza dell'Orto Botanico concerto della Banda Comunale diretta da Ottino Ranalli.
Alle ore 21 di nuovo al Marchetti per la recita della Filodrammatica Novelli e per il gran ballo. A mezzanotte sosta per la lotteria e poi ancora danze sino al mattino. Ci rallegriamo vivamente con gli organizzatori e con l'egregio prof. Martini augurando alla giovane e già forte società vita prospera e lunga.
(L'Unione, 16 ottobre).

Episodio 59 - Servizio musicale nei pubblici giardini (Macerata 1912)
Servizio musicale nei pubblici giardini.
Mai si è vista tanta gente accorsa ad un servizio musicale: segno questo dell'opportunità del provvedimento, il cui unico inconveniente secondo alcuni consisterebbe nel danno arrecato ai caffè del centro. Ma, a parte che tutti gli esercenti delle altre parti della città potrebbero accampare il loro diritto al servizio musicale nei pressi dei loro esercizi, tale ipotetico danno diventerebbe nullo se i suddetti proprietari di caffè, birrerie, ecc. si prendessero il disturbo di trasportare al giardino sedie e tavolini. Il disturbo sarebbe lieve e grande il vantaggio per essi e per i cittadini, che in queste sere di estate preferiscono l'aria fresca e libera del pubblico giardino all'afa opprimente delle nostre anguste vie centrali.
(La Provincia maceratese, 14 luglio).

Episodio 58 - Che ne direste di un bel tram elettrico a Macerata (1912)
Che ne direste di un bel tram elettrico per Macerata?
Sarebbe urgente provvedere i cittadini e i forestieri di un mezzo comodo e rapido per andare e venire dalla stazione passando per le arterie principali della città. Attualmente il servizio delle vetture è insufficiente, abbandonato al capriccio dei singoli vetturali, e mancante assolutamente per andare dalla città alla stazione senza dire delle scenette punto edificanti che spesso avvengono tra vetturali dimentichi della tariffa ... e malcapitati forestieri.
Il municipio dovrebbe prendere a studiare questo assoluto bisogno, e vedere se non fosse il caso d'impiantare un servizio di tram elettrico che partendo dalla stazione ferr. e percorrendo le vie Umberto I, Indipendenza, Borgo Cairoli, Mura da sole, via Cavour, Garibaldi, Crescimbeni, Corso V.E., Piazza, Carlo Alberto, Gioberti, Ospedale, Sferisterio, Borgo Cairoli, ritornasse alla stazione.
Fatta la spesa d'impianto, le altre spese sarebbero minime, perchè il Municipio non dovrebbe spendere per l'energia elettrica, avendo l'azienda propria, e richiedendosi, per il limitato percorso, un numero ristrettissimo d'impiegati. Qualcuno obbietterà che anche per l'attuazione del tram ci vogliono diecine di migliaia di lire, e noi pure ammettendo la forte spesa l'approveremmo senz'altro per la semplice ragione che questa spesa sarebbe produttiva.
Avremo detto anche noi una bestialità?! non ci pare: ad ogni modo ameremmo che altri trattassero l'argomento magari per combattere la nostra idea.
Dalla discussione viene la luce ...
(Il Cittadino, 2 marzo 1912)

