
Valigia Blu
By valigiablu
Basata sui fatti. Aperta a tutti. Sostenuta dai lettori.

Valigia BluMar 17, 2023

Viaggio nella politica italiana #9
Fra pochi giorni il governo Meloni compirà un anno. È tempo di bilanci, anche piuttosto magri. Una delle tematiche di cui la propaganda di destra ed estrema destra si è ampiamente nutrita in questi anni è esplosa nelle mani della prima presidente italiana: gli sbarchi di migranti sono aumentati vertiginosamente e questo governo non sa proprio cosa fare. Crescono le tensioni con l'Unione Europea e con alcuni paesi europei, come la Germania che avverte l'Italia: "Rispetti le riammissioni del sistema Dublino. E finché non lo farà, nemmeno noi accoglieremo altri rifugiati". Meloni voleva inseguire i trafficanti in tutto il globo terracqueo e ora questa maggioranza propone soluzioni modello trafficanti: se sei richiedente asilo e paghi 5mila euro puoi evitare i Centri di Permanenza. Intanto il ministro dell'Economia Giorgetti in solitaria lancia allarmi sulla imminente legge di bilancio: non ci sono i soldi per mantenere tutte le promesse di questi mesi, bisognerà generare un deficit altissimo, non previsto dalle attuali regole europee sul patto di stabilità. La destra per reggere dovrà smettere di fare la destra. Siamo già in piena campagna per le europee 2024, le estreme destre avanzano, ma il quadro è abbastanza complicato e per ora molto incerto. Conversazione con Dino Amenduni, a cura di Arianna Ciccone.

Che clima che fa – Dagli Usa all'Ecuador, la società civile si mobilita contro il cambiamento climatico
Il Global Stocktake delle Nazioni Unite che fa il bilancio del pianeta sulla lotta al riscaldamento globale, il primo Africa Climate Summit a Nairobi, la vittoria di 16 ragazzini nella causa climatica contro lo Stato del Montana, la mobilitazione dei cittadini e il referendum contro le trivellazioni in Ecuador: il filo rosso è la mobilitazione dei cittadini che fanno pressione sulle istituzioni.
Terzo appuntamento con "Che clima che fa", il podcast di Valigia Blu dedicato alla crisi climatica a cura di Angelo Romano, con Arianna Ciccone e il contributo di Antonio Scalari.
Musica: Ciao, ciao - La Rappresentante di Lista
Regia: Vudio

Perché manca (ancora) la verità su Ustica
I processi, il muro di gomma delle istituzioni, i depistaggi e la disinformazione, il contesto storico e geopolitico, il ruolo delle inchieste giornalistiche e dei parenti delle vittime della strage per far emergere la verità. Ne parliamo con Cora Ranci, autrice del volume Ustica, una ricostruzione storica (Laterza 2020) , che nelle conclusioni del suo libro scrive: “La storia dell’intera vicenda di Ustica, dal 1980 fino ai giorni nostri, mostra che alla legittima ricerca dei responsabili deve necessariamente accompagnarsi una riflessione più ampia sui motivi sottostanti all’esistenza e alla persistenza dell’impossibilità di fare completa luce sul caso. Chi è stato?, quindi, ma anche e, storicamente, soprattutto: Perché manca (ancora) la verità su Ustica?"
Musica: Tema strumentale de 'Il muro di gomma', film sulla strage di Ustica di Marco Risi, '91

La violenza sessuale e di genere e noi #2
In questa seconda parte, a partire dalle parole scriteriate di Andrea Giambruno, giornalista e compagno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, una ricca e intensa conversazione con la scrittrice Giulia Blasi su alcuni temi cruciali: da dove nasce la violenza maschile? Chi ne è responsabile? Cosa fare? Il 1522 è il numero gratuito da tutti i telefoni, attivo 24 ore su 24, che accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking. Per avere aiuto o anche solo un consiglio chiama il 1522 o contatta la chat su 1522.eu
Musica: Morgan St. Jean - Not All Men Regia: Vudio

La violenza sessuale e di genere e noi #1
"L'accavallarsi di femminicidi, stupri o tentati stupri, molestie sessuali più o meno pesanti, ma anche ritardi negli interventi giudiziari, sottovalutazione delle denunce e richieste di aiuto, sentenze di assoluzione con argomentazioni sorprendenti, mostra - ha scritto la sociologa Chiara Saraceno - che siamo di fronte ad un enorme problema culturale". Interrogarci innanzitutto sul ruolo dei media e su come ne discutiamo è cruciale. Ne parliamo parliamo con Tiziana Metitieri, psicologa, neuropsicologa, che lavora all'Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze e storica collaboratrice di Valigia Blu. Con i contributi di Valentina Mira, giornalista e scrittrice, autrice di X e Maria Giuseppina Pacilli, professoressa associata, insegna psicologia sociale all'università di Perugia, autrice di Uomini duri, il lato oscuro della mascolinità. Il 1522 è il numero gratuito da tutti i telefoni, attivo 24 ore su 24, che accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking. Per avere aiuto o anche solo un consiglio chiama il 1522 o contatta la chat su 1522.eu Musica: Morgan St. Jean - Not All Men Regia: Vudio

Che Clima che Fa - L'Italia nella morsa del cambiamento climatico, il negazionismo governativo e la buona notizia per l'Amazzonia
I fenomeni meteorologici estremi che stanno colpendo tutto il Mediterraneo, sempre più caldo, le cause degli incendi e cosa non stiamo facendo per prevenirli, il negazionismo climatico veicolato da partiti politici e media, le scelte scellerate delle aziende energetiche che continuano a investire in petrolio e gas. Infine la buona notizia della settimana che arriva dal Brasile e dalla Colombia.
A cura di Angelo Romano, con Arianna Ciccone e il contributo di Alice Facchini.
Regia: Vudio
Musica: Michael Jackson - Earth Song