Episodio 57 - Scrive dal fronte un nostro soldato (1911)
Scrive dal fronte un nostro soldato.
«Tripoli 28 novembre. Carissimo fratello Agostino, Rispondo alla tua lettera che ha la data del 21 novembre; mi reca molto piacere il sentire che voi state bene di salute come posso assicurarvi che è di me per gra- zia del Signore che spero mi vorrà proteggere in sino all'ultimo momento.
Adunque caro fratello adesso ti racconterò la nostra vita che stiamo facendo a cominciare dal giorno 26 novembre. Partimmo alle ore 4 del mattino e tutto il giorno camminammo fino alle sette della sera per fare l'avanzata e avemmo un giorno di combattimento. Adesso ci troviamo alle trincee e continua il fuoco notte e giorno e sopra a noi fischiano le pallottole come quando nevica: abbiamo la fortuna che i nemici non sanno puntar bene e le fanno tutte alte e poco ci colgono, le nostre perdite sono poche; in tre giorni di combattimento abbiamo avuto una ventina di feriti e quattro o cinque morti fino a quest'ora, e sono appunto le nove del mattino del 28 novembre.
In quanto al mangiare stiamo bene; ma il brutto è che passano dei giorni senza mangiar mai perchè distanti da Tripoli ed è impedita la via che vi conduce, occupata da quelli che combattono. Quì è un caldo insopportabile di giorno e un freddo di notte e la terra è tutta sabbia; si fatica molto a camminare perchè le scarpe si affondano per metà nel terreno e perchè si trovano spesso delle lagune che è necessario passare per avanzare e respingere il nemico; di lui non abbiamo paura, perchè ci siamo abituati a sentire le pallottole a destra e a sinistra, e si va sempre avanti coll'aiuto del Signore, scoperti e in mezzo ai pericoli; ma i Turchi non sono terribili perchè non hanno cannoni; mentre noi li abbiamo ottimi e proteggono la nostra avanzata.
Ora abbiam preso una bellissima posizione e non si andrà più avanti e si fortificheranno i forti e le trincee.
Quando ritornerò accomoderemo bene tutte le cose di casa. Mandami il Corriere d'Italia ... Tombesi Nazzareno».
(Dal Cittadino).

Episodio 56 - La solenne inaugurazione della Scuola "De Amicis" (1911)
La solenne inaugurazione della Scuola «De Amicis».
Domenica scorsa ebbe luogo al Borgo Cairoli, l'inaugurazione della nuova scuola «De Amicis» che la solerzia dell'attuale amministrazione ha saputo condurre a termine.
La festa riuscì assolutamente degna: e fa onore al Comune, e al Borgo, Grande animazione nel pomeriggio e la sera. Una folla straripante al Politeama Marchetti, dove ebbe luogo la cerimonia della consegna della bandiera, e al locale delle scuole. Parlò al teatro il dott. Domenico Spadoni, assessore per la pubblica istruzione. Accennato con vive e coraggiose parole alla inerzia in cui le amministrazioni hanno tenuta la scuola popolare, dimostrò come questa sia il massimo fattore della civiltà dei popoli, e come debba formare il primo quesito da risolvere per un'amministrazione sanamente democratica. Esposto, quindi, un programma di riforme che il Comune si prepara ad attuare, terminò con un appello ai bambini perchè accorrano volenterosi alla scuola dove i maestri insegneranno «
Dopo la cerimonia ebbe luogo un coro di 115 bambini e bambine, su parole e musica del cittadino avv. Giuliozzi, diretto dal M.o Ottino Ranalli. Di esso diremo al prossimo numero, dopo l'audizione che autore e direttore offrono in piazza, per domenica prossima; ora diciamo solo, per la cronaca che il pubblico restò letteralmente entusiasmato, si che domandò insistentemente, con evviva e applausi fragorosi, una replica, che venne concessa.
Ai piccoli cantori venne quindi offerto dal Comune un sontuoso rinfresco.
Alla cerimonia erano rappresentati tutti gl'Istituti d'istruzione, oltre le autorità civili.
In fine il Comune regalò ai bambini libri del De Amicis.
Una simpatica e nobile festa, dunque. Rallegriamocene coi Borghigiani, rallegriamocene con l'Amministrazione, che merita fervidi incondizionati elogi per la cura che prende nella soluzione del non facile problema della istruzione popolare.
(La Provincia maceratese, 11 ottobre)

Episodio 55 - 29 maggio, la grande festa dei fiori (1910)
29 Maggio, la grande festa dei fiori.
Occorrerebbe per descrivere la grandiosa festa dei fiori di Domenica possedere la magia di dare alle parole una colorazione vivace, luminosa, vivissima perchè fu soprattutto il più imponente trionfo di colore e di luce. Tutto fu soggiogato, armonizzato, e adoperato, quanto di risorse inesauribili ha la natura irradiata da una primavera tenerissima e quanto può offrire di sorriso, di elegante, di ricco una popolazione, per riuscire nella più fantastica e nella più ideale delle apoteosi.
Domenica si vissero ore intere della più gentile ebbrezza si da convincere il più detestabile dei pessimisti che qualche volta la vita è bella.
Chi non conosce le nostre mura non può farsi nessuna idea di quello che possa offrire d'incanto un paesaggio dei più belli e meravigliosi di una giornata di Maggio lussureggiante di verde, d'azzurro e riscaldata di una profusione di oro che il gran sole volle finalmente elargire. In mezzo a ciò, il giardino pubblico fiorito di mille fiori e contornato da una teoria d'ippocastani trasformata in candelabri su cui esalano grazia e profumo i loro fiori bianchi e rosa. Il più suggestivo degli ambienti dunque: adattato senza turbarne le linee a teatro per lo svolgimento del più gentile dei tornei.
Grandissime, ma artistiche tribune tutt'intorno accolgono con ornamentazioni floreali, pennoni variopinti ovunque inneggias- sero alle nuove vittorie. E dappertutto una folla immensa, mai vista e mai sperata, folla gaia, cortese, simpatica; in cui predominava il gentil sesso in leggiadre foggie.
Crediamo che le persone che parteciparono ed assisterono alla festa siano state più di dodicimila. Basti dire che i biglietti d'entrata che si vendevano agli sportelli furono esauriti in mezz'ora e che le persone addette alle entrate dovettero con i cappelli ricevere i danari per l'ingresso!
Sarebbe interessante una statistica che ci dicesse quanti quintali di fiori furono sacrificati, quanti giardini portarono il loro contributo, e se ciò non fosse un po' malinconico quanti denari assorbirono i profumati petali, perchè il lancio fu generale, vivace, intenso e durò parecchie ore dando luogo ai più graziosi episodi e sempre al più magico degli spettacoli.
Parlare degli equipaggi, automobili, carri che parteciparono al torneo dei fiori è impresa difficile, poichè furono tanti e tutti stupendi: ed una dimenticanza costituirebbe una scortesia maggiormente rimproverabile trattandosi di atto oltremodo gentile di chi concittadino o ospite volle tanto degnamente concorrere ad una riuscita indimenticabile.
(L'Unione).

Episodio 54 - L'orribile fatto di ieri sera (1909)
L'orribile fatto di ieri sera.
Ieri sera alle 19.30 dalla benemerita Croce Verde vennero trasportati all'Ospedale Civico l'impiegato alla delegazione del tesoro Fontana Orosmane di anni 38, e la giovane Martinelli Ester di anni 18, studentessa della R. Scuola Normale, di Camerino.
I sanitari riscontrarono nel Fontana una lussuazione al ginocchio sinistro e frattura delle costole del torace destro e nella Martinelli una frattura della colonna vertebrale e susseguenti paralisi delle sezioni sottostanti al punto di frattura. Ambedue si trovano in condizioni allarmanti per non dire disperate.
La giovane è vittima del Fontana che in un momento di esaltazione mentale si gettava dalla finestra della sua abitazione in Via della Ripa all'altezza di circa 20 metri, e cadeva proprio sopra la Martinelli che in quel momento era sulla via insieme ad altre compagne. Il Fontana è affetto da mania suicida avendo altre volte tentato di suicidarsi. Il caso pietoso ha destato vivissima commozione della intera cittadinanza.
(La Provincia maceratese, 1 maggio).

Episodio 53 - E' difficile trovare un tetto a Macerata (1909)
È difficile trovare un tetto a Macerata.
Anche a Macerata sifa sempre più serio ed urgente il problema delle case. Il trovare un'abitazione diventa sempre più difficile ed i fitti crescono continuamente tantochè oggi il prezzo di un appartamento di quattro vani con acqua potabile oscilla tra le 22 e le 25 lire mensili. Spesso poi non si riesce a trovare l'abitazione anche tralasciando la questione del prezzo. La cittadinanza pensa che il Comune farebbe cosa utile se rivolgesse le sue cure a risolvere il problema degli alloggi, incoraggiando in tutti i modi nuove costruzioni edilizie, sia dei premi a vano o a metro cubo, sia somministrando gratuitamente, a determinate condizioni, le aree fabbricabili. La somma che si spendesse a questo scopo sarebbe sempre largamente fruttifera, perchè, come tutti sanno ogni fabbricato che sorge, costituisce per il Comune un nuovo cespite d'entrata.
(La Provincia maceratese, 17 novembre).