Viaggio nella politica italiana #8
Intanto il nostro dibattito quotidiano sembra divaricarsi sempre più, in un progressivo allontanamento tra il racconto dell'attualità e la necessità di approfondimento sui principali dossier che riguardano l'economia del nostro paese.
Conversazione con Dino Amenduni e Mattia Marasti a cura di Arianna Ciccone.
Musica: boygenius - Not Strong Enough
Regia: Vudio

Che Clima Che Fa: le notizie della settimana sulla crisi climatica
Ondate di calore record a livello globale, il voto del parlamento europeo sul ripristino della biodiversità ostacolato dai partiti di destra e conservatori, tra cui l’Italia. Cosa sta facendo il nostro paese per contrastare la crisi climatica. Il Bangladesh all’avanguardia nella prevenzione e gestione dei disastri climatici.
Major Lazer, J Balvin - Que Calor ft. El Alfa

Ucraina, i fatti contro la propaganda - Conversazione con Andrea Braschayko
Da oltre nove anni, la propaganda russa si concentra sugli stessi elementi per screditare l’Ucraina e giustificare l'invasione criminale: l’artificialità dei confini statali ucraini, il complotto ordito da UE e NATO contro la Russia usando l’Ucraina come cavallo di Troia per distruggerla, la questione nazista e il colpo di Stato di Euromaidan, il genocidio dei russofoni del Donbas per mano dal governo di Kyiv, la mancanza di volontà dell’Ucraina di voler accettare una pace offerta da Mosca.
Con Andrea Braschyako abbiamo provato a ristabilire i fatti contro la propaganda, affrontando alcuni fra i principali talking points che ancora oggi non smettono di inquinare e intossicare la discussione pubblica nel nostro paese.
Musica: SadSvit - (feat. СТРУКТУРА ЩАСТЯ) https://www.youtube.com/watch?v=NjDMzkRbSZI

Viaggio nella politica Italiana #7 - Conversazione con Gianfranco Pasquino e Dino Amenduni
In queste ore Berlusconi è stato definito un genio, un visionario, un uomo col sole in tasca, e in sintesi una persona che ha cambiato l'Italia. Su quest'ultimo concetto c'è poco da obiettare, ma per contestualizzare meglio l'eredità politica e umana del Cavaliere sarebbe opportuno porsi una domanda in più: è vero, ha cambiato il nostro paese, ma come?
E soprattutto adesso cosa succederà in Forza Italia, nel centrodestra, nel governo, in Mediaset, in tutti i centri di potere grazie ai quali Berlusconi è riuscito a esercitare un controllo enorme sul nostro paese, anche quando non era presidente del Consiglio?
Ne abbiamo parlato in questa settima tappa del nostro viaggio nella politica italiana con il politologo Gianfranco Pasquino, Professore emerito di Scienza politica nell'Università di Bologna, autore tra gli altri di Partiti, istituzioni, democrazie (Il Mulino).

Pandemia, cosa abbiamo imparato e come prepararci in futuro”. Conversazione con Alessandro Vespignani e Roberta Villa
A inizio anno, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che il 2023 potrebbe essere l'ultimo anno dell'emergenza pandemica da Covid-19. Mentre si cerca di capire se ci aspetta una "nuova normalità" di convivenza con il virus, in particolare nei paesi con immunità insufficiente o troppo eterogenea, o se sarà possibile debellarlo a lungo termine, paesi come Italia e Regno Unito fanno i conti con la crisi sistemica del sistema sanitario. La pandemia, infatti, ha evidenziato e accelerato problemi strutturali pre-esistenti. Se soprattutto nelle fasi iniziali dell'emergenza è prevalso l'uso di un immaginario bellico, che vedeva medici e infermieri come "eroi in trincea", e le comunità impegnate in una "guerra" contro il virus, vero è che le pandemia non sono fenomeni suscettibili a rese, tregue, o armistizi. Di questi ultimi tre anni cosa abbiamo davvero imparato sul mondo in cui viviamo e sui suoi limiti? Le lezioni apprese verranno presto dimenticate, o si riuscirà a farne tesoro per le politiche sanitarie del prossimo futuro? La prossima pandemia non è una questione di "se", ma di "quando".

Lotta alla crisi climatica tra l'attivismo dei giovani, il negazionismo politico-mediatico e gli indifferenti. Conversazione con Antonio Scalari
Le alluvioni in Emilia-Romagna, il rapporto dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale che ci avverte che nei prossimi cinque ci sono buone probabilità di superare gli 1,5°C, la disinformazione di media e politica, gli attacchi agli attivisti climatici che con le loro proteste, del tutto pacifiche e non violente, denunciano l’inazione dei governi nella lotta alla crisi climatica.
Ne abbiamo parlato con Antonio Scalari, esperto di giornalismo scientifico e comunicazione della scienza e collaboratore di Valigia Blu.
Musica: Camille - Seeds

La crisi del mondo - conversazione con Paolo Giordano e Giorgio Zanchini

Viaggio nella politica italiana #6 - Conversazione con Dino Amenduni

Scienza, democrazia e (dis)informazione – Conversazione con Elisabetta Tola e Massimo Polidoro
Di come attrezzarci a capire la qualità, e la validità delle informazioni scientifiche e di come ragionare, insieme, per trovare soluzioni alla circolazione caotica di informazioni sbagliate, nocive, pericolose, abbiamo parlato, durante il Festival del Giornalismo di Perugia, con Massimo Polidoro, giornalista, saggista, divulgatore molto attivo anche sulle piattaforme social, co-fondatore assieme a Piero Angela del CICAP, il comitato italiano per il controllo delle affermazioni pseudoscientifiche, e autore di più di 60 libri, l’ultimo dei quali è “La scienza dell’incredibile”, appena uscito per Feltrinelli editore.