Episodio 52 - Le truppe a Macerata (1908)
Le truppe a Macerata.
Martedì scorso, come avevamo annunciato, dopo l'ultima esercitazione tattica, intorno al colle Mazzamauro, verso le ore 9 del mattino, cominciò l'accentramento a Macerata.
Una folla straordinaria assisteva allo splendido passaggio delle truppe che scendendo dal colle di S. Croce, entrarono in città dove si sciolsero avviandosi ai rispettivi quartieri.
Notammo anche numerose signore e signorine.
Il Generale Asinari di Bernezzo circondato dal suo stato maggiore assistè alla sfilata dal ripiano di Piazza d'Armi.
Alla sfilata che ha durato più di un'ora hanno preso parte tutte le truppe che in questi giorni avevano operato tra Camerino, Sanseverino e Macerata, un totale di circa 8000 uomini.
In Piazza V. Emanuele, la Banda Comunale prestò servizio a mezzogiorno e gli ufficiali ed il pubblico a grandi frotte presero d'assalto i ristoranti e gli alberghi della città, già stipatissimi.
Alle 17 il generale Asinari di Bernezzo ha tenuto nella Sala Verde del Teatro Lauro Rossi, alla sola presenza degli ufficiali, che parteciparono alle manovre una conferenza riassuntiva che durò più di un'ora. Intanto la città si è di nuovo affollata di borghesi e di soldati. Alle 19 comincia a suonare la banda dell'82° reggimento fanteria, diretta dal M. Massi.
È applauditissima. La piazza V.E. è artisticamente illuminata a luce elettrica e produce un effetto magnifico.
Intanto in Municipio ha luogo il ricevimento degli ufficiali, inappuntabilmente servito dalla ditta Pompei. Parla primo il cav. Cassone salutando ed acclamando agli ospiti graditi. Risponde il generale di Bernezzo ringraziando ed inneggiando a Macerata.
Alla musica dell'82' succedono quelle del 39' e 40' riunite, ed il servizio si protrae sin verso le 22, mentre al Teatro Lauro Rossi la Compagnia Novelli, rappresenta dinanzi ad un pubblico affollatissimo il patriottico dramma «Romanticismo» del Rovetta.
(La Democrazia, 14 settembre).