L'intelligenza artificiale generativa è qui. Siamo pronti? - Conversazione con Fabio Chiusi
L'IA generativa ha il potenziale per essere una tecnologia rivoluzionaria. O almeno così viene pubblicizzata. I venture capitalist, che sono sempre alla ricerca della prossima grande novità tecnologica, credono che l'IA generativa possa sostituire o automatizzare molti processi creativi, liberando gli esseri umani per svolgere compiti più complessi e rendendo le persone complessivamente più produttive. Ma non è solo il lavoro creativo che l'IA generativa può produrre. Può aiutare gli sviluppatori a creare software. Potrebbe migliorare l'istruzione. Potrebbe essere in grado di scoprire nuovi farmaci... Potrebbe insomma migliorare le nostre vite… Oppure no.
Scrive Sara Morrison su VOX: “Ci sono ragioni per preoccuparsi dei danni che l'IA generativa può fare se viene rilasciata a una società che non è pronta per questo o se chiediamo al programma di intelligenza artificiale di fare qualcosa per cui non è pronto. Quanto siano etiche o responsabili le tecnologie di intelligenza artificiale generativa è in gran parte nelle mani delle aziende che le sviluppano, poiché ci sono pochi regolamenti o leggi in vigore che disciplinano l'IA”.

La democrazia israeliana, l'estrema destra al potere e l'occupazione della Palestina - Conversazione con Ugo Tramballi
Le proteste di queste settimane hanno fermato per ora l'assalto alla indipendenza della magistratura da parte del governo più di destra, razzista e xenofobo che Israele abbia mai avuto. Il vero obiettivo della coalizione che sostiene Netanyhau è la sconfitta finale del movimento nazionale palestinese, l'annessione per legge della Cisgiordania e l'espulsione dei palestinesi che vi abitano.
Musica: Yael Deckelbaum & The Mothers - Home - יעל דקלבאום והאמהות

Viaggio nella politica italiana #5
Musica: Fabri Fibra, Colapesce, Dimartino - Propaganda

L'Italia dei diritti negati - Conversazione con Elena Tebano
Lo stesso giorno in cui il prefetto di Milano ha chiesto al Comune di interrompere il riconoscimento alla nascita dei figli delle coppie gay e lesbiche, la Commissione politiche europee del Senato ha bocciato la proposta di regolamento UE per il riconoscimento dei diritti dei figli anche di coppie gay e l’adozione di un certificato europeo di filiazione. In tutta l’Europa, salvo alcuni Paesi come l’Italia, la Polonia, l’Ungheria, i figli di coppie omogenitoriali sono riconosciuti fin dalla nascita.
Ne abbiamo parlato con Elena Tebano, giornalista del Corriere della Sera, autrice del documentario Diversamente etero sull’omofobia in TV, che da anni si occupa di questi temi e per prima ha dato la notizia che il prefetto di Milano aveva chiesto al Comune di interrompere il riconoscimento alla nascita dei figli delle coppie gay e lesbiche.
Musica: Massive Attack -https://www.youtube.com/watch?v=OQ31yNp6Nao
Regia: Vudio

Donne, vita, libertà. Iran, Afghanistan, Yemen - Conversazione con Laura Silvia Battaglia al-Jalal
La lotta per i diritti delle donne: dalle proteste in Iran per dire basta a un governo di terrore che dura da 43 anni, all'Afghanistan dei Taleban, il paese più repressivo al mondo per le donne e le ragazze, private di tutti i loro diritti basilari, secondo le Nazioni Unite, allo Yemen, dove la guerra civile cominciata 8 anni fa ha portato a una delle più devastanti crisi umanitarie al mondo, con forti ripercussioni anche sulla vita e i diritti delle donne. Ne parliamo con Laura Silvia Battaglia al-Jalal, giornalista, documentarista, conduttrice e autrice per Rai Radio 3, esperta di Medioriente, reporter in aree di crisi dal 2007. Musiche: Calm Down - 5 ragazze iraniane ballano sulle note del noto brano di Selena Gomez e Rama in segno di protesta Jin, jiyad, azadi - Coro di giovani donne iraniane all'Università di arte di Teheran

La Cina e il nuovo (dis)ordine globale - Conversazione con Simone Pieranni
Il leader del partito comunista cinese, Xi Jinping, dopo aver fatto cambiare la Costituzione che prevedeva il limite dei due mandati, ha ottenuto uno storico terzo mandato alla guida della Repubblica popolare cinese, i rapporti con gli Stati Uniti sono sempre più tesi e difficili tra accuse reciproche e venti di guerra,, l’invasione dell’Ucraina e il poco convincente piano di pace in 12 punti, la relazione sempre più stretta con la Russia e sempre più a rischio con l’Europa, la Cina come forza di intermediazione in Medioriente garante di un accordo di pace tra Iran e Arabia Saudita.
Musica: Tianxiao Xie

Perché partono. Contro propaganda e disinformazione sui migranti - Conversazione con Antonella Sinopoli
Sono trascorsi quasi dieci anni da quando almeno 600 persone persero la vita in due naufragi, il 3 e l’11 Ottobre 2013 al largo di Lampedusa. In quello dell’11 persero la vita almeno 60 minori, tanto che venne definita “la strage dei bambini”. Dal 2014, quasi 26.000 persone sono scomparse nello stesso modo nel Mar Mediterraneo nel tentativo di raggiungere le coste europee. Dal 2016, il 3 ottobre è stata istituita Giornata della memoria e dell’accoglienza, a monito che tali tragedie non si ripetessero.
Il 26 febbraio scorso, decine di corpi sono stati trascinati dalle onde del mare in tempesta sulla spiaggia di Steccato di Cutro, a Crotone, in Calabria. Un peschereccio partito da Smirne, in Turchia, con circa 200 persone a bordo molto probabilmente ha preso una secca e a causa delle onde molto alte si è spezzato. Quello di Crotone è il naufragio più grave dal 2013 sulle coste italiane, tra le vittime oltre 10 bambini, tra cui un neonato.
Il ministro dell’Interno davanti a una simile strage ha usato parole di rara disumanità, colpevolizzando le vittime: «La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vita dei propri figli». La poesia della scrittrice e poetessa Warsan Shire, nata in Kenya da genitori somali, in apertura di questo podcast, è l’unica risposta possibile che ci sentiamo di dare al ministro.
Perché partono. Ne abbiamo parlato con Antonella Sinopoli, direttrice Voci Globali, collaboratrice di VB profonda conoscitrice dell'Africa, vive in Ghana. In questi anni ci ha accompagnato nella conoscenza del continente africano e dei flussi migratori al di là di stereotipi e pregiudizi.
Musica: Plus rien ne m'étonne - Tiken Jah Fakoly

Viaggio nella politica Italiana #4 - Conversazione con Dino Amenduni e Matteo Pascoletti
Ci accompagnano, nella quarta tappa del nostro viaggio nella politica italiana, Matteo Pascoletti di Valigia Blu e Dino Amenduni, esperto di comunicazione politica.

Russia - Ucraina a un anno dall'invasione su larga scala di Putin
Conversazione con Giovanni Savino - storico, si occupa di nazionalismo russo e della ricezione del passato nella Russia contemporanea. Dopo aver insegnato in Russia, ha dovuto lasciare il paese nei primi giorni di guerra, e ha lavorato all'Università di Parma e ora è alla Federico II - e Oleksiy Bondarenko - insegna Comparative politics all’Università di Warwick (UK). Si occupa di élite, istituzioni informali e rapporti tra centro e regioni in Russia e Ucraina.

Viaggio nella politica italiana #3 - Conversazione con Emiliano Fittipaldi e Dino Amenduni
Ne parliamo nella terza tappa del nostro viaggio nella politica italiana con il giornalista Emiliano Fittipaldi, vice direttore del quotidiano Domani e Dino Amenduni, socio e consulente politico dell'agenzia di comunicazione Proforma; docente nei laboratori di comunicazione politica ed elettorale all'Università di Perugia e di storytelling politico all'Università di Bologna.
Musica: Judas Priest - Breaking The Law

Israele-Palestina: la democrazia in pericolo e il rischio di una terza intifada - Conversazione con Paola Caridi
Da settimane a Tel Aviv e in altre città, migliaia di cittadini scendono in piazza per protestare contro la riforma giudiziaria annunciata dal nuovo governo di destra estrema guidato da Benjamin Netanyahu, il governo più a destra della storia israeliana.
Riforme che il giudice più stimato di tutta Israele, Aharon Barak, ex presidente della Corte Suprema, ha definito senza mezzi termini un "golpe senza carri armati".
Uno dei discorsi più netti e apprezzati dalla piazza anti-Netanyahu è stato quello pronunciato da un’altra esponente del sistema giudiziario, un’altra giudice ex presidente della Corte Suprema, Ayala Procaccia. La sintesi: quando i giudici scendono in campo, è perché la democrazia è a rischio.
Il quotidiano israeliano Haaretz, riferimento dell’area di centro-sinistra, ha pubblicato un'inserzione sul New York Times con questo messaggio: “La democrazia può morire anche alla luce del giorno”.
La settimana scorsa, Antony Blinken, il segretario di Stato americano in visita in Israele, ha impartito a Netanyahu una vera e propria lezione sull'importanza di una magistratura indipendente e dello Stato di diritto.
In questi stessi giorni si sono consumati gli ennesimi massacri che hanno segnato e continuano a segnare il più lungo conflitto del mondo: dieci morti palestinesi a Jenin, sette israeliani a Gerusalemme… Una violenza solo più intensa del solito. Il 2022 è stato l’anno più sanguinoso dal 2005. L’inviato speciale dell’Onu è andato nei dettagli della violenza. “Sono continuati gli scontri, le proteste, gli attacchi, le operazioni israeliane e la violenza dei coloni. Nel 2022, sino a oggi, sono stati uccisi in Cisgiordania e in Israele oltre 150 palestinesi e più di venti israeliani, il più alto numero di vittime in molti anni”.
Del nuovo governo e della crisi costituzionale e democratica israeliana, di come questa possa ricadere brutalmente sulla vita dei palestinesi già fortemente segnata dall’occupazione e mettere definitivamente la parole fine alla soluzione Due Stati per Due popoli, a cui ormai non crede quasi più nessuno, e di questa nuova e spaventosa ondata di violenza parliamo con Paola Caridi. Saggista e giornalista, esperta di storia delle relazioni internazionali, Paola Caridi da oltre venti anni si occupa di Medio Oriente e Nord Africa, in particolare di islam politico in Palestina ed Egitto.
Musica: A time to cry - Rim Banna

Chi ha protetto Matteo Messina Denaro, l'ultimo dei Corleonesi? Conversazione con Lirio Abbate
Ha detto il procuratore Nino Di Matteo: "L’arresto di Matteo Messina Denaro è una tappa importante nella lotta alla mafia ma è oggettivamente scandaloso che oggi, in un’epoca di tecnologie avanzate e con la preparazione delle nostre forze di polizia, un soggetto resti latitante per 30 anni” ha sottolineato ancora Di Matteo, concludendo: In questi anni sulla latitanza di Messina Denaro si è detto di tutto ma le cronache di questi giorni ci dicono invece che è stato rintracciato a casa sua, il suo volto è uguale a quello delle foto della polizia. Ha abitato a Campobello di Mazara, ha girato con il documento di un’altra persona che abitava nello stesso posto, è stato arrestato in una clinica frequentata da centinaia di persone, aveva un cellulare con cui scambiava messaggi con altri pazienti e si scattata selfie. Lo Stato deve mostrare di non avere paura di fare certe domande e di indagare su cose molto scomode”.
E dunque chi ha protetto Matteo Messina Denaro, l’ultimo dei Corleonesi? Ne parliamo con uno dei più noti giornalisti italiani esperti di mafia, sotto scorta da anni per il suo lavoro d’inchiesta, Lirio Abbate.