Episodio 51 - La festa da ballo in Prefettura
La festa da ballo in Prefettura.
La sera di lunedì, dopo un periodo abbastanza lungo in cui i diversi Prefetti succedutisi tra noi avevan lasciate chiuse le eleganti sale ad ogni melodia, ad ogni splendore di luce, ad ogni brio di danze, la sera di lunedì era attesa con curiosa, impaziente aspettativa, ma la riuscita e la grandiosità della festa geniale hanno superato qualunque aspettativa, ed han lasciato nell'animo un fascino ch'è dolcezza e rimpianto. Gentile fu l'occasione: le nozze d'argento del nostro prefetto, comm. Ildebrando Merlo e della sua signora, fulgida stella dell'ardente e generosa Romagna, e gentile, spontaneo fu l'omaggio simpatico che Macerata ha voluto offrire alla eletta coppia.
Dallo scalone, in cui i tappeti smorzavano i passi, dalla fuga sforzosa di sale, al salone da ballo magnifico nella sua austera eleganza, tutto era una ricchezza di fiori e di luce: fuori la notte frizzante e senza stelle, dentro un tepido senso di giocondità, una mollezza di piacere, un sorriso misterioso che si effondeva da tante labbra schiuse, da tante gemme briosamente luccicanti sui seni o su le chiome brune o dorate, un sorriso che si effondeva financo dalle piccole quasi invisibili cose.
Molto prima ancora della mezzanotte una gentile numerosa schiera di dame ed un elegante nuvolo di cavalieri, tra i quali luccicavano le spalline di vari ufficiali, avevano già tutte invase le sale e già fervevano le danze del tempo - del primo boston molle e ondeggiante non restava più che l'eco diffusa per l'aria aulente! - e le danze seguivano ordinatissime sotto la brava ed instancabile direzione dell'Avv. Amici, mentre il comm. Merlo e la sua signora, coadiuvati dalle leggiadre e vispe figliuole, continuavano ad adempiere gli onori di casa con la consueta squisita signorilità e con infinita cortesia. Dopo vari balli, venne aperto il buffet sontuoso e ricchissimo, e apparve allora agli invitati la scena d'un sogno fantasioso: era la cheta laguna suggestiva e strana, in una notte del carnevale veneto, quando le gondole leggiadrette e sottili riflettevano nell'acqua scura la luce delle lampadine variopinte, e veneziane erano le lampade, sotto un cielo artistico di verzura bruna!
Ai raggi velati i trionfi di fiori e i trionfi di frutta e di dolci s'innalzavano superbi e questi si vuotavano rapidi - tanto il brio e le danze avevano influito sull'appetito di tutti -, mentre spumeggiava sovente lo champagne dorato, che accresceva le risa e rendeva ciascuno più loquace.
Con più brio, con più confortevole vivacità si riprese la danza e si ballò tra l'altro una quadrille monstre, abilmente diretta dallo stesso avv. Amici.
L'alba sonnolenta sorse, e nulla era diminuito ancora della sana allegria e della instancabile lena dei ballerini. Chiuse da ultimo un cotillon riuscitissimo, ricco di quadri originali e simpaticamente artistici, intorno al quale - è mia indiscrizione - lavorarono con assiduità e con genialità degne del più vivo encomio le signorine Merlo, Rasponi, Paglionica, e qualche altro che, forse per modestia, ama troppo il silenzio. Quando l'ultimo ospite lasciò la casa del Prefetto non le stelle tendevano a scomparire nel biancicore dell'alba, ma il giorno chiaro appariva e la città cominciava a destarsi dal suo sonno profondo.
(Arturo Caruso, L'Unione, 5 marzo).

Episodio 50 - Il grave ferimento di ieri sera al Borgo San Giuliano (1908)
Il grave ferimento di ieri sera al Borgo San Giuliano.
Ieri sera al Borgo San Giuliano, Salvatore Spernanzoni bollettaro e Morbiducci Costantino raccoglitore di capelli, per interesse di mestiere litigarono fortemente. Il Morbiducci riportò due ferite di cui una al cuore, l'altra all'inguine tutte e due gravi; l'altro una semplice lesione alla gamba destra. Accorse subito sul luogo il solerte delegato G. Mastropasqua insieme ad altri agenti di polizia che arrestarono il feritore sequestrando anche il coltello. Il Morbiducci è in pericolo di vita e si dispera di salvarlo. Stamane il nostro valente direttore dell'Ospedale Dott. Fulvio Casucci à operato con riuscita la sutura del cuore, tentando così di salvare il povero Morbiducci. (La Provincia maceratese, 9 luglio).
P.S. Purtroppo alle 9 e un quarto del mattino successivo il povero Morbiducci cessava di vivere. Queste le sue ultime parole: «Abbiamo fatto a darcele: io gliene ho date quattro, lui me ne da date tre>>

Episodio 49 - La Virtus allo Sferisterio (23 giugno 1907)
La Virtus allo Sferisterio (23 giugno).
Preceduta dalla Banda Comunale ed accompagnata dalla Nuova Società Ginnastica Popolare la squadra della Virtus, col suo elegante costume giunse alle 17.30 dalla Sede Sociale allo Sferisterio già popolato di gente. Lo spettacolo incominciò con esercizi a braccio libero, eseguiti con perfetta sincronia ed agilità. Ammiratissimi gli esercizi combinati con gli appoggi Baumann. Quindi si ebbe la gara del salto in altezza. Riuscì primo, saltando m. 1.35, il giovane Michelangeli Mario. Nelle gare di corsa veloce (metri 100 tempo massimo 14") riuscì primo per eliminazione Paoletti Alpinolo. Nel gioco dello sfratto o palla vibrata riuscì vincitore il partito azzurro composto dai giovani: Simonelli, Mugnoz, Cantoni, Mandò, Molinari, Mariani, Morresi, Scalpelli.
Durante gli esercizi presto servizio la Banda Comunale.