Eroina. Conversazione con Vanessa Roghi
Valentina ha iniziato a fumare eroina a 13 anni. Era il 2002. Nessuno pensava che l’eroina fosse ancora una minaccia, si diceva che a farsi erano ormai solo i tossicomani sopravvissuti agli anni Ottanta, simbolo di un passato da dimenticare. Oggi Valentina ha 33 anni, è entrata e uscita da dodici comunità terapeutiche, solo per finire in carcere.
Parte da qui, dalla vicenda di una ragazza come tante, il percorso di ricerca di Vanessa Roghi sul mondo delle cosiddette «droghe pesanti». Una storia che inizia alla fine dell’Ottocento, quando i derivati dell’oppio furono salutati come i rimedi definitivi contro il dolore, prima che se ne conoscesse il risvolto dell’assuefazione e della dipendenza, e arriva ai giorni nostri, quando nel 2019, poco prima dello scoppio della pandemia di Covid-19, si è verificata una nuova impennata nel consumo di eroina, dopo quindici anni di calo costante. Passando dalla costruzione socioculturale della figura del «tossico» ai corsi e ricorsi della «guerra alla droga», fino alla responsabilità delle case farmaceutiche nella nuova crisi degli oppioidi.
Sullo sfondo di questo scenario, l’autrice si interroga sulla possibilità di una soluzione diversa, sia dalla politica punitiva adottata da molti Paesi europei, fra cui l’Italia, il cui risultato è che su 850.000 detenuti il 18 percento è recluso per uso o possesso di droghe, sia da quella delle comunità terapeutiche, dove l’imperativo è rinunciare di colpo e per sempre alle sostanze. Questa «terza via» si chiama riduzione del danno ed è l’ammissione che, per alcuni, smettere di assumere stupefacenti non è un’opzione praticabile. È un’alternativa che deve declinarsi sul singolo e soprattutto rinunciare alla stigmatizzazione del soggetto, che serve solo a emarginarlo e condannarlo a una morte «civile». Una ricerca appassionata e documentata, che ci porta nell’inferno della dipendenza dalle droghe. Perché «grazie a una vera e propria epica dei narcos, paradossalmente, del sistema mondiale della droga sappiamo senza dubbio molto di più di quanto sappiamo del “drogato” vicino a noi».

Viaggio nella politica italiana #2 - Conversazione con Dino Amenduni
Qui link all'articolo citato durante il podcast: La retorica dell’offerta “congrua” si basa sull’idea che la povertà è una colpa

Elon Musk, Twitter e altre Guerre di Rete
Elon Musk e la gestione feudale di Twitter, tra scelte di policy controverse, sospensione di account di giornalisti tech, sondaggi per decidere se ritirarsi o meno da CEO di una delle piattaforme più importanti per la conversazione pubblica globale; la cyberguerra in Ucraina: come si configura la battaglia sul campo digitale, come si è evoluta e chi e come la starebbe vincendo?; il crollo di FTX, la seconda più grande piattaforma per la compravendita e custodia di criptovalute e l'arresto del suo fondatore Sam Bankman-Fried (noto come SBF): che cosa ci dice questa vicenda sul settore delle criptovalute?; Tutti pazzi per la ChatGPT: un sito web che permette di conversare con un modello di intelligenza artificiale denominato GPT, [Generative Pretrained Transformer] e i risultati sono strabilianti. Luci e ombre di questo nuovo fenomeno virale. Ne abbiamo parlato con Carola Frediani.
Carola Frediani ha scritto di hacking, privacy, sorveglianza, cybercrimine per varie testate italiane ed estere. Poi ha iniziato a lavorare come cybersecurity awareness manager in realtà internazionali. Dopo essere stata nel team di sicurezza globale del segretariato di Amnesty International, attualmente è infosec technologist a Human Rights Watch. Ogni settimana scrive la newsletter gratuita Guerre di Rete che analizza notizie e storie di cybersicurezza, sorveglianza, diritti digitali. La newsletter è poi evoluta in un progetto d'informazione indipendente, il sito Guerredirete.it, realizzato insieme all'associazione Cyber Saiyan.
Alcuni articoli citati nel podcast:
Elon Musk e i ‘Twitter Files’: la battaglia per controllare la narrazione sulla democrazia americana - Valigia Blu
Elon Musk is a Jekyll and Hyde character. And as head of Twitter, Hyde is winning - The Guardian
Il ruolo decisivo e ambiguo dei satelliti di Elon Musk in Ucraina - Guerre di Rete
‘Our weapons are computers’: Ukrainian coders aim to gain battlefield edge - The Guardian
Lessons from Russia’s cyber-war in Ukraine - The Economist
Quei legami pericolosi che hanno fatto crollare FTX - Guerre di Rete

Aggiustare il mondo. La vita, il processo e l’eredità dell’hacker Aaron Swartz. Conversazione con Giovanni Ziccardi
La vita troppo breve dell’hacker Aaron Swartz – morto suicida l’11 gennaio del 2013 – ha tantissimi aspetti incredibili. Piccolo genio dell’informatica cresciuto in un sobborgo di Chicago, incontra, da adolescente, studiosi del calibro di Tim Berners-Lee e Lawrence Lessig e lavora con loro per costruire le architetture informatiche, e le licenze d’uso, del futuro. Con un cambio di vita radicale, deciderà poi di dedicarsi all'attivismo politico e tecnologico proprio mentre i suoi coetanei più talentuosi sfruttano l’onda della Silicon Valley per arricchirsi. Lui dedicherà, invece, le sue energie e il suo talento a combattere per l’open access, per la sicurezza delle comunicazioni, per l’anonimato e per “liberare” contenuti e cultura dai confini, e pedaggi, delle grandi banche dati. A un certo punto, però, il governo degli Stati Uniti d’America lo prenderà di mira e, lentamente, la potente macchina giudiziaria americana lo stritolerà. Il suo insegnamento, le sue teorie, la sua passione sono ancora oggi, a distanza di dieci anni dalla sua morte, esempio per tantissimi utenti, hacker e cittadini della società dell’informazione.
Conversazione con Giovanni Ziccardi, professore di Informatica Giuridica all’Università degli Studi di Milano dove ha fondato anche un Corso di Perfezionamento in Investigazioni Digitali e Data Protection e uno in Informatica Giuridica. Insegna criminalità informatica al Master in diritto delle nuove tecnologie dell’Università degli Studi di Bologna.
Dal 1984 - anno in cui gli fu regalato il primo computer - ha iniziato a frequentare gli scenari hacker nazionali e internazionali, incontrandone molti esponenti e studiandone l’evoluzione. Avvocato e pubblicista, è autore di diversi libri tra cui Hacker. Il richiamo della libertà, L’ultimo hacker, Internet, controllo e libertà, L’odio online, Tecnologie per il potere e Aggiustare il mondo. La vita, il processo e l’eredità dell’hacker Aaron Swartz [si può scaricare gratis qui].

La Resistenza delle donne - Conversazione con Benedetta Tobagi
I ritratti, le storie, i volti delle donne che hanno abbracciato la Resistenza partigiana, prestando assistenza, combattendo in prima persona, rischiando la vita. Una metà della Storia a lungo silenziata a cui Benedetta Tobagi dà voce, facendosi accompagnare in questo viaggio dalle fotografie raccolte in decine di archivi. Rimettendo al loro posto le pagine strappate o sminuite che vedono le donne protagoniste della Storia. Dall’Armistizio alla Liberazione e anche negli anni successivi, il racconto delle invisibili che hanno fatto la Storia.
Giovani, giovanissime, di qualsiasi classe sociale, povere, ricche, istruite o senza mai aver avuto la possibilità di andare a scuola, mamme, figlie, contadine, sarte, infermiere. Donne che non si erano mai interessate di politica. Dalla borghesia alle classi più umili, stremate dalla fame e dalla miseria della guerra. che attraverso l’impegno antifascista iniziano un percorso di liberazione personale, di autodeterminazione, di emancipazione. Com’è successo che in una società fortemente patriarcale e oppressiva le donne irrompono da protagoniste sulla scena?

Viaggio nella politica italiana - Conversazione con Dino Amenduni
Parlare di politica in Italia è sempre molto difficile e in alcuni casi avvilente. Siamo sempre più circondati da un racconto asfittico, miope, ombelicale, che troppo di rado pone al centro delle discussioni i temi più cari e più vicini agli interessi dei cittadini.
Il dibattito politico sembra costantemente orientato alla ricerca del consenso immediato, senza una visione ampia e profonda dell’oggi e ancor meno del futuro.
La copertura mediatica sembra del tutto speculare, infarcita com'è di retroscena, abuso di sondaggi, schermaglie fra politici (in alcuni casi cercato volutamente, in particolare nei talk show televisivi). Tutto questo restituisce la sensazione che seguire le vicende politiche del nostro paese sia tempo perso.
Eppure la politica è una cosa molto bella e troppo importante per la vita democratica di un paese per non interessarsene.
Con Dino, con cui spesso ci confrontiamo su questi temi e sui temi della politica in generale abbiamo pensato allora di fare insieme questo viaggio nella politica italiana, a modo nostro.
Lontano dai centri del potere e con un obiettivo autentico: provare a capire cosa succede dentro i palazzi e perché, ma provare anche a discutere di come si dovrebbe fare politica, opposizione, di quali sarebbero i temi da mettere al centro della discussione pubblica affinché la politica torni a essere un elemento di reale interesse e - perché no - passione, per l'opinione pubblica".
Arianna Ciccone

Lo sguardo oltre il confine. Conversazione con Francesca Mannocchi
Una lunga e appassionata conversazione a cura di Arianna Ciccone con la giornalista e scrittrice Francesca Mannocchi, appena tornata dal fronte ucraino.
Mannocchi segue l’invasione russa dell’Ucraina sin dall’inizio. Ci racconta cosa è oggi l’Ucraina, l’attacco sistematico ai civili, la situazione militare con l’inverno alle porte. Cosa significa essere giornalisti embedded e come si preserva la propria indipendenza, il ruolo fondamentale dei fixer, il consenso della società civile alla resistenza delle forze armate e dei partigiani.
Con lei abbiamo affrontato anche la questione del genocidio (qui si può ascoltare la lezione dello storico Timothy Snyder) il significato della parola pace per una popolazione che da mesi subisce incessantemente violenze, stupri, bombardamenti che hanno raso al suolo città e villaggi. Il dibattito in Italia, i problemi dell'informazione e infine cosa significa per lei il lavoro della scrittrice e giornalista premio Nobel Svetlana Aleksievič che accompagna costantemente il suo lavoro.
Anche suo ultimo libro, “Lo sguardo oltre il confine Dall’Ucraina all’Afghanistan, i conflitti di oggi raccontati ai ragazzi. - dedicato al figlio Pietro ed edito da De Agostini - si apre con una citazione di Aleksievič, tratta dal libro La guerra non ha un volto di donna.
Aleksievič raccoglie la testimonianza di una giovane che aveva partecipato alla Seconda guerra mondiale: «Posso raccontare come ho combattuto e sparato, ma raccontare quanto e come ho pianto non posso. Questo resterà non detto. So solo una cosa: in guerra l’uomo si trasforma in un essere spaventoso e oscuro». In queste righe - scrive Mannocchi - è riassunta la ragione che mi ha spinto a scrivere un libro a voi, ragazze e ragazzi: raccontare come si piange in guerra non si può, quello che si sa è che “in guerra l’uomo si trasforma in un essere spaventoso e oscuro”. È su quell’essere spaventoso e oscuro che siamo chiamati a interrogarci. È quell’essere a riempirci di domande.

Lezioni di Storia / La lunga storia dell'aborto
Aborto: dopo la sentenza USA il tema della interruzione volontaria della gravidanza e del diritto delle donne a decidere per il loro corpo è diventato di stringente attualità. Ma nel mondo antico come era affrontato questo problema?

Mykhailo Fedorov, il ministro di Zelensky che ha riscritto le regole della resistenza digitale
Chi è Mykhailo Fedorov, il ministro per la trasformazione digitale e ideologo della resistenza tecnologica all’aggressione di Putin.

Il tradimento dell'Occidente, il futuro dell'Afghanistan
Il 15 agosto del 2021 i talebani entrano a Kabul, occupano la capitale, ottengono la fuga del presidente Ghani sostenuto dagli occidentali. Dal palazzo presidenziale annunciano che proclameranno l’Emirato Islamico di Afghanistan, usando lo stesso nome del Paese di prima dell’arrivo degli americani. I talebani sono tornati al potere dopo vent’anni di conflitto che gli Stati Uniti e gli occidentali non sono riusciti a vincere – nonostante abbiano investito miliardi di dollari e perso migliaia di uomini, che si sommano alle centinaia di migliaia di civili uccisi.
Com’è stato possibile? Che cosa è successo nei mesi e negli anni che hanno preceduto la caduta di Kabul? Quanto hanno pesato gli errori del passato che a lungo l’Occidente non ha voluto vedere? Chi riempirà il vuoto politico-diplomatico che gli Stati Uniti si sono lasciati dietro? Chi sono i nuovi talebani e quanto possono dirsi nuovi? Su cosa poggia il loro consenso? Che ne sarà del faticoso percorso di emancipazione e conquista di diritti delle donne? Qual è il futuro dell’Afghanistan?
Ne abbiamo parlato con due giornalisti italiani fra i massimi esperti di Afghanistan.
Nico Primo, autore di diversi libri sull’Afghanistan, tra cui l’ultimo pubblicato ad aprile “Kabul, crocevia del mondo” edizioni People. Giornalista pluripremiato, inviato speciale del tg3. I suoi documentari sono stati premiati in Europa e nel mondo, compreso il suo corto Today I will live, sul conflitto afghano. Di recente ha prodotto il mediometraggio Un Ospedale in Guerra – Emergency in Afghanistan.
Barbara Schiavulli, pluripremiata corrispondente di guerra e scrittrice, ha seguito i fronti caldi degli ultimi vent'anni, come Iraq e Afghanistan, Israele, Palestina, Pakistan, Yemen, Sudan. È cofondatrice e condirettrice di Radio Bullets. Tra i suoi ultimi libri Bulletproof diaries. Storie di una reporter di guerra e Quando muoio, lo dico a Dio. Storie di ordinario estremismo.

Quale guerra, quale pace?
Quando l’invasione russa dell’Ucraina è diventata una certezza è arrivata la necessità di capire su più livelli, di aprire la mente alle possibili implicazioni - a breve, medio, lungo termine. Benché la guerra fosse già in atto in quei territori dal 2014, il discorso di Putin sulla volontà di “denazificare” l’Ucraina, l’invio di forze armate verso la capitale ha delineato immediatamente uno scenario senza precedenti. Un paese di quasi 50 milioni di abitanti, grande circa il doppio dell’Italia: non è possibile contenere dentro di sé le implicazioni di un simile teatro di guerra, perimetrarlo con parole che aderiscano il più possibile alle cose, o con i freddi numeri.
Nessuna analisi di questa guerra può prescindere dal diritto del popolo ucraino di difendersi da un’invasione, nessuna analisi può pretendere di essere “realistica” al di fuori di questo quadro. Ciò non viene attualmente riconosciuto appieno nel dibattito pubblico, ed è la principale responsabilità di cui dovrebbero farsi carico politica e informazione, e di cui dovremmo farci carico, per quanto possibile, come cittadini. Non è pensabile di elaborare una qualunque prassi politica o risoluzione del conflitto fuori da questa prospettiva.

Chi ha ucciso la giornalista palestinese-americana Shireen Abu Akleh?

La Rete è di tutti / È l’Unione Europea il modello globale per una Rete di tutti?
Ospite del quinto episodio di "La Rete di tutti" è Brando Benifei, eurodeputato del PD e co-relatore del Parlamento Europeo per l’AI Act. Qual è la strada percorsa finora e cosa ci attende per arrivare a un mondo in cui le nuove tecnologie che fanno del bene alla democrazia sono adottate a pieno e nel migliore dei modi, e in cui le altre — quelle che alla democrazia fanno male — sono invece effettivamente messe al bando, vietate?

La Cina e noi. Perché è urgente capire come pensa il Dragone
Con Giada Messetti e Simone Pieranni.
«Anche se la guerra del presidente Putin continua, restiamo concentrati sulla sfida più seria di lungo termine all'ordine internazionale, che è quella posta dalla Cina». Lo ha affermato il segretario di Stato americano Antony Blinken. «L'ampiezza della sfida posta dalla Cina sarà un test per la democrazia americana», osserva Blinken precisando che gli Stati Uniti competeranno «con la Cina per difendere i nostri interessi e costruire la nostra visione del futuro».
In questi anni la Cina è stata descritta dai media sostanzialmente seguendo due direzioni “Si arricchisce ogni minuto che passa, andiamo a farci affari”, oppure “È l’inferno dei diritti umani”.
Tuttavia, scrive Giada Messetti, tra questi due estremi esiste una zona intermedia immensa ancora non battuta.
L’Occidente ha bisogno della Cina tanto quanto la Cina ha bisogno dell’Occidente. Il destino di entrambi è irrimediabilmente intrecciato. L’ascesa della Cina e il suo ruolo di potenza mondiale stanno sfidando l’egemonia dell’Occidente e hanno mandato in frantumi l’idea che il nostro modello sia per forza egemone, il traguardo a cui aspirare.
Ecco perché è sempre più urgente capire come pensa il Dragone.
Proviamo a farlo con due giornalisti esperti di Cina, Simone Pieranni fondatore dell’agenzia China Files, ha vissuto per diversi anni in Cina, fino a poche settimane fa si occupava di esteri al Manifesto ora si occupa di podcast a Chora Media, collabora con l’Espresso ed è autore di diversi libri sulla Cina fra cui Red Mirror e La Nuova Cina;
Giada Messetti anche lei ha vissuto a lungo in Cina, sinologa, ha collaborato per diverse testate e trasmissioni tv e radiofoniche, autrice a Rai Tre, cura una rubrica settimanale sulla Cina a Radio Rai 1. Con Simone Pieranni ha ideato e condotto il podcast Risciò. Autrice anche lei di libri sulla Cina fra cui Nella testa del Dragone e l’ultimo uscito a marzo 2022 La Cina è già qui.

Il gruppo Wagner: l’ombra del Cremlino dietro i mercenari russi collegati a massacri di civili in Africa
A Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, c’è una statua che rappresenta combattenti russi in tenuta da assalto. Nel 2020 in pieno periodo elettorale il presidente Faustin Archange Touadera fece appello a forze esterne mentre sulla città avanzavano gruppi di oppositori armati. Quella statua è di fatto un riconoscimento, un segno di gratitudine verso quei paramilitari così bene addestrati e senza incertezze nel “ristabilire l’ordine”. Sempre nella Repubblica Centrafricana, qualche mese dopo hanno cominciato a circolare t-shirt con un messaggio inequivocabile: “Je suis Wagner”. Chi sono e come operano questi uomini così bene addestrati, temuti e la cui presenza in Africa ha una dimensione politica oltre che militare?

Caso Assange, l’inchiesta via FOIA che ha rivelato le opacità di Svezia, Regno Unito, Australia e Stati Uniti
Mentre è sempre più probabile l'estradizione di Julian Assange, ripercorriamo l'inchiesta condotta attraverso FOIA dalla giornalista Stefania Maurizi: un'impressionante serie di battaglie legali per illuminare le opacità dietro ritardi, omissioni, stalli e silenzi che hanno scandito le vicende processuali del fondatore di WikiLeaks. Qui l'articolo.

Nella testa di Vladimir Putin. Viaggio all'interno del pensiero del nuovo Zar di Russia
Partendo dal libro di Michel Eltchaninoff “Nella testa di Vladimir Putin” edizioni e/o, ripercorriamo con lo storico Giovanni Savino comportamenti e discorsi di Putin, le sue fonti di ispirazioni filosofiche e ideologiche, per capire le ragioni più profonde della sua politica criminale e dell’invasione in Ucraina.

David Rossi, storia di un suicidio imperfetto. Un nuovo mistero italiano.
David Rossi, capo della comunicazione di Monte dei Paschi di Siena, è morto il 6 marzo 2013 nel pieno della tempesta giudiziaria che ha coinvolto la più antica banca del mondo.
Per dieci anni potente braccio destro di Giuseppe Mussari, dominus della Fondazione prima e della banca poi, Rossi precipita dalla finestra del suo ufficio dopo aver telefonato alla moglie per avvisarla che stava rientrando a casa.
I magistrati senesi decretano sin da subito che il manager si è ucciso volontariamente ma negli anni successivi sono emersi grazie a lavori di inchiesta giornalistici tutti gli errori (e orrori) investigativi compiuti dalla procura di Siena tra prove distrutte, indagini inquinate, depistaggi, omissioni e menzogne.
L'intera vicenda è ricostruita grazie anche al lavoro svolto dalla commissione d'inchiesta parlamentare istituita nel 2021 e ha un epilogo totalmente differente da quello prospettato dai magistrati.
Ne abbiamo parlato con Davide Vecchi, che da anni si occupa di cronaca giudiziaria e politica. È stato inviato del Fatto Quotidiano e attualmente dirige il quotidiano Il Tempo e le testate del Gruppo Corriere. Nel 2017 ha pubblicato per Chiarelettere "Il caso David Rossi, il suicidio imperfetto del manager Monte dei Paschi di Siena". Nel novembre del 2021, unico giornalista, è stato chiamato come consulente della commissione parlamentare d’inchiesta sul caso David Rossi. Anche da questo lavoro e da questa esperienza nasce il suo ultimo libro: "La verità sul caso David Rossi, tutto quello che ancora non sapevamo".

Finlandia e Svezia nella NATO. A che punto siamo e quali le possibili conseguenze.
La domanda di adesione della Finlandia alla NATO è ormai quasi certa. Il 12 maggio il presidente Sauli Niinistö e la ministra capo Sanna Marin hanno reso noto, in una dichiarazione congiunta, che “l’appartenenza alla NATO rafforzerebbe la sicurezza della Finlandia. Come membro della NATO la Finlandia rafforzerebbe l’intera alleanza difensiva. La Finlandia deve fare domanda di ammissione alla NATO senza ritardo. Confidiamo che i passi nazionali mancanti per prendere questa decisione saranno compiuti rapidamente nei prossimi giorni”.

Modello Putin: viaggio in un paese che faremmo bene a conoscere. Incontro con Mattia Bernardo Bagnoli
Diceva Churchill nel 1939 riferendosi alla Russia: è un rompicapo avvolto in un mistero dentro un enigma. In questo enigma, per raccontarci il ventennio della Russia di Vladimir Putin, tra analisi, reportage e diario personale, si è immerso Mattia Bernardo Bagnoli, giornalista e scrittore, autore di “Modello Putin, viaggio in un paese che faremmo bene a conoscere”, pubblicato nel 2021 da People.

La Rete è di tutti / Come pensare una infosfera a misura di democrazia
Serie "La Rete è di tutti" ideata e curata da Fabio Chiusi. Incontro con Luciano Floridi, direttore del Digital Ethics Lab e docente di Filosofia ed Etica dell’Informazione a Oxford, e di Sociologia della Cultura e della Comunicazione a Bologna.
In questo nuovo appuntamento di ‘La Rete è di tutti’, il format di Valigia Blu per riflettere — insieme — su come rendere il futuro tecnologico a misura di uomo, diritti umani e democrazia, ci interroghiamo su come dovremmo (ri)pensare la tecnologia e il nostro rapporto con la tecnologia — a partire dai suoi effetti più fondamentali: come concepiamo noi stessi e il mondo (ontologico) e come possiamo conoscere noi stessi e il mondo (epistemologico/gnoseologico).

Partigiani stranieri, partigiani tedeschi: una Resistenza internazionale da raccontare
Sono stati tanti i partigiani internazionali morti per la libertà anche nostra di cui sappiamo molto – come Rudolf Jacobs, o come Giorgio Marincola – ma anche a quelli di cui sappiamo poco, come Leonhard Wenger, o come “l’attendente” austriaco di Jacobs.
